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Dossier | N. 10 articoli Milano-Cortina 2026

Milano-Cortina, candidatura più forte dopo visita Cio e garanzie del Governo

Octavian Morariu (C), a capo della delegazione Cio, che sta valutando la candidatura di Milano e Cortina per ospitare le olimpiadi invernali del 2026 durante il meeting organizzato a Palazzo Reale, Milano, 5 aprile 2019 (ANSA / MATTEO BAZZI)
Octavian Morariu (C), a capo della delegazione Cio, che sta valutando la candidatura di Milano e Cortina per ospitare le olimpiadi invernali del 2026 durante il meeting organizzato a Palazzo Reale, Milano, 5 aprile 2019 (ANSA / MATTEO BAZZI)

Milano-Cortina fa un passo avanti notevole nella candidatura alle Olimpiadi invernali 2026 rispetto alla coppia rivale Stoccolma-Aare. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti, ha consegnato ai commissari del Cio le garanzie finanziarie del Governo. Giorgetti ha spiegato cheil Governo assicurerà i servizi di propria competenza come sicurezza e dogane per circa 400 milioni e quelle «infrastrutture di interesse generale, utili indipendentemente dai Giochi».

I costi per «il nuovo palasport di Milano o altri impianti fatti per i Giochi saranno sostenuti dal comitato organizzatore o dagli enti interessati», ha chiarito Giorgetti citando uno studio de La Sapienza «che dimostra come le imposte generate dagli investimenti degli enti locali più che ripagano i costi indiretti per lo Stato». Un’altra analisi della Bocconi, citata invece dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, indica «introiti per almeno 3 miliardi di euro, con un valore aggiunto di 1.2 miliardi, generato da un investimento di 868 milioni, con costi operativi di 952 milioni».

«Poi arriveranno anche gli svedesi, per ora abbiamo preso un po’ di vantaggio», ha aggiunto Giorgetti. In caso di successo finale, per il sottosegretario leghista
l'organizzazione dei Giochi dovrebbe andare a «una piccola società per azioni in cui sono tutti protagonisti, che possa agire con la correttezza, la trasparenza pubblica e l’efficienza tipica di un privato.

Dietro la svolta dell’Esecutivo giallo-verde, inizialmente freddo, c'è stato un braccio di ferro politico, come fa intendere anche il botta e risposta fra Luigi Di Maio e Luca Zaia, poco prima della presentazione delle garanzie. «L’importante è non creare cattedrali nel deserto», la puntualizzazione del vicepremier in
quota M5S, a cui ha replicato il leghista governatore del Veneto: «Non ne faremo, e non erano nemmeno ipotizzate dalli’nizio del cammino».

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che ha sottolineato l’unità senza
precedenti in Italia, dimostrata dall’endorsement delle scorse settimane del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e dai sondaggi per cui l’80% dei cittadini è a favore dei Giochi.

Entro fine maggio i commissari Cio pubblicheranno un report sulle due candidature cui i comitati organizzatori potranno replicare in vista del voto dell’assemblea del Cio del prossimo 24 giugno.

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