Dalla skylounge all'ultimo piano del Doubletree by Hilton (ex Mint Hotel) lo sguardo spazia sulla città vecchia: il quartiere a luci rosse, la trecentesca chiesa di Oude Kerk, la piazza di Nieuwmarkt. Eppure il Doubletree – un poliedro irregolare di vetro e cemento che con 553 camere è il più grande albergo della capitale olandese –, inaugurato l'anno scorso, è una delle immagini della nuova Amsterdam.
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Quella che cresce sulle banchine del porto, sulle isole artificiali di Java, Knsm e Sporenburg, oltre il canale IJ, a Noord, a sud verso l'aeroporto di Schiphol. Basta guardare quella sua insolita geometria fatta di stretti spigoli e terrazze, pareti di vetro e giardini pensili, che va a morire in un'ala sospesa, simile a una palafitta. Dentro, le linee si fanno più pulite, i volumi rigorosi, spezzati soltanto dalle tinte forti degli arredi come i divani rosso carminio e le poltroncine verde acido. Nelle camere – una novantina, dotate di balcone privato – i bagni sono di un severo bianco e nero e lo schermo di un iMac fa da computer e televisore. Tutt'intorno fervono i lavori che faranno di questo pezzetto di città la piazza blu della capitale olandese, un'isola verde e pedonale, abbracciata a sud e a nord dall'acqua del canale.
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Gli alberghi ad Amsterdam cambiano con lo skyline, s'installano dentro i monumenti dell'architettura moderna, recuperano ex ospedali, vecchi orfanotrofi e cisterne in disuso. Tengono il polso dei cambiamenti e diventano il biglietto da visita di una capitale dalle tante vocazioni: la moda, l'ecologia, il design, l'arte. Vocazioni che spesso trovano la loro vetrina proprio nella hall di un albergo. L'Art'otel, che dovrebbe aprire antro l'anno proprio di fronte alla Stazione Centrale, accoglierà una galleria d'arte di circa mille metri quadri, mentre l'Exchange, che se ne sta sulla Damrak, proprio a due passi dal Red Light District, sarà una particolare passerella per giovani stilisti. Il Conservatorium, inaugurato da pochi mesi, ha interni e arredi firmati dall'architetto e designer Pietro Lissoni, che ha alleggerito le linee originali dell'edificio con corridoi vetrati e grandi camere su due livelli che sfruttano l'agile struttura dei tetti nordici.
E c'è anche chi scommette che un severo ex ospedale civico può diventare un hotel di charme, senza per questo perdere la sua identità: il nuovissimo Eden Amsterdam Manor non ha rinnegato il suo passato, ben visibile nell'imponente facciata in mattoncini rossi e nelle grandi finestre squadrate che scandiscono con ritmo monotono i suoi tre piani. Dentro, però, l'austero nosocomio si trasforma in un'esplosione di ambienti luminosi e ludici, come la candida hall ingentilita da lampadari di cristallo e rallegrata da tavolinetti a forma di croce rossa, o le camere con le pareti che riproducono opere oniriche a far da spalliera ai letti e vezzose macchie color arancio che ravvivano il parquet scuro.
ECO FRIENDLY È BELLO
Se in centro città si aprono alberghi nei palazzi storici, nelle zone più periferiche si scommette sull'energia verde, sulla sostenibilità e sulla solidarietà. All'aeroporto di Schiphol, il Dorint Hotel ha un intero piano di camere dove il letto e la biancheria, dal piumone agli asciugamani, sono fatti artigianalmente e acquistati tramite il commercio equo-solidale così come fiori e frutta che decorano gli spazi comuni; i rubinetti e le docce sono a risparmio idrico, i cosmetici sono biodegradabili e le penne usano inchiostro senza piombo. Stessa filosofia ai due Conscious Hotel, il Museum Square a due passi dal Museo Van Gogh, e il Vondelpark affacciato sull'omonimo parco. Qui i tetti sono diventati giardini, gli arredi sono in materiale riciclato e organico – come i materassi di cocco, i cestini di plastica ottenuti dal granoturco, il legno dei mobili certificato Pefc (Programme of the Endorsement of Forest Certification) –, l'energia utilizzata è pulita, la colazione a base di prodotti rigorosamente bio, la spazzatura gettata in bidoni per la raccolta differenziata. Persino i gadget del negozio dell'hotel sono ecologici: bambole in lana di yak e bambù, vino biologico, cosmetici organici e libri in carta riciclata.
