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Ecco la lettera inviata da Tria alla Ue dopo lo scontro nel governo

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IN SERATA LA RISPOSTA DEL MEF

Ecco la lettera inviata da Tria alla Ue dopo lo scontro nel governo

Alla fine la lettera a Bruxelles è partita. Dopo una giornata di forti tensioni nel governo, con Di Maio che ha chiesto un vertice di urgenza per discutere il contenuto del messaggio da recapitare alla Commissione. Una lettera diventata un caso. Prima erano stati diffusi alcuni contenuti del testo, che annunciavano, tra l’altro, «riduzioni delle proiezioni di spesa per le nuove politiche in materia di welfare nel periodo 2020-2022», ovvero «reddito di cittadinanza e Quota 100», come spiega la bozza. Poi è insorto il M5S, che ha parlato di «scelte incomprensibili», con Luigi Di Maio che ha lamentato di non sapere nulla della lettera e chiede un vertice di maggioranza prima dell’invio a Bruxelles.

E mentre il Mef smentiva i contenuti della lettera sottolineando che Tria doveva ancora inviarla, in serata Palazzo Chigi ha fatto sapere che «la bozza di lettera da inviare alla Commissione Europea è stata da poco ricevuta dal Presidente Conte, che non l'ha quindi ancora approvata». E soprattutto che «la versione che è stata anticipata dagli organi di informazione non è quella che in questo momento è in visione al presidente Conte» e che il responsabile della diffusione del “falso” ne risponderà. La controversa replica ufficiale dell'Italia sui rilievi sul debito è stata ricevuta dalla Commisisone Ue, che ne ha cominciato l'analisi. Le conclusioni sul contenuto - fa sapere uno dei portavoce dell'esecutivo europeo - «finiranno nell'analisi complessiva» del bilancio italiano, ovvero il rapporto sul debito, che sarà pubblicato mercoledì 4 giugno assieme alla raccomandazioni economiche.

GUARDA IL VIDEO: Dopo la lettera Ue, tutte le prossime tappe dello scontro Roma-Bruxelles

La frase sul taglio alle spese per reddito di cittadinanza e quota 100 in tarda serata scompare dalla versione finale del testo. Che mantiene però i tre argomenti principali chiamati a convincere la Commissione Ue: nel 2018 il saldo strutturale non peggiora rispetto agli obiettivi concordati, quest’anno il deficit si chiuderà sotto il 2,4% previsto nel Def, e la riduzione di disavanzo e debito per il 2020 e il 2021 viene ribadita in pieno.

Palazzo Chigi: lettera non è quella anticipata, grave la diffusione di testi
Nel sottolineare che la versione arrivata a Conte è diversa da quella anticipata, le stesse fonti di Palazzo Chigi vogliono «rimarcare la gravità della diffusione di testi, peraltro in versioni non corrispondenti a quelle su cui il ministro Tria e il presidente Conte stanno lavorando, trattandosi di questioni particolarmente delicate che incidono su interessi fondamentali dello Stato, e che coinvolgono la delicata interlocuzione con le Istituzioni europee e che possono avere ricadute negative sui mercati». Il governo informa che Conte «ha appena sentito telefonicamente il ministro Tria e ha concordato con lui di sollecitare tutte le verifiche, anche giudiziali, affinché chi si è reso responsabile di tali fughe di notizie false sia chiamato alle conseguenti responsabilità».

M5s insorge. scelta incomprensibile
«Secondo le prime indiscrezioni nella lettera da inviare alla Ue, che Tria e la Lega hanno scritto, sono previsti tagli allo stato sociale per il triennio 2020 - 2022», si legge in un post sul Blog delle Stelle. «Questa scelta è

incomprensibile e sono necessarie delle spiegazioni», si legge ancora. E Luigi Di Maio puntualizza:«La lettera preparata dal ministro Tria con la Lega? M5S non ne sa nulla. Non ce ne siamo occupati noi, non è stata condivisa con noi. Sicuramente noi non tagliamo le spese sociali, né il Reddito né Quota 100».
«Non ho avuto ancora il piacere di leggere la lettera preparata dal ministro Tria all'Unione Europea, ma apprendo - ribadisce poi Di Maio su Facebook - che prevede tagli alla spesa sociale, alla Sanità, a Quota 100, al Reddito di Cittadinanza. Ma stiamo scherzando? Lo dico chiaramente: al governo Monti non si torna. Basta austerità, basta tagli, di altre politiche lacrime e sangue non se ne parla. Non esiste!».

Istat taglia i dati sul Pil
Intanto, dall’economia non arrivano buone notizie. I dati Istat dicono che nel primo trimestre il Pil, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente ed è diminuito dello 0,1% nei confronti del primo trimestre del 2018. L’Istat taglia le stime preliminari del 30 aprile che vedevano una variazione congiunturale di +0,2% e tendenziale di +0,1%. Il primo trimestre del 2019 ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e due in meno rispetto al primo trimestre del 2018. La variazione acquisita per il 2019 risulta nulla.

Il calo tendenziale del Pil nel primo trimestre 2019 segna l'interruzione di variazioni positive continuative da quasi sei anni, cioè dall’ultimo trimestre del 2013. Sul piano congiunturale la stima completa dei Conti economici trimestrali conferma l’interruzione della sequenza negativa registrata nella seconda metà del 2018 e l’uscita dalla recessione tecnica.

Export +0,2%, investimenti +0,6%
L’ampio contributo positivo della domanda estera netta riflette il marcato calo delle importazioni, a fronte di un limitato incremento delle esportazioni, spiega Istat. Dal lato della domanda interna, lieve apporto positivo sia dei consumi, sia degli investimenti (in particolare per la componente delle costruzioni), più che compensato da quello negativo delle scorte. L'input di lavoro è cresciuto a un ritmo superiore a quello dell'attività: le ore lavorate sono aumentate dello 0,7% e le unità di lavoro dello 0,4%.

Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna registrano aumenti, con una crescita dello 0,2% dei consumi finali nazionali e dello 0,6% degli investimenti fissi lordi. Le esportazioni sono cresciute dello 0,2%, mentre le importazioni sono diminuite dell’1,5%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per +0,2 punti percentuali alla crescita del Pil: +0,1 punti i consumi delle famiglie e delle Istituzioni sociali private, +0,1 punti gli investimenti fissi lordi e un contributo nullo della spesa delle Pa. L’apporto della domanda estera netta è risultato positivo per 0,5 punti percentuali. Per contro, la variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla variazione del Pil per 0,6 punti percentuali. Andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto dell’agricoltura e dell'industria, cresciute rispettivamente del 2,9% e dello 0,9%, mentre il valore aggiunto dei servizi è diminuito dello 0,2%.

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