Il Piemonte potrebbe passare al centrodestra. Anche il secondo Exit poll del consorzio Opinio Italia per la Rai sulle regionali in Piemonte conferma il primo exit: in testa Alberto Cirio del centrodestra con una forchetta del 45-49%. Sergio Chiamparino del centrosinistra ha una forchetta del 36,5-40,5%. Più staccato Giorgio Bertola, candidato M5s, con 12-16%. Walter Boero, Il Popolo della Famiglia tra 0,0 e 1%. I risultati veri, quelli dello spoglio, saranno noti soltanto domani pomeriggio, quando verranno aperte le urne. Alle 19 l’affluenza era al 49,7 per cento.
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I margini di errore, ricordano gli esperti, esistono. Ma se la tendenza dovesse essere confermata, il Piemonte cambierebbe colore, aprendo nuovi scenari anche a livello nazionale. «Naturalmente un commento sul voto regionale sarà possibile solo sulla base dello spoglio reale, ma è evidente che se gli exit poll venissero confermati, la vittoria di Alberto Cirio e del centrodestra sarebbe netta», è stato il commento di Chiamparino.
Occhi puntati dunque sull’ultima Regione del Nord in mano al centrosinistra, con il governatore uscente candidato per tentare l’impresa di fermare il centrodestra che - dopo Sardegna, Molise, Friuli e Basilicata - punta invece al “grande slam”.
Vincere, e riconquistare il territorio perso cinque anni fa per la caduta di Roberto Cota, vuol dire per la Lega prendersi tutte le Regioni più produttive del Paese e, per Forza Italia, che alla coalizione ha imposto il suo candidato, uscire dall’angolo in cui era stata cacciata. Con conseguenze anche sugli equilibrio nazionali: un Movimento 5 Stelle ridimensionato, là dove amministra il capoluogo con Chiara Appendino, potrebbe indebolire Luigi Di Maio nell’ormai quotidiano braccio di ferro con l'alleato del Carroccio. Di contro, un buon risultato di Fratelli d’Italia potrebbe offrire a Matteo Salvini la sponda per una nuova maggioranza.
Le variabili sono numerose anche sull’altro fronte, col Pd che dal Piemonte spera di cominciare la risalita grazie ad un candidato d’esperienza come Chiamparino, in campo dopo aver annunciato che non si sarebbe ricandidato per non dare l’impressione di «lasciare la barca che affonda».
Grande il fair play con il suo principale avversario, quell’Alberto Cirio che vuole invece «un’altra velocità» per la Regione di cui è già stato assessore prima di diventare eurodeputato.
Divisi su molti temi, tranne che sul sì alla Tav, entrambi hanno cercato di smarcarsi dai partiti di riferimento. Rarissime le volte in cui Cirio è stato visto con l’alleato della Lega, mentre Chiamparino ha fatto dell’indipendenza - anche dal suo Pd - un fiore all’occhiello. Una strategia voluta per allargare la caccia ai voti, anche tra quelli dei delusi dal Movimento 5 Stelle. Una mossa smentita dai diretti interessati che, stando agli exit poll, non avrebbe avuto effetto.
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