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Fondi pensione negoziali, ancora impossibile l’adesione online

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Fondi pensione negoziali, ancora impossibile l’adesione online

Con pochi clic si può aprire un conto in banca, prenotare un volo o stipulare una polizza assicurativa. Ma non si può (ancora) aderire a un fondo pensione negoziale. È uno dei paradossi del nostro sistema previdenziale che, a fatica, sta affrontando la grande transizione verso l’offerta di servizi finanziari su piattaforme digitali, etichettata con lo stracitato acronimo Fintech.

Inps batte i fondi sul web
Persino l’Inps ha battuto i protagonisti del secondo pilastro, visto che sul suo sito si può fare ormai tutto: dalla domanda di pensione al calcolo dell’assegno futuro e fruire di una quantità di servizi online. Su siti web dei fondi negoziali, tranne qualche rarissima eccezione, la possibilità di siglare un’adesione utilizzando solo il canale digitale non c'è. Il ritardo si nota ed è forse anche per questo che il tasso di iscritti a una forma di previdenza complementare è ancora molto basso: circa il 29% dei lavoratori attivi, poco più di 7,5 milioni.

Covip in pressing
La Covip, commissione di vigilanza sulla previdenza complementare, è da anni in pressing sulla questione. Nel 2006 ha fatto scattare il primo obbligo per i fondi pensione negoziali, i fondi aperti e i Pip di creare un sito web da utilizzare per la pubblicazione dei principali documenti informativi, nel 2010 è arrivata la richiesta di dotare i siti di un'apposita area riservata con l'anagrafica contributiva dell'iscritto e la possibilità di verificare in tempo reale i contributi versati. Infine nel 2013 ha esteso l'obbligo di creare un sito web anche ai fondi pensione preesistenti con un numero di aderenti superiori al migliaio. Ma resta il fatto che per l'adesione bisogna ancora compilare moduli cartacei.

Ultimo miglio: adesioni online
Un invito a fare un passo in più per colmare quest'ultimo miglio tecnologico arriverà con la prossima Relazione annuale, la quarta firmata dal presidente Mario Padula. Della necessità di offrire un canale di (facile) adesione online ai fondi si parla anche negli schemi di Statuto dei fondi pensione negoziali, di Regolamento dei fondi pensione aperti e di Regolamento dei piani individuali pensionistici sui quali è in corso una pubblica consultazione.

La sfida dei Pepp
A rendere incalzante il salto di offerta da parte dei nostro fondi negoziali è poi l'imminente debutto dei Pan-European Personal Pension Product (Pepp), un'opzione di risparmio che si affiancherà ai prodotti di previdenza complementare nazionali già esistenti. Destinatari del nuovo strumento di risparmio sono 11,3 milioni di europei in età da lavoro che risiedono in un paese membro diverso da quello di cittadinanza e circa 1,3 milioni i cittadini che lavorano in un paese europeo diverso da quello di residenza. Il regolamento dei Pepp punta ad offrire una maggiore scelta a coloro che desiderano risparmiare in vista della pensione e, al tempo stesso, rilanciare il mercato delle pensioni individuali. E l'adesione online sarà scontata.

Nessun lavoratore va lasciato indietro
Spiega Mario Padula: «nelle piccole o piccolissime imprese, dove è occupata la maggioranza dei lavoratori, l’offerta di adesione a un fondo negoziale non arriva, ecco perché serve garantire un accesso completo sul canale digitale». Vero è che l'alfabetizzazione digitale non aiuta. Basti ricordare che l’anno scorso, in questi mesi, 17,6 milioni di cittadini si sono rivolti a un Caf per la compilazione del 730 (sono l'85% del totale). Perché a quattro anni dal varo del modello precompilato meno del 5% utilizza questo strumento con password e Pin, ora sostituiti dallo Spid, la nuova Identità digitale unica. Ma l'apporoccio con gli strumenti finanziari è diverso, più smart. Secondo un'indagine Ipsos realizzata a fine 2018 per l'Abi, i correntisti di età compresa tra i 18 e i 74 anni sono entrati in una filiale 1,6 volte al mese l'anno scorso, contro le 2 volte al mese di dieci anni prima. Ora fanno tutto o quasi online. La rivoluzione del Fintech avanza a passi da gigante. Forse è il caso che i fondi negoziali ascoltino con attenzione l'appello che lancerà Covip con la prossima Relazione annuale, l'appuntamento è il 12 giugno.

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