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Comunali, ai ballottaggi torna in voga il bipolarismo pre-M5S

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OLTRE 3,5 MILIONI ALLE URNE

Comunali, ai ballottaggi torna in voga il bipolarismo pre-M5S

Domenica 9 giugno oltre 3 milioni e mezzo di elettori italiani saranno nuovamente chiamati alle urne per scegliere, nel turno di ballottaggio, il sindaco del loro comune. Andranno al voto 112 comuni superiori ai 15.000 abitanti. Questa consultazione potrebbe rivelarsi un passaggio importante nella evoluzione del nostro sistema partitico, così come è avvenuto in altri momenti della nostra storia in cui le elezioni amministrative hanno anticipato tendenze che si sono poi manifestate a livello di elezioni politiche.

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In questo caso la tendenza è quella di un ritorno al bipolarismo pre-M5s. Infatti, in oltre il 60% dei ballottaggi (74 in tutto) la sfida è tra il candidato di centrosinistra (sostenuto dal Pd) e quello di centrodestra (con Fi). A partire dal 2016 non si è mai registrata una percentuale di sfide bipolari di questo tipo superiore al 50 per cento. La novità è che in altri undici casi la sfida è fra centrosinistra e centrodestra senza Forza Italia. Sono i comuni in cui Lega e Fratelli d'Italia fanno le prove generali di quella alleanza che potrebbe essere riproposta alle prossime politiche.

Sono due i fattori che decideranno l’esito di questi duelli. Uno è l’affluenza alle urne. L'altro è la capacità dei candidati in corsa di attrarre le seconde preferenze di quegli elettori i cui candidati preferiti non sono arrivati al ballottaggio. Nelle elezioni comunali degli ultimi anni, il centrosinistra si era imposto spesso come il polo più forte al primo turno, ma poi aveva pagato la sua scarsa capacità di conquistare al secondo turno altri voti, cioè seconde preferenze. E così i suoi candidati sono stati spesso sconfitti da quelli di centrodestra grazie alle seconde preferenze degli elettori del M5S, e da quelli del M5S grazie alle seconde preferenze degli elettori di centrodestra. Erano altri tempi. Il Pd era al governo, mentre M5S e centrodestra erano entrambi all'opposizione. Oggi, dopo un anno di governo giallo-verde, sarà interessante verificare come stiano le cose. Si tratta di un dato importante in vista di eventuali nuove elezioni politiche, dato che i collegi uninominali del Rosatellum contengono un forte incentivo per gli elettori a votare in modo strategico quando il loro candidato preferito non è competitivo.

LA MAPPA DEI BALLOTTAGGI
Le sfide di domani nei comuni capoluogo. Voti ottenuti dai partiti al primo turno

Tra i comuni al voto quindici sono capoluoghi di provincia: nove governati dal Pd , tre dal centrodestra con Fi, due dal M5S, uno (Potenza) dal centrodestra senza Fi. I risultati del primo turno segnalano un’inversione di rotta rispetto alle precedenti elezioni. Innanzitutto solo ad Avellino il centrodestra non ha centrato il secondo turno mentre il centrosinistra targato Pd è fuori dai giochi in quattro casi: Ascoli, Biella, Potenza e Campobasso. Quest'ultimo è anche l'unico caso di ballottaggio conquistato da un candidato del M5S , non solo fra i capoluoghi ma fra tutti i comuni superiori ai 15.000 abitanti. Inoltre, in dieci casi il centrodestra è arrivato primo, contro i cinque del centrosinistra. Per il centrosinistra non è proprio un quadro favorevole.

Nei due terzi dei capoluoghi (dieci) la sfida è tra Pd e alleati contro Lega, Fi e Fdi. In sei casi parte in vantaggio il centrodestra. A Potenza il centrodestra unito sfida un candidato appoggiato da forze di sinistra ma non dal Pd. Ad Avellino la sfida è interna al centrosinistra, fra il candidato targato Pd e un civico di area. Un caso simile si registra nel campo del centrodestra a Biella. Qui il candidato ufficiale della coalizione sfida il candidato che la stessa coalizione aveva presentato nel 2014 e che stavolta corre con una lista civica. Sfida in famiglia anche ad Ascoli, dove il candidato appoggiato da FI sfida quello della coalizione Fdi-Lega.

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Accanto alle seconde preferenze l'affluenza è l'altro fattore che deciderà l'esito di queste elezioni. I ballottaggi sono una lotteria che riserva spesso grandi sorprese. È difficile per i candidati sindaco riportare al voto tutti i propri elettori del primo turno. Questo è un dato comune a tutte le elezioni comunali. In questo caso un ulteriore elemento di incertezza è rappresentato dalla concomitanza con le elezioni europee. Quale sarà l'effetto di trascinamento del risultato delle europee sulle comunali? Quale vantaggio trarrà la Lega dal suo successo in quella competizione ? Il caso comparabile è quello di cinque anni fa. Anche nel 2014 si è votato contemporaneamente per le europee e per il primo turno delle comunali. Allora, due settimane dopo il 40% ottenuto dal Pd di Renzi alle europee, il centrosinistra fece quasi cappotto nei ballottaggi – con qualche vistosa eccezione ( Livorno). Oggi il vento spira dalla parte della Lega di Salvini. Vedremo che ruolo giocherà questa Domenica.

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