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Dossier | N. 15 articoli Elezioni ammistrative 2019

Piemonte al voto, al centro sanità e lavoro ma la Tav resta un’incognita

È l’unica regione dove si andrà al voto il 26 maggio. E così il Piemonte dovrà, più o meno suo malgrado, fare da test per capire cosa si muove a livello amministrativo. Si capirà se l’attuale assetto del Governo favorirà la corsa di Alberto Cirio, sostenuto da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, o darà la spinta a Giorgio Bertola, il candidato del Movimento 5 Stelle. Oppure l’eventuale vittoria di Sergio Chiamparino (Pd, LiberiUgualiVerdi, Moderati, Più Europa, Italia in Comune di Pizzarotti e liste civiche) rappresenterà il cambio di passo del Centrosinistra, a cominciare da una regione del Nord.

Incognita Tav
Ci sarà da valutare se e quanto il dibattito e la mobilitazione intorno alla Tav Torino-Lione peserà sul voto del 26. La mobilitazione intorno al corridoio europeo è andata avanti per mesi, con due piazze Sì Tav stracolme e una grande manifestazione del Movimento No Tav, tra novembre e febbraio. Quella stessa mobilitazione dal carattere spiccatamente civile ha fatto i conti con la politica: una delle sette “madamin”, le donne torinesi che hanno proposto per prime di scendere in piazza a sostegno della Grande opera, Giovanna Peretti, è candidata in una delle liste civiche del presidente uscente Sergio Chiamparino mentre il movimento di Mino Giachino, ex sottosegretario di Forza Italia e animatore delle piazze Sì Tav, è diventata una Lista civica a sostegno di Alberto Cirio.

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Il Movimento 5 Stelle tiene le posizioni e ribadisce la contrarietà all’opera, Chiamparino dal canto suo si è speso in questi mesi sulla “trincea” politica della Tav che può contare anche su un chiaro sostegno da parte della coalizione di centrodestra, pur a fronte di accuse di incongruenza arrivate nelle settimane scorse dal Pd per il ruolo della Lega al Governo e per il tempo perso prima di trovare una soluzione con l’alleato M5S sulla riapertura formale dei bandi di gara.

La sanità al centro
Nel sondaggio commissionato a Noto dal Sole 24 Ore, la questione Tav è considerata una priorità dal 38% dei piemontesi, dal 48% se si tiene in considerazione il tema dei trasporti in generale. In testa però ci sono occupazione (per il 62%) e sanità (per il 60%). Su questo ultimo aspetto il dibattito durante la campagnia elettorale si è fatto acceso. Chiamparino ha aperto il dossier del Parco della Salute – 455 milioni, 150 milioni dei quali dal pubblico – avviando la fase di progettazione e definendo un modello pubblico-privato per la realizzazione e la gestione dell’opera, che è urgente vista l’età delle strutture che ospitano i due principali ospedali di Torino, le Molinette e il Sant’Anna.
La battaglia del Movimento Cinque Stelle e del candidato Bertola si è focalizzata soprattutto sul taglio dei posti letto, un migliaio, previsto dal nuovo progetto e sulla riorganizzazione della rete ospedaliera che prevede di far confluire in una unica realtà sia il Sant’Anna (ospedale Ostetrico Ginecologico) che il regina Margherita (ospedale Infantile). E ha ottenuto che l’Esecutivo nazionale aprisse una fase di dibattito pubblico che durerà quattro mesi, così come previsto dal Codice degli appalti approvato ad agosto, sul modello del débat public in vigore in Francia da vent’anni.
Per Alberto Cirio la “cura” per la sanità piemontese, reduce da un pesante piano di rientro, dal blocco del turn over e dall’emergenza legata alla mancanza di medici, tanto da richiamare in servizio quelli già in pensione, è un nuovo patto di collaborazione con i privati in grado di rendere strutturato il ricorso al privato convenzionato anche per ridurre la mobilità passiva dei piemontesi verso altre regioni.

Le coalizioni e i dossier
Qualcosa rispetto alle ultime elezioni amministrative è cambiato anche nelle coalizioni di centrosinistra e centrodestra in Piemonte: Sergio Chiamparino ha intascato l’appoggio di Liberi e Uguali in coalizione con i Verdi, mentre il centrodestra si presenta unito a differenza che nella scorsa tornata elettorale, durante la quale Fratelli d’Italia e il Nuovo Centro Destra uscirono dalla coalizione guidata da Forza Italia e Lega.

Chi arriverà al governo della Regione Piemonte il 27 maggio dovrà fare i conti con una serie di dossier usciti, almeno per il momento, dall’emergenza: il Salone del Libro, ad esempio, che ha visto prendere corpo una nuova governance dopo la messa in liquidazione della Fondazione del Libro – in capo alla Regione – e l’acquisto del marchio da parte dei privati. Nicola Lagioia, direttore editoriale, dovrebbe guidare la kermesse fino al 2021 secondo il contratto sottoscritto con il Circolo dei Lettori. Così sarà se vinceranno Chiamparino e Bertola, mentre la vittoria di Cirio potrebbe riaprire i giochi visto che la Lega ne ha chiesto le dimissioni dopo l’esclusione dal Salone dell’editore Altaforte.
La partita del Salone del Libro poi è collegata a quella del rilancio del quartiere fieristico del Lingotto, gestito dal Gruppo francese GL events, con i rumors su un eventuale ingresso della Regione stessa nella società. A proposito di grandi eventi, poi, l’arrivo a piazza Castello di Cirio o il ritorno di Chiamparino potrebbero riaprire i giochi delle Olimpiadi invernali del 2026, se queste venissero assegnate all’Italia. Chiamparino ci proverà a rimettere in pista nei prossimi anni le strutture della Vialattea, e così farà anche Cirio.

Se la sanità è il cuore delle competenze e della spesa in capo alla Regione, è il rilancio dell’occupazione, però, a rappresentare la sfida più difficile per chi governerà il Piemonte. Una regione con un tasso di disoccupazione più alto rispetto alle altre regioni manifatturiere del Nord Italia, una popolazione che invecchia e una qualità dell’occupazione che tende a peggiorare per la crescita di peso dei contratti di lavoro a tempo determinato. Attrazione degli investimenti, sostegno alla filiera automotive, misure per favorire l’innovazione e il trasferimento tecnologico, snellimento burocratico sono le diverse ricette in campo. Una questione di risorse e di visione.

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