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Viaggio a Saragozza, nel regno dell'arte mudejar

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Viaggio a Saragozza, nel regno dell'arte mudejar

La torre della chiesa di Santa María Magdalena con vista su quella di Nostra Signora del Pilar © Marka
La torre della chiesa di Santa María Magdalena con vista su quella di Nostra Signora del Pilar © Marka

Passeggiando fra i vicoli e le piazzette del centro storico di Saragozza, si nota un'architettura del tutto originale. Il campanile romanico della chiesa di San Gil, sulla Don Jaime I, o quello della chiesa di Santa Maria Magdalena in fondo a calle Mayor, per fare due esempi, sono decorati con motivi geometrici formati da mattoni e ceramiche e maioliche smaltate.

È l'arte mudejar, opera delle omonime maestranze musulmane a partire dal XII secolo. I mudejar, i musulmani che rimasero nella penisola iberica anche durante la Reconquista, mantennero il diritto di professare la loro religione in cambio di una tassa fino al 1526, quando, costretti a convertirsi al cristianesimo, divennero moriscos, fino alla cacciata del 1610. L'arte mudejar è il frutto di questo meticciato forzato: l'ultima, ma non la sola, testimonianza dell'epoca musulmana a Saragozza.

Il Castillo de la Aljafería fu per esempio edificato da Abu Yafar, re dell'allora Saraqusta. La piccola moschea dell'XI secolo, con le stuccature a fogliame, è un capolavoro poco celebrato. I frammenti pittorici dai colori vivaci e due sure del Corano in gesso dorato sono stati ben conservati dal grasso del cibo delle truppe spagnole che l'avevano trasformata in cucina. I regnanti cattolici Ferdinando di Aragona e Isabella di Castiglia vollero invece aggiungere il salone del trono con soffitto di legno dorato e policromo, in un trionfo di frecce e gioghi più tardi adottati dal franchismo. E se le citazioni cattoliche sono ancora pacate in piazzette come la San Felipe – su cui si affacciano l'omonima chiesa barocca e il Palacio de Argillo che ospita le sculture cubiste dell'amico di Picasso, Pablo Gargallo –, diventano plateali nell'enorme plaza del Pilar che dà le spalle al fiume Ebro.

Qui, la grande basilica conserva il Pilar, una colonna di pietra alta un metro e 77 centimetri che, secondo la leggenda, sarebbe stata portata dagli angeli il 2 gennaio del 40 d.C. nel luogo in cui Maria, ancora vivente, era apparsa a San Giacomo di Compostela. Un simbolo importante per tutto il mondo ispanico, 35 milioni di fedeli dal Messico alle Filippine rappresentati dalle bandiere nell'interno della chiesa e dalla Fuente de la Hispanidad sulla grande piazza antistante. La festa della Vergine del Pilar coincide invece, per scelta secentesca, con quella che celebra la scoperta dell'America, il 12 ottobre. Una ricorrenza che attira ogni anno migliaia di fedeli da tutto il mondo.

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