«Quando mio marito aveva quattro anni questo era il pollaio» racconta divertita Petra Toren indicando il bellissimo Garden Cottage dell'hotel di famiglia, il The Toren: una grande suite in giardino con veranda vetrata e una vasca jacuzzi doppia che troneggia in mezzo alla camera e si accende dei colori della cromoterapia. «L'albergo allora aveva una stella ed era piuttosto spartano. È cambiato un po' alla volta, come una casa che muta aspetto seguendo i gusti dei proprietari; proprio per questo è così originale». Il risultato è un palazzo secentesco dagli arredi barocchi, nei toni dell'oro, del nero e del porpora: specchiere dalle imponenti cornici dorate, lampadari di cristallo, pesanti tende damascate, divanetti di velluto e un salotto dove viene servita la prima colazione dominato da una parete bar.
Meno teatrale – a parte gli scenografici scaloni – l'Arena, che si affaccia sul verde dell'Oosterpark. Qui gli arredi di design dalle linee scarne e dalle tinte chiare contrastano con l'architettura del palazzo, un orfanotrofio per bambine costruito nel 1890. Il Grand Hotel Amrâth invece è stato ricavato all'interno di un capolavoro architettonico dei primi del Novecento, la Scheepvaarthuis, firmata dalla celebre Scuola di Amsterdam. Non ha una griffe particolare ma è altrettanto insolito l'edificio che ospita il De Windketel, hotel a una stanza nel quartiere di Westerpark: una torretta ottagonale dove un tempo era installata una cisterna d'acciaio e ora è una suite di tre piani. Una sola camera – con soggiorno, bagno e cucina – anche per Op het Altaar, indirizzo di charme in un'ex chiesa del XVIII secolo. Qui il vecchio altare fa da spalliera al letto. Unico neo, il prezzo: 350 euro a notte.
LOW COST, MA SEMPRE RAFFINATO
Se assicurarsi una chiesa in esclusiva per una notte non è proprio a buon mercato, nella capitale olandese non mancano però le camere low cost. Anche raffinate. Come quelle del CitizenM, arredate con pezzi di design: sedie firmate Eames, divani di Hella Jongerius, un enorme leggio opera di David La Chapelle. Economiche e a tema le camere dell'Hemp, dedicate al Tibet e alla Giamaica, dove tappeti, tende e lenzuola sono fatti di canapa. L'Hempvanta anche un'invidiabile posizione nella cintura meridionale dei canali, tra l'Amstel, il Singelgracht e il Prinsengracht.
Centralissimo il Tulip Inn, proprio alle spalle della Damrak, la grande arteria che taglia il centro storico a ridosso del De Wallen. Un palazzo d'epoca che conserva il fascino autentico delle case antiche di Amsterdam: i sottotetti con travi a vista, le scale elicoidali in legno con i gradini stretti e ripidi, i pavimenti dove il parquet, ora ricoperto da una spessa moquette, è mobile e irregolare. È perfetto per chi arriva in città molto tardi o parte presto l'Ibis Amsterdam Centre. Proprio accanto alla Stazione Centrale, ha un bar aperto 24 ore su 24 e la colazione viene servita già alle quattro del mattino. Stanze dagli arredi moderni con i pavimenti in parquet e un curioso plus, il Fifteen Minutes Satisfaction: se c'è un problema e il personale non lo risolve in un quarto d'ora si dorme gratis per una notte.
10 maggio 2012
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