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Van Gogh reloaded nella giovane Amsterdam

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City Break

Van Gogh reloaded nella giovane Amsterdam

Lo Science Center Nemo, il più grande Museo delle Scienze dei Paesi Bassi (foto Enrico De Santis)
Lo Science Center Nemo, il più grande Museo delle Scienze dei Paesi Bassi (foto Enrico De Santis)

Ormai è la mecca dei giovani artisti sperimentali, che rinunciano al sole mediterraneo in cambio di studi, laboratori e tecnologie impensabili in altri Paesi europei. Gallerie, centri d'arte, media center di diverso tipo e dimensioni fanno di Amsterdam una delle scene artistiche più dinamiche ed effervescenti del momento. A cominciare dall'ormai storico Museo Stedelijk, che conserva un'eccellente collezione d'arte moderna, contemporanea e di design, in una sede che è il cuore del Museumplein (il quartiere dei musei), da poco riaperta, anche se solo provvisoriamente, mentre terminano i restauri che durano da sette anni.

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Tra le diverse proposte per i prossimi mesi spiccano Avalanche, una video installazione di Keren Cytter, e il film Garden di Runa Islam: un sintomo del momento felice che stanno vivendo le arti audiovisive. L'offerta artistica dello Stedelijk, che ha appena iniziato una campagna per liberare Ai Weiwei, l'artista cinese imprigionato, si completa con quella di De Appel. I suoi curatori lo definiscono una vera cassa di risonanza. Sarà per l'alleanza stretta con due importanti teatri di Amsterdam, lo Stadsschouwburg e il Frascati, per l'importanza data a testo, parola e performance piuttosto che alle immagini, e sarà per il gemellaggio con centri d'arte internazionali che segnano le tendenze, come la Tate di Londra e The Kitchen di New York.

PASSATO E PRESENTE: TUTTO IN UNO SCATTO
Ad Amsterdam gli appassionati di fotografia hanno solo l'imbarazzo della scelta. Il Foam, il Museo di Fotografia della città, spazia dalla fotografia documentale e giornalistica ai reportage di moda e alle foto di celebrities, passando per la fotografia classica, storica o contemporanea, e mettendo in mostra sia autori consacrati sia talenti emergenti. Ma chi si trovasse in zona non perda l'occasione di acquistare nel bookshop i libri d'arte a prezzi ragionevoli, a volte editi dallo stesso museo, o di prendere una copia del prestigioso Foam Magazine, che seleziona e promuove il meglio della produzione visiva internazionale. Il tempio della fotografia contemporanea è però l'Huis Marseille Amsterdam's Museum for Photography, un centro privato, situato nella casa di un mercante francese dell'epoca di Rembrandt, che rinnova le mostre ogni tre mesi e con un unico obiettivo (per altro sempre centrato): quello di stupire. Lo stesso connubio tra antico e moderno, che rende così affascinanti gli allestimenti all'Huis Marseille, affiora nell'Oude Kerk (Chiesa Vecchia), dove riposa la moglie di Rembrandt, e che accoglie ogni anno, tra aprile e giugno, le migliori istantanee del World Press Photo. Ancora foto, ma all'insegna dell'epoca d'oro del rock, al Rockarchive: una galleria piccola, ma piena di sorprese, che mette in fila dalle immagini mitiche che sono diventate icone di una generazione agli scatti privati, e segreti, di rockstar come Blondie, Springsteen o un giovanissimo Sting.

