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Creta: miti, natura e mare selvaggio

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Creta: miti, natura e mare selvaggio

Il piccolo villaggio di Loutro (foto Gareth McCormack / Alamy)
Il piccolo villaggio di Loutro (foto Gareth McCormack / Alamy)

Tarda mattinata, alla taverna a picco sulla spiaggia di Marmara, è già il momento del tradizionale giro di raki, la fortissima grappa locale. Rifiutare mentre Chrisostomos, il proprietario, fissa i pochi avventori negli occhi? Impossibile. Il rito si ripete in ogni casa, ristorante e locale. Si beve alla salute dei visitatori, ancora pochi in questo periodo dell'anno. A parte un gruppo di francesi di mezza età attrezzati con scarponi e borracce per ore di trekking in queste gole pietrose dove non è raro incontrare i kri kri, le capre selvatiche locali, abbarbicate su spuntoni di roccia.
La gola di Aradena, la zona più selvaggia di Creta sulla costa sud-occidentale dell'isola, è visitabile solo d'estate. Nel resto dell'anno tra queste pareti di roccia verticali scorre un corso d'acqua che si asciuga con i primi caldi e lascia scoperto il fondo sassoso, qualche carcassa di capra e arbusti di oleandri.

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Dai tavoli della terrazza lo sguardo cade sui pochi bagnanti della piccola spiaggia, che si inabissa velocemente nell'acqua fredda e trasparente del mare Libico. È una calma apparente e provvisoria, ad agosto questa striscia pietrosa si riempie fino all'inverosimile per i battelli e imbarcazioni private che ogni giorno raggiungono questo piccolo molo.

L'APPRODO AL VILLAGGIO DI LOUTRO
La navigazione riprende. Superato l'ultimo promontorio si avvista il villaggio di Loutro. Poche case bianche dagli infissi azzurri che ricordano l'architettura delle Cicladi, stanno aggrappate alla spiaggia. Loutro è tutta qui, un susseguirsi di locande. Qualche stanza al primo piano, l'odore della carne arrosto che viene dagli spiedi, vicino all'ingresso e il rumore delle onde.
Atmosfera sonnolenta, l'aria immobile di un pomeriggio di tarda primavera. Qualche tedesco prende il sole sulla spiaggia. Su questo breve lungomare c'è tutto: pesce appena pescato, divani in pelle dove sorseggiare un caffè ghiacciato con panna, pareti coperte di foto in bianco e nero di famiglia. Loutro è un posto rilassante, un piccolo paradiso tra maggio e giugno, adatta ai viaggiatori indipendenti con abitudini spartane.

LE SPIAGGE DI PLAKIAS E DAMNONI
Per chi non si appaga solo di bellezze naturali il centro più vicino è Plakias, poco più a est. Qui si trovano alberghi (di solito abbastanza essenziali), negozi, supermercati e bar. La città accoglie turisti giovani che qui, però, non trovano la vita notturna vivace della costa nord di Creta. Si tira tardi in bar con musica altissima e qualche discoteca.
Plakias affaccia su una bellissima baia ma spesso la spiaggia è spazzata da un vento violento.
Le spiagge più belle di questa zona sono a qualche chilometro di distanza, a Damnoni separata da Plakias da promontori rocciosi. Si tratta di tre spiagge sabbiose, una delle quali per naturisti. Alle spalle delle costa c'è un piccolo villaggio con alberghi e ristoranti piuttosto semplici e informali. La struttura più confortevole è il resort Hapimag. Quasi 200 appartamenti immersi nelle macchia mediterranea, con due ottimi ristoranti, uno sulla terrazza e un altro a bordo piscina, un piccolo market e campi da tennis.

IL MONASTERO DI PREVELI, SULLA STRADA PER RETHYMNO
Per una vacanza meno selvaggia e più mondana basta spostarsi di una trentina di chilometri, sulla costa Nord, a Rethymno. Il tragitto, anche se di pochi chilometri, richiede più di un'ora di auto. Davanti ai finestrini il paesaggio cambia continuamente. Si superano gole, pareti di roccia e caverne preistoriche. Pendii coperti di ulivi, larici e gelsi, dal cui legno si ricava la lira, lo strumento a corda locale. E poi gli eucalipti, importanti dall'Australia un secolo fa, e i carrubi, da cui si ricava la zelita la "coca cola locale".
Facendo una piccola deviazione si può visitare il monastero ortodosso di Preveli, costruito nel ‘600. Il complesso comprende una chiesa e un museo che espone icone antiche e si trova su un'altura che domina la baia sottostante. Reliquie sacre, episodi della Resistenza si intrecciano nella storia di questo piccolo monastero di campagna, dove pavoni, tacchini e asini passeggiano a pochi metri di distanza.

Rethymno è un piccolo condensato di storia cretese. Conquistata dai veneziani nel XIII secolo, la cittadina mantiene ancora il suo quartiere antico attorno al porto. Basse case dai muri spessi ristrutturate ospitano ristoranti, alberghi e negozi. La vita serale per i turisti si concentra nei locali che affacciano sul porto veneziano. Pesce esposto su letti di ghiaccio, camerieri poliglotti e musica commerciale a volume altissimo contrastano con i pescatori che riparano le reti sul molo, a pochi passi.
Alle spalle di questa zona continua la città vecchia. Qui i negozi, in bellissimi palazzi d'epoca, vendono la solita paccottiglia per turisti. Lo shopping è piuttosto deludente. Comuni sandali in cuoio, gioielli in argento, i soliti prodotti per la pelle a base di olio d'oliva e di olio di cocco. Meglio fare un giro veloce e sedersi in uno dei pittoreschi ristoranti di questo labirinto. Uno dei più belli, in Xanthoudidou Street è AVLI. Il ristorante occupa una villa veneziana ricostruita con elementi originali del '500. Ha un piacevole patio interno e volte a vista. I proprietari affittano anche degli appartamenti ricavati dai palazzi storici sulla strada accanto. Pavimenti in legno, muri in pietra, jacuzzi e il comfort di un recupero contemporaneo che rispetta l'archittettura originaria.

IN FILA PER IL TRONO PIÙ ANTICO D'EUROPA
Ma Creta è soprattutto l'isola del mito. Di Minosse e del Minotauro, della lotta tra l'uomo e la bestia. Prima di lasciare l'isola dall'aeroporto di Heraklion non si può evitare di svoltare verso la periferia del capoluogo. Dopo avere superato strade anonime e palazzi bassi ancora in costruzione, si arriva all'ingresso del Palazzo di Cnosso.
«È il secondo sito archeologico più visitato della Grecia, dopo il Partenone», avverte la guida. E si vede. Si sta pigiati, come sui mezzi pubblici alle 8 del mattino. Gli scavi occupano una superficie molto ampia, resti di pavimenti e abbozzi di mura sono originali, molto invece è stato ricostruito in cemento armato dal Sir Arthur Evans, scopritore del palazzo all'inizio del 900. La fila per vedere il piccolo trono dei re di Creta, il più antico d'Europa, è lunghissima e il sole non dà tregua. Gli appartamenti della regina sono chiusi da anni e non è chiaro quando i lavori saranno finiti.
Meglio voltare le spalle al sito e respirare le resine dei pini che coprono la collinetta. A qualche passo dalla folla dei turisti, nella calma della macchia mediterranea riemergono i racconti della Grecia antica, del coraggio di Teseo e dell'astuzia di Arianna
E per qualche secondo Creta rientra nel mito.

10 giugno 2011, aggiornato il 12 giugno 2012

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