Un pressing serrato per portarlo in Consiglio dei ministri prima delle europee. Perché il decreto sicurezza-bis non poteva attendere, «necessario e urgente» è stato il refrain del ministro dell’Interno Matteo Salvini negli ultimi giorni. Una partita giocata sul filo degli equilibri nella maggioranza – ora ai supplementari per le ultime limature al testo – che porta con sé un paradosso. Nella corsa pre elettorale al consenso che non permette rinvii il Governo sembra aver dimenticato la fase uno dell’operazione sicurezza.
Il primo Dl (113/2018) , infatti, a sei mesi dalla sua conversione in legge, resta inattuato: sui 17 decreti da adottare per rendere pienamente operative le misure previste dall’impianto normativo solamente uno (sui criteri di ripartizione delle risorse del fondo per potenziare le iniziative in materia di sicurezza urbana da parte dei comuni) ha visto la luce. Gli altri restano sulla carta.
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Immigrazione: da definire zone di transito e unità di Dublino
Nel pacchetto di norme che introducono una stretta sull’immigrazione manca all’appello il decreto dell’Interno che dove individuare
le zone di frontiera o transito dove il richiedente asilo può presentare direttamente la domanda dopo essere stato fermato
per avere eluso o tentato di eludere i controlli. Domanda che sarà esaminata con procedura veloce. Serve poi un altro provvedimento
del Viminale per disciplinare la possibile istituzione fino a un massimo di tre articolazioni territoriali presso le prefetture
dell’Unità di Dublino (che determina lo Stato Ue competente per l’esame della richiesta di asilo presentata in uno degli altri
Stati membri). Da definire anche l’elenco dei paesi di origine «sicuri» per la valutazione delle domande di protezione internazionale.
Strutture di accoglienza e flussi migratori da monitorare
Per la chiusura di strutture di accoglienza emergenziale andrà concluso entro dicembre il monitoraggio sull’andamento dei
flussi migratori. Ancora in stand by il tassello fondamentale del decreto che fissare i criteri e le modalità per la presentazione
da parte degli enti locali delle domande di contributo per la realizzazione e la prosecuzione dei progetti di accoglienza
dei titolari di protezione internazionale e dei minori non accompagnati (un ulteriore decreto poi dovrà provvedere all’ammissione
al finanziamento).
Accesso al Ced interforze in attesa di regole
Per prevenire il terrorismo, gli esercenti di attività di autonoleggio di veicoli senza conducente devono comunicare i dati
identificativi dei clienti al Ced Interforze del dipartimento di pubblica sicurezza. Ma si attende ancora il decreto del
Viminale (la scadenza fissata è il 4 giugno 2019) sentito il parere del Garante per la protezione dei dati personali, per
la definizione delle modalità tecniche di trasmissione e conservazione dei dati. Per facilitare le attività di verifica sull’esistenza
di eventuali provvedimenti di ricerca nei confronti delle persone «controllate» da parte della polizia municipale, è previsto
l’accesso da parte dei vigili alla banca dati interforze per i Comuni con più di 100mila abitanti, che dovranno disciplinare
la materia con proprio regolamento. L'accesso sarà permesso anche ai Comuni più piccoli sulla base di parametri da individuare
con un decreto dell’Interno.
Taser nei piccoli comuni e uso di droni sulla carta
La sperimentazione dei taser da parte delle polizie municipali potrà essere estesa ai Comuni con popolazione sotto i 100mila
abitanti che rientrino nei parametri «connessi alle caratteristiche socioeconomiche, alla classe demografica, all'afflusso
turistico e agli indici di delittuosità» definiti con decreto dell’Interno. Il ministero doveva anche definire entro il 3
aprile le modalità per l’utilizzo dei droni da parte delle forze di polizia. Sempre in capo al Viminale le regole per
l’assegnazione del personale di carriere prefettizia al neonato Nucleo per la composizione delle commissioni straordinarie
per la gestione degli enti locali sciolti per mafia. Un pacchetto di decreti mancanti invece riguarda il funzionamento dell'Agenzia
Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
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