Prato, Toscana. Colonica di lusso, 160 metri quadrati, stile ottocentesco, ricavata da ex-convento francescano, ristrutturata nel 2003. È in vendita? Si affitta? No, si scambia. Se possibile con una casa di valore simile. «La cedo per le vacanze già da due anni – dice il proprietario Eros Giordano, imprenditore di 36 anni – e in cambio sono stato in ville e castelli, dalla Francia a Mauritius. Quest'estate, poi, andrò in una dimora di lusso in America. Da quando ho cominciato a fare gli "swap" mi muovo sempre così: conosco un sacco di gente, vivo come un abitante del posto e, in più, risparmio».
Forse è l'effetto della crisi o semplicemente la voglia di concepire le vacanze in modo diverso, ma ora anche le persone più facoltose decidono di barattare le loro abitazioni di prestigio con altre dello stesso livello: è cominciata l'era dello scambio di casa deluxe.
HOUSE SWAP "DELUXE": UNA TENDENZA APPENA NATA
Le agenzie attive a livello internazionale in questo tipo di operazioni si trovano soprattutto all'estero. Si va dalla britannica Ivhe all'americana Exclusive Exchanges, fino ai servizi luxury della canadese Global Home Exchange. La prima organizzazione che ha lanciato un servizio per lo swap di case di lusso anche sul mercato italiano è Scambiocasa: l'agenzia, succursale per l'Italia di HomeExchange (network americano fondato nel 1997), ha attivato da poco il circuito "gold", lo stesso a cui partecipa anche Eros Giordano. Il funzionamento è piuttosto semplice: pagando una quota associativa di 408 euro all'anno (più elevata rispetto all'iscrizione ordinaria per Scambiocasa: 84 euro annui) si ha la garanzia di alloggiare in una casa extralusso su misura, nella località che si desidera e nel periodo dell'anno più congeniale alle proprie esigenze.
UNA VACANZA D'ELITE: I NUMERI
Certo, i numeri su scala nazionale dimostrano che il fenomeno è ancora di nicchia: sulle 36mila inserzioni dichiarate da HomeExchange e sui circa 700 iscritti nel mondo al servizio deluxe, gli italiani che finora hanno aderito al circuito sono soltanto 17. Però, visto il successo dello scambio di casa in generale, viene da pensare che anche per questo settore le prospettive di crescita siano buone.
UN FENOMENO IN CRESCITA
Alloggi d'èlite o no, l'house swap è una pratica che anche in Italia si diffonde a vista d'occhio. «Anche se diffidenti per natura - spiega Francesca Forno, docente di sociologia all'Università di Bergamo e autrice di una ricerca sullo scambio di casa -, gli italiani che decidono di fare le vacanze nell'abitazione di un'altra persona sono in continuo aumento. Stiamo parlando però di una tendenza che finora interessa poche migliaia di persone». Se si sommano le statistiche comunicate dalle principali agenzie operanti in Italia e si tiene conto dei "baratti" organizzati autonomamente o all'interno di circuiti come i G.a.s. (gruppi d'acquisto solidale), il numero complessivo dei connazionali che scambiano la propria casa si aggirerebbe intorno alle 4000-4500 unità.
I SITI DI RIFERIMENTO IN ITALIA
In Italia i siti più frequentati dagli "house swapper" sono le sezioni italiane di network internazionali che operano già da tempo sul mercato. Una di queste è appunto Scambiocasa. «Dal giugno 2008 a quest'anno – dichiara la responsabile Cristina Pagetti - il numero di iscritti italiani è passato da 1000 a 1500 aumentando del 50 per cento, nonostante la quota associativa per il 2010 sia un po' più cara degli anni precedenti». Un buon trend di crescita lo segnala anche Annalisa Rossi, la referente italiana di HomeLink (quota associativa annua: 120 euro), un'organizzazione statunitense nata nel 1953 che nel mondo vanta oltre 13mila iscritti: «Negli ultimi tempi abbiamo avuto un balzo di associati anche in Italia e il miglioramento è del 10-15% ogni anno. A oggi siamo a quota 726, una cifra depurata dai dati sull'affitto e sui b&b, voci che a volte figurano nelle dichiarazioni fatte da alcune agenzie». Un terzo sito di riferimento per il mercato italiano è Intervac (500 iscritti, quota associativa: 115 euro), che fuori confine è attivo dal 1953 e arriva a raccogliere circa 15mila iscrizioni.
