Italia

Fallisce il Cocoricò, discoteca simbolo delle notti di Riccione

  • Abbonati
  • Accedi
concordato respinto

Fallisce il Cocoricò, discoteca simbolo delle notti di Riccione

Il simbolo del Cocoricò era la piramide adagiata sulle colline di Riccione. E il Cocoricò era uno dei simboli delle notti romagnole. Era, perché la sua storia rischia di interrompersi qui, tra processi e carte bollate. La discoteca Cocoricò e il gruppo a cui fa capo sono stati dichiarati falliti. Lo scorso 4 giugno il Tribunale di Rimini ha respinto la domanda di concordato preventivo e il prossimo 25 ottobre si terrà la prima udienza fallimentare. Prima le tasse non pagate, sia all’Erario che al Comune di Riccione. Poi si sono aggiunte indagini penali condotte dalla guardia di finanza, fin dal 2012 per evasione d’Iva.

GUARDA IL VIDEO. Il ritorno della musica dance con Dj Matrix

Infine, le cause intentate da artisti mai pagati. Tra loro uno dei dj più noti d’Italia, Gabry Ponte, che con la sua società vanterebbe un credito di 250mila euro e ha chiesto il sequestro di due marchi (Titilla e Memorabilia). A gennaio di quest’anno il comando riminese della guardia di finanza aveva dato esecuzione a un sequestro preventivo per un ammontare complessivo di 810mila euro.
La piramide della collina, dunque, per ora non brillerà più. Le leggende narrano che su quel terreno, che non aveva portato particolarmente bene a due locali, il Lex Club e il Fragolaccia, uno dei soci avesse deciso di costruire la maestosa struttura ispirato dalla piramide del Louvre, aperta al pubblico proprio quell’anno.

L’inaugurazione - della piramide e del Cocoricò - avviene la sera del Ferragosto del 1989, ma il locale prende il volo (si può dire, per un club che ha rubato il nome al verso del pappagallo) solo l’anno dopo. Alla piramide negli anni si aggiungono altre sale, battezzate in maniera decisamente evocativa: il privé Titilla, l’ambient room Morphine, la Ciao Sex (definita «piccolo spazio per chi non si prende molto sul serio»), la Strix, all’interno del bagno delle signore. Musica, performance teatrali, reading, sperimentazioni, allestimenti sempre in mutamento secondo le tendenze. Anzi, anticipandole. Si esibiscono, anzi, come si suol dire «suonano» tutti i dj del momento, da tutto il mondo.

La cultura della notte, però, tra la fine degli anni Novanta e il 2000 comincia a cambiare. Meno happening artistici, più divertimento sintetico. Al Cocoricò tocca anche un dramma: la morte di un ragazzo sedicenne di Città di Castello, nel 2015, per assunzione di sostanze stupefacenti. Sono tramontati gli anni delle sperimentazioni e della club culture che cercava di unire l’arte alla trasgressione. È rimasta la trasgressione e quando riguarda le tasse. Allora, è tutta un’altra musica.

© Riproduzione riservata

>