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Spotify tocca i 100 milioni di utenti a pagamento (ma continua a…

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Spotify tocca i 100 milioni di utenti a pagamento (ma continua a perdere)

Per il music business è sempre più l’era dello streaming e Spotify, l’ormai ex startup fondata in Svezia da Daniel Ek, è sempre più leader di mercato: nel primo trimestre 2019 ha tagliato lo storico traguardo dei 100 milioni di utenti a pagamento. Con un’accelerazione davvero sorprendente da gennaio a marzo, arco di tempo nel quale l’azienda quotata a Wall Street ha contato addirittura 4 milioni di abbonati, contro i 3,3 milioni inizialmente previsti dagli analisti. La piattaforma di streaming consolida insomma la propria leadership e investe sul podcast con le acquisizioni di Gimlet Media, Anchor e Parcast.

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Abbonati in crescita del 32%
La crescita è veloce: il balzo in avanti, per quanto riguarda i cosiddetti «subscribers» è del 32% (+25 milioni) anno su anno e del 4% sul trimestre precedente, ma i bilanci risultano ancora in perdita. Il fatturato di Spotify, nel trimestre in questione, è stato di 1,51 miliardi, per un incremento del 33% rispetto all’anno precedente. Le entrate derivanti dagli abbonamenti hanno rappresentato il 92% di questa cifra (1,39 miliardi), all’insegna di una crescita del 34% rispetto allo stesso periodo del 2018. Quanto ai ricavi da streaming supportato da inserzioni pubblicitarie, siamo a quota 126 milioni, il 24% in più sul primo trimestre 2018 ma comunque una cifra inferiore ai 175 milioni raccolti nel terzo trimestre dell’anno scorso. Una crescita che, secondo l’azienda, «non ha soddisfatto le aspettative, soprattutto negli Stati Uniti».

Perdite «migliori del previsto»
Le perdite operative di Spotify ammontano a 47 milioni, contro i 41 milioni del primo trimestre dell’anno scorso. L’azienda ha dichiarato che si tratta comunque di una perdita migliore del previsto, «risultato di un margine lordo più elevato e di spese di marketing inferiori alle previsioni». La società ha chiuso il primo trimestre con 1,7 miliardi di euro di liquidità. Stime prudenziali sulla fine del 2019 fanno riferimento a una forbice di 117-127 milioni di abbonati a pagamento.

Orizzonte podcast
Gli investimenti sul segmento podcast a quanto pare portano bene. «Abbiamo visto un piccolo beneficio incrementale dai podcast - fa sapere Spotify- durante il primo trimestre dopo le nostre acquisizioni di Gimlet Media e Anchor nel mese di febbraio e il lancio di contenuti di proprietà ed esclusivi. Prevediamo un’accelerazione degli introiti da podcast per la fine del 2019. Nel corso del tempo, la nostra ambizione è quella di sviluppare una soluzione pubblicitaria più robusta per questo segmento che ci permetterà di introdurre misurazione e capacità di reporting che abbiamo per il core business ad-supported».

La sfida con Apple nell’età dello streaming
Le performance di Spotify non sorprendono quanti hanno letto con attenzione l’ultimo rapporto Ifpi: a livello globale la cosiddetta «musica liquida» vale infatti il 47% dei ricavi della discografia e l’anno scorso ha conosciuto un incremento di 34 punti percentuali, grazie a un vero e proprio boom (+32,9%) dei contratti premium. Il 2018 ha fatto i conti con qualcosa come 255 milioni di utenti a pagamento delle piattaforme di streaming che da soli generano il 37% del fatturato della musica incisa. La crescita dello streaming ha più che compensato il calo del mercato fisico (-10,1%) e il tracollo del download (-21,2%), una formula di consumo ormai residuale. Sarà interessante, a questo punto, leggere i nuovi risultati dei competitor di Spotify, in particolare di Apple Music che, secondo l’ultima rilevazione, contava 50 milioni di utenti a pagamento.

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