COME FUNZIONA: I PRIMI STEP
Per diventare "scambisti" di casa basta seguire alcuni passaggi. Il primo è trovare sul web chi fornisce il servizio e iscriversi pagando la quota richiesta. Oltre ai siti più consultati in Italia, si può contare anche sulle altre "swap agencies" online più affidabili come Global Home Exchange (10mila inserzioni, 25 euro all'anno di iscrizione), Ihen (33 euro all'anno), Swapeo (80 euro all'anno ma solo se si combina lo scambio) e Home for Home (gratuita). Negli Stati Uniti si utilizza spesso anche il sito generalista di annunci Craigslist, ma è una modalità di accesso al servizio che in Europa fatica a decollare.
NON SOLO CASE: AUTO, CAMPER, YACHT E PET SITTING
Prima di pubblicare la propria inserzione sul sito, è necessario descrivere bene (preferibilmente in inglese) cosa si vuole scambiare: di solito si cede la prima casa o la seconda (molto frequente nei casi di scambi non simultanei), ma c'è anche chi mette a disposizione l'auto, il camper o addirittura lo yacht, magari per barattarlo proprio con una residenza estiva "sulla terra ferma". C'è anche la possibilità di cedere le abitazioni in affitto, ma è buona norma comunicarlo ai legittimi proprietari. Inoltre, una formula che sta prendendo piede negli ultimi anni è quella del pet sitting durante l'estate: si lascia cioè la casa a qualcuno che la custodisca e si prenda cura degli animali domestici. «Chi sceglie questa soluzione – precisa Annalisa Rossi di HomeLink Italia – non pretende nient'altro in cambio. Una nostra iscritta che fa la ballerina classica doveva partire in tournée e ha lasciato una bellissima casa in centro a Parigi, vicinissima al Père-Lachaise, chiedendo soltanto che qualcuno desse da mangiare al suo gatto per i primi quindici giorni di agosto: per quest'inserzione è arrivata una valanga di richieste».
USA, SUDAFRICA E TURCHIA: LE DESTINAZIONI PIU' RICHIESTE
Una volta inserite le foto che dimostrino l'autenticità di quanto si è scritto, bisogna indicare le date in cui ci si vorrebbe muovere e soprattutto segnalare le possibili destinazioni. Fatti questi passaggi, l'annuncio è pronto per essere caricato nel sito: a questo punto comincia la ricerca di un partner per lo swap. Scorrendo le offerte dei database, si nota che non ci sono richieste particolari sul tipo di alloggio: si guarda che la casa sia comoda, ben accessoriata e non lontana dal centro della città o dalle attrazioni del luogo. In tema di destinazioni, invece, gli utenti dei siti di house swap diventano più esigenti. Le mete più in voga per il 2010 sono state gli Usa (soprattutto New York), la Turchia e quelle in cui si svolgono grandi eventi sportivi come il Sudafrica per i mondiali di calcio. Inoltre, in vista della coppa del mondo di rugby del 2011, già va forte la Nuova Zelanda.
ITALIA, META DEI SOGNI
E se gli italiani privilegiano le capitali europee come Parigi, Londra e Berlino, in cima alle preferenze degli stranieri c'è proprio l'Italia. Sono migliaia le persone in giro per il mondo disposte a cedere per qualche settimana mura, camere e lenzuola dei loro appartamenti pur di poter vivere in una vera casa made in Italy, perfino in provincia o in periferia. È anche per questo che avvengono gli scambi "non alla pari", quelli cioè che non tengono conto dell'equivalenza monetaria dell'abitazione ma solo della destinazione e delle persone con cui si organizza lo swap.
