Italia

Giovani e under50, lo specchio delle attuali difficoltà del mercato…

  • Abbonati
  • Accedi
L'Analisi |I DATI ISTAT

Giovani e under50, lo specchio delle attuali difficoltà del mercato del lavoro

(imagoeconomica)
(imagoeconomica)

Ci sono due fasce d’età che, per ragioni diverse, stanno soffrendo nel mercato del lavoro. La fascia mediana 35-49 anni che in un anno, aprile 2019 su aprile 2018, ha perduto 176mila occupati. Qui si sconta un ciclo economico poco brillante e crisi aziendali purtroppo ancora presenti, con complicati processi di riorganizzazione e ristrutturazione da completare. È da un paio di mesi che la Cigs, l’ammortizzatore utilizzato per affrontare le difficoltà più strutturali delle nostre imprese, è ripresa a correre, e non a caso il governo sta procedendo, di mese in mese, ad allargare le maglie del sussidio per scongiurare un’ondata di espulsioni.

Ci sono poi i giovani, gli under25, che ad aprile, ci dice sempre l’Istat, hanno visto tornare a crescere il tasso di disoccupazione, siamo al 31,4 per cento, più 0,8 punti rispetto al mese prima. Nel confronto internazionale siamo agli ultimi posti, peggio di noi solo Spagna e Grecia. E restiamo lontanissimi dal 6 per cento circa dei primi della classe, la Germania grazie al sistema di formazione duale. Che invece qui da noi stiamo smantellando, avendo dimezzato ore e fondi all’alternanza scuola-lavoro.

I numeri diffusi questa mattina dall’Istat sull’occupazione confermano un andamento fiacco del mercato del lavoro ad aprile. È tutto sostanzialmente fermo, e in linea con il clima di incertezza e di scarsa crescita che contraddistingue in questo momento l’Italia. Il segmento degli over50, andamenti demografici a parte, continua ad andare meglio di tutti: +46mila occupati sul mese, +232mila sull’anno, complice le nuove regole pensionistiche che fanno rimanere maggiormente a lavoro.

Un’ultima considerazione sulle tipologie contrattuali. Dopo due mesi di crescita, gli autonomi sono registrati in calo sia sul mese, -24mila unità, sia sull’anno, -36mila. C’è una lieve crescita dei contratti stabili, +11mila sul mese, +42mila sull’anno. Tornano a salire anche i dipendenti temporanei, +11mila sul mese, +50mila sull’anno, nonostante il giro di vite operato dal decreto dignità.

Qui indubbiamente c’è molto turn over. Ma, quando tornano ad aumentare i contratti a termine, c’è anche una spia di come stanno reagendo le aziende al clima economico e alla congiuntura non brillante in atto. Assumono per il necessario, e poi aspettano. Ecco, quindi, perché, accanto alla crescita, servono immediatamente interventi mirati per dare fiducia alle aziende. A cominciare dal taglio del costo del lavoro che in Italia rappresenta una zavorra su sviluppo e occupazione di qualità.

© Riproduzione riservata

>