Una nuova scheda realizzata con Intel per portare Arduino nelle scuole e l’inizio della produzione in Italia dei moduli Genuino. Massimo Banzi porta i due annunci alla Maker Faire dopo mesi sfiancanti, sempre in viaggio tra Stati Uniti, Svizzera, Italia e Cina per mandare avanti la sua Arduino. «Sono stanco - confessa - ma abbiamo posto le basi per tornare già con l’inizio del 2016 al volume di produzione di schede che avevamo fino a qualche mese fa». In mezzo, una contesa sulla titolarità del marchio Arduino sulla quale dovranno pronunciarsi le aule giudiziarie italiane e americane dove il procedimento è in corso. (A questo link le puntate precedenti).
Oggi Banzi vuole parlare di altro. Del presente e del prossimo futuro della scheda che ha rivoluzionato il mondo della prototipazione degli oggetti più vari, rendendo chiunque ((o quasi) un potenziale artigiano digitale, o maker, come si dice oltreoceano.
Il primo passo è la rinnovata partnership con Intel: la prima volta, nel 2013, ne era nata la scheda Galileo, l’anno scorso Edison; questa volta Genuino 101 (Arduino 101 per il mercato americano), una scheda che può fare di ogni scolaro un maker. Al suo interno monta il nuovo, minuscolo chip a basso consumo energetico Curie, nato per il mondo wearable e presentato da Intel al Ces di Las Vegas lo scorso gennaio.
La 101 ha accelerometro, giroscopio e Bluetooth 4.0. Costa 27 euro e sarà disponibile da inizio 2016. «Si può comandare con smartphone e tablet, device ormai onnipresenti nella quotidianità dei più giovani» dice Banzi . L’idea è portare nelle scuole una competenza tecnico-informatica che è la stessa del mondo maker: le schede permettono di connettere oggetti, animarli, comandarli da remoto. Il progetto si inserisce nel programma Creative Technologies in the Classroom (Ctc) che Arduino ha già avviato in 300 scuole nel mondo. «Ora potremo arrivare in molte più scuole, più Paesi, facendo tesoro dei contatti e dei programmi di education che ha già in corso una grande azienda come Intel» continua Banzi. A oggi Ctc è dedicato ai ragazzi dai 13 ai 17 anni, ma verrà esteso dagli 11 ai 17.
I clienti saranno gli istituti di formazione e i governi, a seconda delle leggi dei Paesi. Verranno venduti l’hardware e i moduli di insegnamento: «I professori avranno dei codici per accedere a siti riservati dove offriremo loro formazione e assistenza. Alle scuole non serve a niente avere una stampante 3D se non c’è nessuno che conosce le basi della fabbricazione digitale». I dettagli finanziari della partnership non sono noti, ma l’idea è «andare sul mercato insieme», e dunque una spartizione dei ricavi sulle vendite.
A Roma per benedire l’accordo è venuto Josh Walden, senior vice president e responsabile della divisione nuove tecnologie di Intel. La scheda Arduino con all’interno il chip Curie sarà utilizzata l’anno prossimo nel programma tv «America's Greatest Makers» che andrà in onda su Tbs, emittente via cavo americana parte di Time Warner. Una sorta di Masterchef dove però al posto di essere premiato il miglior piatto sarà incoronato il miglior manufatto digitale.
La scheda verrà commercializzata come Arduino 101 negli Stati Uniti, dove la titolarità del marchio è di Banzi e dei suoi soci, mentre nel resto del mondo come Genuino 101, visto che il marchio Arduino è stato registrato in Italia e per estensione in altri Paesi dalla controparte nei due processi in corso, ovvero la Arduino srl di Ivrea guidata da Federico Musto insieme al cofondatore Gianluca Martino. Al momento, in attesa di una decisione del tribunale o di un accordo tra le parti che oggi appare difficile, ci sono due Arduino una contro l’altra: la Arduino srl vende in Italia le schede Arduino fatte a Ivrea ed è titolare del sito Arduino.org, mentre l’americana Arduino Llc - dove i soci sono Banzi e gli altri cofondatori, tra cui paradossalmente c’è anche Musto tramite il distributore svizzero Gheo Sa - è titolare del sito Arduino.cc e può usare il nome Arduino sulle sue schede solo negli Stati Uniti, mentre negli altri Paesi usa Genuino.
Non avendo più a disposizione le fabbriche di Ivrea, Banzi ha lanciato la produzione negli Stati Uniti con Adafruit e in Cina con Seeed Studios. Lo scorso 24 maggio aveva annunciato a Nòva24 la volontà di riportare parte della produzione anche in Italia, ora c’è l’accordo: il partner è la Axel Elettronica di Varedo, in provincia di Milano. «L’Italia avrà la seconda capacità produttiva dopo gli Stati Uniti» conclude Banzi.
Il lavoro degli avvocati, però, è tutt’altro che finito: la Arduino srl starebbe per depositare un ricorso d’urgenza per cercare di bloccare la produzione.
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