NELL'ATELIER DEL MAESTRO
A molti sembrerà strano ma, all'ultimo piano di quello che oggi forse è lo spazio olandese più votato alle nuove tecnologie applicate all'arte, Rembrandt dipinse la sua celebre Lezione d'anatomia. Siamo dentro la Waag Society, una piattaforma d'azione e riflessione, così come viene definita, completamente dedicata alle culture contemporanee. Tra i suoi laboratori ci sono il FabLab, che vede in azione stampanti digitali tridimensionali con cui tutti possono materializzare le loro idee, e il Cinegrid Studio, con una parte dedicata alle proiezioni e un'altra all'edizione di video d'autore. Sulla stessa linea, The Netherlands Media Art Institute, un centro specializzato in arti audiovisive, è il primo d'Europa ad aver creato un protocollo per la collezione e la conservazione delle opere realizzate con materiali elettronici e digitali, come i video o le opere di Software Art, particolarmente a rischio di invecchiamento precoce visto lo sviluppo accelerato dell'industria tecnologica. E oltre a un interessante programma espositivo, con quattro mostre annuali, il centro ospita anche le opere di prestigiosi centri come il Lijnbaan Centerdi Rotterdam, The Groninger e il Kröller-Müller di Otterlo.

TUTTO INSIEME, APPASSIONATAMENTE
Ma sono i centri multifunzionali che continuano a mietere successi in fatto di esposizioni e visitatori. Per esempio, lo Smart Project Space è un eccellente esempio di multispazio di ultima generazione. Ospitato nell'edificio dell'Istituto Anatomico Forense, conta due sale d'esposizioni: una per le proiezioni di videoarte, l'altra per cinema e teatro, più una libreria-caffetteria con spazio lettura annesso. Il suo principale obiettivo è mettere in contatto artisti di diverse discipline tra di loro e con il pubblico. Così, oltre alla già di per sé varia umanità che frequenta lo spazio, ci sono dieci studi occupati da altrettanti artisti in residenza, che contribuiscono con le loro iniziative personali a creare interessanti dinamiche di interazione. Lo dimostra la pagina web che offre un'estensione digitale dello spazio, capace di coinvolgere il pubblico in un vero viaggio virtuale tra i numerosi eventi che compongono l'intensa programmazione. Nello stesso ambito di ricerca si trova anche il PlanetArt Artspace & Medialab, un centro creato da un gruppo di artisti impegnati sul fronte della creazione elettronica e multimediale, che cercano di mescolare la cultura popolare locale con nuove tecnologie e la Rete. Perché mescolare e abbattere le barriere tra le discipline è la parola d'ordine, anche quando si parla di scienza.

Lo si fa per interessare non solo gli esperti, ma anche i visitatori più piccoli e i semplici appassionati. È il caso del Science Center Nemo, il Museo della Scienza completamente interattivo, disegnato da Renzo Piano, che dalla sua splendida terrazza sul tetto regala una vista spettacolare anche a chi non vuole visitare il museo, visto che esiste un accesso gratuito dalle scale di Prince Hendrikkade. Ma vale la pena anche solo entrare per vedere l'architettura dell'edificio: molti pensano che abbia la forma di una balena, ma sembra che l'architetto italiano pensasse piuttosto allo scafo di una barca. L'esterno è ricoperto di rame, un materiale che cambia con il tempo e che dà all'edificio un colore unico e indefinibile. Per il resto, potrete premere bottoni, tirare travi, spostare oggetti, lasciare che un computer valuti se sapete suonare la batteria, fabbricare liquirizia, fare bolle giganti, costruire una casa con polistirolo e bambù. Perché l'unica proibizione è non toccare e, anche se la maggior parte delle attività è pensata per una fascia d'età compresa tra i 6 e i 16 anni, tutte risultano affascinanti e divertenti anche per gli adulti.

Quanto alle gallerie d'arte, ce ne sono molte e sparse in tutta la città, ma ultimamente il quartiere più trendy è senza dubbio il Jordaan, dove si snoda il circuito più indipendente e innovatore. Spiccano Annet Gelink Gallery, Motive Gallery e Gabriel Rolt, presenti nelle principali fiere internazionali, che combinano esponenti della creatività olandese con artisti stranieri, così come l'avanguardia consacrata con gli artisti emergenti più sperimentali.

22 luglio 2011

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