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Dossier Dalle nomine Ue alla Tav, a Renault-Fca: tutti i dossier sul tavolo…

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    Dossier | N. 9 articoli Fca & Renault, il matrimonio mancato

    Dalle nomine Ue alla Tav, a Renault-Fca: tutti i dossier sul tavolo del bilaterale Conte-Macron

    Un faccia a faccia che avviene in un momento delicato per l’Italia, finita sotto la lente Ue sui conti pubblici, con una procedura per disavanzo eccessivo causato dal mancato rispetto della regola del debito che si staglia minacciosa all’orizzonte.

    Un faccia a faccia, quello tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il presidente francese Emmanuel Macron che si terrà nel tardo pomeriggio di oggi a margine del vertice informale dei paesi del Mediterraneo - a La Valletta; partecipano i Capi di Stato e di Governo di Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Malta, Grecia e Cipro - che arriva in una fase che va verso una normalizzazione dei rapporti tra i due paesi, ma che in un passato non troppo remoto, anche a causa dell’apertura del vicepremier pentastellato Di Maio al movimento dei gilet gialli, ha registrato tensioni nelle relazioni diplomatiche, a cominciare dalla decisione di Parigi di richiamare in patria l’ambasciatore a Roma (oggi tornato a Palazzo Farnese). L’incontro è stato chiesto dal francese.

    Al centro del bilaterale di oggi, che si terrà fra la sessione plenaria e la conferenza stampa congiunta dei leader, le nomine europee,la riforma dell’Unione Economica e Monetaria e dell’Eurozona, il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, il cambiamento climatico, l’Agenda strategica dell’Ue 2019-2024. Tra i temi che, allo stato attuale, dovrebbero essere affrontati dai due anche il futuro della Tav, l’Alta velocità Torino - Lione. Anche su pressione di Malta, non dovrebbe mancare uno scambio di vedute sulla crisi libica: qui lo scontro tra il premier Fayez Mustafa Al Sarraj e il general Khalifa Haftar, vicino alla Francia, continua senza che si intravveda il raggiungimento di un’intesa.

    In primo piano la partita delle nomine europee
    Il dossier che ha la priorità è quello delle nomine europee. Anche per una questione di tempistica, particolarmente stretta: il Consiglio europeo del 20 e 21 giugno dovrà designare il successore di Jean-Claude Juncker alla guida della Commissione. Nonostante allo stato attuale il governo giallo verde, che esprime un’impronta “sovranista” su pressing della componente leghista, non abbia molte sponde in Europa, l’Italia ha comunque un peso politico, che le deriva dal fatto di essere tra i paesi fondatori dell’Unione europea.

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    I 5 top jobs europei, il peso dell’Italia e l’ipotesi di una sponda francese
    Di qui la possibilità, se non proprio di orientare, di “dire la sua” nella partita che porterà a indicare i cinque “top jobs” europei (presidenti di Commissione, Consiglio e Parlamento europeo, della Bce e l’Alto Rappresentante per la politica estera e di difesa europea) che andranno eletti nei prossimi mesi (gli incarichi apicali saranno operativi a novembre). Un peso che, guardando la situazione da un altro punto di vista, potrebbe far accentuare la flessibilità e l’inclinazione al dialogo dei partner europei sul rispetto dei parametri Ue in tema di conti pubblici. La Francia, con Spagna, Germania, Spagna, Portogallo e Belgio potrebbero infatti fare da sponda, e mediare affinché l’8 luglio, ovvero il giorno in cui l’Ecofin si riunirà per decidere se “premere il grilletto” sull’Italia e condannarla a un percorso forzato di riduzione del debito, la procedura per disavanzo eccessivo causato dal mancato rispetto della regola del debito rimanga sulla carta. Macron ha messo sul tavolo la candidatura di Angela Merkel alla presidenza della Commissione Ue, in base alla considerazione che per un’Europa forte servono vertici «con una credibilità personale, dotate di competenze». Per quanto riguarda invece la parte italiana, Conte nei giorni scorsi ha messo in evidenza che un dialogo con le attuali istituzioni europee è fondamentale anche «per far crescere il peso politico dell’Italia e per rivendicare un “portfolio” economico importante nella nuova Commissione Ue».

    La mini riapertura di Le Maire sul matrimonio FCA-Renault
    Il faccia a faccia Conte-Macron avviene nel giorno in cui dal governo francese giunge una “mini riapertura” a Fiat Chrysler per il progetto di aggregazione con Renault, a condizione però che si rafforzi prima l’alleanza con Nissan. Allo stato attuale, il tema non sembrerebbe tra quelli che verranno affrontati nel colloquio Conte Macron, ma è plausibile che, dopo le dichiarazioni rilasciate in mattinata dal ministro francese dell’Economia Bruno Le Maire in un’intervista a FranceInfo Tv («Come Stato non abbiamo mai messo il veto a questa operazione»), un passaggio sul dossier ci sia.

    Sul tavolo del bilaterale il futuro della Tav
    Rientra invece tra le questioni sul tavolo del bilaterale Conte - Macron di oggi la Tav. Sull’Alta velocità Torino Lione, ha spiegato il premier questa settimana, è in corso «un confronto con la Francia e la Commissione Ue, all’esito del quale potremo tirare le fila, in modo responsabile, trasparente. Come sempre». Dopo il boom della Lega alle europee, la Tav potrebbe essere la prima bandiera leghista a essere piantata in nome dei nuovi equilibri di governo. Una spinta in questa direzione arriva anche dal voto piemontese che ha confermato il crollo M5S (anche per l’ambigua difesa delle posizioni no-Tav) e un consenso per le forze si-Tav (il vincitore di centro-destra Cirio e il governatore uscente Chiamparino). A marzo la vicenda dell’infrastruttura si è sbloccata: una lettera è stata inviata da Conte alla Telt (la società italo-francese responsabile della realizzazione dell’opera) per «evitare di assumere impegni di spesa gravanti sull'erario italiano» e anche per «adoperarsi per non pregiudicare gli stanziamenti finanziari posti a disposizione dall’Unione europea». È stato nella sostanza il via libera a Telt, che con un consiglio di amministrazione successivo ha pubblicato gli “avis de marchés” (inviti a presentare candidatura) per la realizzazione del tunnel di base della Tav da 2,3 miliardi di euro.

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