Le insenature scavate nelle scogliere, il blu profondo che si confonde con la linea verde dei manti erbosi, l'inevitabile spumeggiare delle onde. L'Irlanda non è un invenzione del marketing delle cartoline. Quello che avete scorto in innumerevoli vedute romantiche e in qualche film hollywoodiano è esattamente quello che trovate sbarcando qui. Specialmente se avete la fortuna di ammirarlo dal mare, approfittando delle strutture e dell'organizzazione di un Paese che sta riscoprendo la sua vocazione alla vela (e alla canna da pesca).
LE BALENE DEL CONNEMARA
È a ovest dell'isola verde, da Donegal a Dingle Bay, il vero paradiso della navigazione a vela e a motore, della pesca d'altura, delle esplorazioni sottocosta in kayak, e ancora delle immersioni. Specie spingendosi alle isole al largo della costa occidentale, ancora poco battute – con l'eccezione delle celebri Aran – dal turismo della bella stagione. È qui, nei limpidi fondali delle isole di Inishbofin, di Inishturk o di Clare, nei pressi della baia di Clew, che può capitare di imbattersi anche in balene, foche o delfini che seguono la Corrente del Golfo. Sulla costa che lambisce il Parco Nazionale di Connemara, a nord di Galway, un traghetto – se non vi siete procurati una barca con qualche compagnia di charter locale – collega Cleggan a Inishbofin. Sull'isola vi accoglie il piccolo, omonimo villaggio-porto di 200 anime dove si affacciano le rovine del Castello di Cromwell, confino di preti cattolici nella guerra di religione del XVIII secolo. Spingendosi a sudovest, nella baia di Galway, tappa finale della regata Volvo Ocean Race, l'approdo di Spiddal è il ricovero dei currach, tipiche imbarcazioni di legno ricoperte di cuoio e bitume utilizzate dai pescatori. In luglio una folla di spettatori invade la bella spiaggia di Kilkee per la regata che vede sfidarsi i college irlandesi, ma anche singoli appassionati. Da pochi anni, infatti, il West Clare Club Currachriproduce queste imbarcazioni su commissione, pronte ad andare in gara. I currach sono anche il simbolo delle isole di Aran, raggiungibili con il traghetto da Galway o, con meno miglia, da Doolin. È qui, sull'isola di Inis Mór, che si confezionano i famosi maglioni da lupi di mare, capo cult degli skipper di tutto il mondo da comprare direttamente in fabbrica all'Aran Sweater Market.
REGATE D'ALTO BORDO
A sudest del Paese, la vocazione marinara si mescola con la storia e con l'orografia. La città di Cork vanta due primati mondiali: il più grande porto naturale e il più antico e selettivo circolo nautico, il Royal Yacht Club fondato nel 1720. Esclusivo tanto da rifiutare l'ingresso a nomi blasonati del passato, oggi, più democraticamente, offre a tutti le delizie del suo ristorante, regno gourmet dello chef Gerard O'Sullivan. A fine giugno, il Club ha atteso l'arrivo del Round The World Clipper, la gara transoceanica dei velieri d'epoca, e dato il via alla Cork Week, prestigiosa regata che tornerà nel 2012.
Competizioni a parte, l'Irlanda occidentale, tra la baia di Cork e la penisola di Dingle, offre più di un'occasione per noleggiare una barca e godersi insenature, calette e minuscoli approdi con gli immancabili Guinness Pub. L'operatore italiano Filo Vent ha una base nautica a Dingle, da cui si possono raggiungere le isole Skellig, e a Kinsale. Qui Sovereign Sailingdispone di un veloce Elan 340, da preferire per un weekend. Da provare il ristorante del Kinsale Yacht Club, dove Francesco e Jean servono pesce locale con gusto italiano. A pochi chilometri, Cobh, ultimo scalo del Titanic prima del naufragio, dedica al transatlantico The Cobh Titantic Trail, itinerario tra luoghi e ricordi legati al grande transatlantico.
Risalendo fino alla capitale, per entrare nel clima dello yachting style gaelico, non si può perdere il Docklands Maritime Festivalche da fine maggio ai primi di giugno anima le banchine del fiume Liffey. Né il Belfast Maritime Festival, che si tiene a fine giugno nella capitale nordirlandese e nel 2009 vide l'arrivo dei velieri della Tall Ships Race. A proposito di vele. Spostandosi 30 chilometri nord di Dublino, tra Bettystown e Laytown, si può provare l'esperienza di scivolare sulle sterminate spiagge di sabbia con i kart a vela del landsailing, a 40 km all'ora.
GUARDIANI NEL FARO
Insieme alle piccole isole che circondano la costa come un ricamo, le vere star d'Irlanda sono i fari. Nella quiete di acque tranquille o avvolti dai frangenti, hanno ispirato gli scatti più suggestive dei fotografi del mare. L'ottocentesco faro di Fastnet Rock, il punto più meridionale d'Irlanda, nella contea di Cork, si distingue per la sua altezza e la sua fama di boa della regata oceanica Fastnet Race che parte dall'isola inglese di Cowes in Inghilterra. Ma quasi ogni promontorio ha una lighthouse con la sua storia: da quella di Loop Head a Clare, alla foce dello Shannon, a quella di Galley Head nel St. George Channel nel versante occidentale dell'isola. In alcune di queste, come il faro di Crookhaven, a sud di Cork, si può provare l'entusiasmante esperienza di dormire una notte come un guardiano del faro.
FUORI DAL GUSCIO
Sempre in barca, ma con un motore e una robusta canna da pesca in mano, si vive un'altra autentica specialità irlandese: la pesca d'altura. Fishing in Ireland è la società che riunisce una flotta di fisherman boats tra i 30 e i 50 piedi nelle basi nautiche di zone più pescose e meno esposte alle correnti da sudovest a nordovest dell'isola. Posti dove le prede – supertonni, marlin, pesci spada – sono da palmarès.
Ma cosa c'è, oltre al pescato, nella cambusa del lupo di mare irlandese? Crostacei e frutti di mare, naturalmente. Organizzate il viaggio a maggio, quando a Bantry, contea di Cork, si apre la sagra delle cozze. O ancora meglio a settembre, quando scattano i festival dell'ostrica. A dare il via è Hillsborough, nel Tipperary, con l'Oyster Festival di inizio settembre, seguito da Galway e Clarenbridge, sempre nella contea di Galway, paese che dal 1954 non ha mai saltato un appuntamento. E vanta un record ineguagliabile: 233 ostriche aperte in soli tre minuti. Salute.
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