BILOCALE VS TENUTA EXTRALUSSO: GLI SCAMBI "NON ALLA PARI"
Un'esperienza di scambio non equivalente l'ha avuta Vittorio Bonini, pensionato di 62 anni e membro di Scambiocasa: «Io possiedo un bilocale di 60 metri quadrati nella periferia di Milano, in via Mecenate. Per il semplice fatto di vivere in una grande città italiana, l'ho potuto scambiare con una villa gigantesca a Noosaville, nel Queensland australiano, dotata di tutti i confort, piscina e imbarcadero con accesso diretto a un canale a due passi dal mare: un sogno». Un altro esempio? Diane, un'agiata signora di New York iscritta a HomeLink ha barattato il suo mega-appartamento da 4 milioni di dollari sulla Sixth Avenue, affacciato su Central Park, con un monolocale soppalcato a Porto Paglia, con vista sul mare della Sardegna: tutto per godersi in santa pace il sole e le spiagge dell'isola.
I TEMPI DI PREPARAZIONE DELLO SWAP
Normale o "folle" che sia, ogni swap necessita di almeno due-tre mesi per essere preparato nei minimi dettagli, anche al fine di evitare brutte sorprese. «Per quest'estate – fa notare Cristina Pagetti – la maggior parte degli alloggi è già stata prenotata. In genere, chi si mette in cerca a giugno-luglio lo fa in vista di settembre-ottobre. Solo chi decide di rimanere in Italia può sperare di impiegarci di meno, anche perché può usare più spesso il telefono e comunicare in italiano». Il processo richiede tempi piuttosto lunghi perché quando si individuano le mete e le abitazioni più vicine ai propri desideri bisogna compiere altri step. Come prima cosa è necessario contattare i proprietari e verificarne la disponibilità. Poi, trovato l'interlocutore disposto a combinare l'"affare", si passa alla trattativa vera e propria, anche se qui il denaro non c'entra.
LE TRATTATIVE
In questo contesto, la "trattativa" è lo scambio di mail in cui ci si mette d'accordo sul periodo e si fanno domande di tutti i tipi: com'è la casa, dove lasciare le chiavi, come pulirla e così via. In più, si cerca di capire meglio possibile quali siano le richieste e le abitudini quotidiane dell'altra famiglia: questa è la fase in cui si può ancora dire di no. Se invece si è convinti e ci si impegna a far ritrovare la dimora in ordine, lo swap può partire.
CI SI PUO' FIDARE?
Fiducia reciproca a parte, prima di mettersi in viaggio è consigliabile stipulare un contratto in cui si stabiliscono varie norme tra cui le modalità di pagamento delle bollette, il permesso di fumare in casa e la possibilità di ospitare altre persone, bambini e animali domestici. Un documento del genere, va detto, non ha grande valore giuridico ma è pur sempre "un pezzo di carta" al quale fare riferimento se dovessero sorgere dei problemi. Sì, perché il timore più diffuso di chi è alle prime armi in questo tipo di pratica è quello di ritornare a casa e trovarla danneggiata o addirittura svaligiata. Il rischio però è minimo perché – come giurano le responsabili delle maggiori associazioni italiane - non sono mai accaduti episodi di furti o danni gravi.
LE ASSICURAZIONI
Il vero "pericolo" che si può correre è invece quello di incappare in alcuni imprevisti come la rottura di un tubo dell'acqua o di una multa per divieto di sosta con l'auto dell'ospite. In questi casi però sono le stesse agenzie che aiutano a risolvere gli inconvenienti, talvolta anche mediante una vera e propria assicurazione. Scambiocasa, per esempio, ne offre una gratuita che tutela i soci in caso di annullamento del viaggio. La polizza volontaria che invece propone HomeLink (30 euro all'anno, tramite la compagnia Ami Filo Diretto) copre bagagli e salute di chi parte e garantisce un servizio di pronto intervento in caso di riparazioni urgenti (idraulico, elettricista, fabbro e così via).
