Matteo Salvini è pronto a passare all'incasso. Il leader della Lega ha riunito tutti gli esperti economici del Carroccio per mettere a punto le priorità sul fronte fiscale. Un confronto che ha come principale obiettivo il «taglio delle tasse», che per Salvini è una conditio sine qua non per la prosecuzione del Governo.
Alla riunione hanno partecipato oltre allo stesso Salvini e a Giancarlo Giorgetti, anche, tra gli altri, i sottosegretari all’Economia, Garavaglia e Bitonci, il presidente della commissione Bilancio della Camera, Claudio Borghi e Armando Siri, l’ex sottosegretario alle Infrastrutture allontanato dal premier Giuseppe Conte a seguito dell’indagine a suo carico.
Proprio Siri ha consegnato una serie di proposte, sintetizzate in sei punti, che riassumono la direttrice di marcia su cui si sta muovendo il Carroccio.
Al primo punto c'è naturalmente la flat tax per le famiglie finalizzata a ridurre il carico fiscale sul ceto medio. Nella scheda non si entra nel dettaglio. Salvini però
ha anticipato da tempo che l’aliquota sarà del 15%. Quanto alle coperure, il progetto della Lega prevede che una parte arrivi dal taglio di deduzioni e detrazioni fiscali. Ai contribuenti verrà data però la possibilità di decidere se utilizzare la tassa piatta o mantenere l'attuale sistema usufruendo ancora degli sconti fiscali.
Sempre alla flat tax è dedicato anche il secondo punto. Destinatari in questo caso sono le società. E per i soggetti “diversi
dalle persone fisiche” al terzo punto si prevede anche una sanatoria attraverso il cosiddetto “saldo e stralcio”. Al punto numero 4 vengono poi rilanciati i Cir, acronimo di Conti individuali di risparmio. Gli ultimi due punti sono infine dedicati al rapporto contribuenti/fisco. «Chiarezza e motivazione degli atti e dell’onere della prova». Salvini nella conferenza stampa di ieri al Viminale ha sottolineato
la necessità di rivedere la normativa sull’inversione dell’onere della prova per ribaltare il sistema attuale in cui si parte
dal presupposto che sia laccusato e non l'accusatore a dover portare le prove per discolparsi. Sul “sistema sanzionatorio” insiste ancheil sesto ed ultimo punto prevedendone la revisione «in materia di neutralità dell'imposta sul valore assoluto».
Il varo del pacchetto fiscale rappresenta per la Lega la condizione determinante per proseguire l'esperienza di governo. Salvini lo ha ripetuta anche oggi sia nel colloquio a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte, che poco dopo allassemblea con i suoi parlamentari. Dai Cinque stelle per ora nessuna risposta
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«Se nei Cinque stelle prevalesse la linea della barricata e del no a ogni costo valuteremo, io voglio lavorare. La maggioranza c'è ed è questa». Così si sarebbe espresso il leader della Lega e vicepremier, Matteo Salvini, al termine
dell'assemblea dei gruppi parlamentari. In casa della Lega non trova spazio, almeno per ora, l'ipotesi di maggioranza alternative
a quella attuale. «Io maggioranze con gli Scilipoti o i cambia-bandiera di turno non ne faccio. La maggioranza se c'è è questa.
Per me c'è. Poi non commento le scelte degli altri partiti ma mi rifiuto di andare a pensare, di andare a raccattare tre senatori
qui e dieci deputati là, non ci penso proprio...», ha spiegato il segretario federale ai suoi. Che non si augura nemmeno un
rapido ritorno alle urne in caso di crisi, anche se - ha ragionato rivolgendosi ai parlamentari - teoricamente dovrei lavorare
per andare a votare perché dovrei pensare che raddoppio i voti e i parlamentari. Io vorrei continuare a lavorare bene come
abbiamo lavorato in questi primi nove mesi di governo. Certo - ha concluso - se dovesse trascinarsi l'ultima parentesi delle
ultime settimane, allora non ci sto».
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