IL RUOLO DELLE AGENZIE PER TUTELARE LA SICUREZZA DEI SOCI
Stare tranquilli al 100 per cento non è possibile, anche perché di solito sui siti si trovano solo testimonianze positive. Gli utenti del servizio, tra l'altro, non sono obbligati a fornire un feedback sull'esperienza di scambio appena vissuta. Gli iscritti però possono segnalare alla propria agenzia di riferimento le persone che non rispettano le regole e i responsabili provvedono a depennarli dal database.
PROFESSIONISTI, COLTI E "RESPONSABILI": I PROFILI DEGLI SWAPPER
Ma chi sono gli italiani che scelgono questo sistema per le vacanze? «In genere – dice la professoressa Forno – sono persone con un reddito medio-alto e di cultura elevata: insegnanti, liberi professionisti, imprenditori, manager. Si tratta di turisti "responsabili" che privilegiano viaggi dal forte valore culturale in cui dare particolare rilievo all'aspetto della condivisione con i locali. Dalla ricerca che ho condotto con Roberta Garibaldi, "Turisti per scambio", emerge che solo il 17,4% degli intervistati sceglie lo scambio di casa per risparmiare sui costi dell'alloggio. Il 36,5%, la maggioranza, dichiara di farlo per sperimentare un modo alternativo ed ecosostenibile di viaggiare». Per completare il profilo, c'è da aggiungere che lo swapper medio non è necessariamente giovane, proviene da una famiglia di almeno 4 persone e, se libero da impegni lavorativi, arriva a fare anche 4-5 scambi all'anno. «Chi punta soltanto a fare una vacanza low cost non si rivolge certo alle agenzie di scambio casa», dice Mariangela Vandoni, responsabile del circuito italiano LivingAway (quota d'iscrizione: 50 euro).
SENATORI, AMBIASCIATORI E VIP: LA TESTIMONIANZA DI CHIARA GAMBERALE
Tra gli italiani che hanno sperimentato l'house swap figurano anche senatori della Repubblica (che però si registrano con il nome del coniuge), ambasciatori e personaggi famosi del mondo della cultura. Come Chiara Gamberale: «Io e mio marito – racconta la scrittrice – abbiamo fatto questa esperienza due volte. La più emozionante è stata a Maui, alle Hawaii, dove abbiamo vissuto nella casa di due splendidi 75enni originari di Seattle. Li abbiamo ospitati a Roma per una sera nel nostro appartamento all'Eur, ci siamo scambiati le chiavi e siamo partiti. Dormire gratis è stato certamente un vantaggio, ma mentre eravamo lì una sensazione particolarmente bella veniva dal girare per la casa e guardare le foto di questa coppia: ogni tanto trovavo anche dei dolcissimi biglietti d'amore».
DOPO LO SCAMBIO
E dopo lo swap? Finita l'esperienza, di solito le relazioni di amicizia tra le persone continuano, soprattutto se non si abita a distanze siderali. Anzi, se il primo tentativo è andato bene, capita spesso che i partner dello scambio ospitino i rispettivi figli quando hanno bisogno di spostarsi per vacanza, studio o lavoro. I buoni rapporti favoriscono poi anche lo scambio di ospitalità, un fenomeno che negli ultimi tempi si sta diffondendo sempre di più tra gli "scambisti" più esperti. E se ancora non si sono formate delle comunità o social network di swapper, è pur vero che le maggiori agenzie promuovono una serie di eventi e di cene per far incontrare gli utenti più affezionati. Uno dei più recenti è il meeting internazionale organizzato da HomeLink Italia il 6 giugno scorso a Carbonera, vicino Treviso: tra i circa cento partecipanti c'erano anche iscritti provenienti dalla Finlandia e dalla Nuova Zelanda.
Eco & ego, così il lusso rispetta l'ambiente
Chic-nic, nei parchi e nei giardini con il catering deluxe
Alberghi diffusi: i borghi antichi fanno tendenza
© Riproduzione riservata