Sono storie che si snocciolano come i grani del komboloi, il rosario greco, ai tavolini del porto. La sequenza di Carrie (Sarah Jessica Parker) che salpa con il suo megayacht salutando turisti affranti dalla canicola. O un passaggio dell'imprenditore Diego Della Valle sul Marlin, leggendario motoscafo di John Fitzgerald Kennedy. Symi, in estate, è una passerella di celebrities. Ma anche buen retiro di attori e designer, lady inglesi very posh, italiani innamorati del bello che hanno comprato case in tempi senza spread. Un'isola delirante al mattino quando arrivano da Rodi gli aliscafi e i traghettoni del turismo mordi e fuggi.
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Alle 16, però, la flotta sparisce, e l'isola ritrova la sua aristocratica magnificenza. Gli yacht, in un rituale scandito dalle ore del tramonto, entrano in fila indiana nel porto di Yalos, sul versante est, o nelle baie profonde del nord, avvolte dal profumo delle resine di pino portato dalle brezze dell'imbrunire. Elegante e un po' austera nelle architetture neoclassiche – con i timpani e le lesene, i pastello e rosso ocra delle facciate a sfidare il tempo con alterne fortune – questa piccola isola del Dodecaneso, più turca che greca per latitudine, non ha perso la sua identità. Famosa per i suoi maestri d'ascia e le loro veloci e robuste galee, apprezzate dalla Grecia intera e dagli stessi ottomani,
Symi è stata nei secoli una sorta di zona protetta in questa burrascosa area di confine dell'Egeo. Una piccola Svizzera. Con il tempo, la pace e le risorse sufficienti a mettere insieme quel kolossal architettonico che sono oggi le sue archontikà, le dimore della borghesia armatoriale del XIX secolo, splendenti di colori sul porto. Il passaggio dei turchi, poi degli inglesi, dei tedeschi, degli stessi italiani, ha dato però al tutto un tocco di melting pot che traspare oggi un po' ovunque. Quanto ai suoi gloriosi marinai e carpentieri, citati nell'Iliade, ne restano oggi segni solo nel cantiere di refitting dei caicchi, sotto la torre dell'orologio in testa alla banchina. Dove lavora Giovanni Tsaggarinos, l'ultimo dei maestri d'ascia, già allievo del grande Dimitri Zaxaria. Qui, da pochi anni è stato risistemato anche un minuscolo Museo Navale e di Storia Popolare che ripercorre il passato del luogo (per sapere se è aperto: tel. 0030-2246072569). Kalliopi Moraiti, con un minuzioso lavoro di ricerca, ha classificato anfore, oggetti di carpenteria navale e strumenti per la pesca degli spongi, le spugne di mare, altro antico vanto locale, anche se oggi l'Egeo non è più tanto prodigo di porifere, e nei negozietti del porto le spugne sono quasi sempre africane o, peggio, sintetiche. Banchetti di spezie, antichi caffè e minuscoli ristoranti sono un unico vivace dehors lungo la banchina. Tholos, in un ex ricovero di imbarcazioni, è un ristorante senza pretese, ma il suo fritto di pesce azzurro merita la citazione.
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Vaga atmosfera Montmartre invece al Muses (vai al sito), con i suoi tavolini azzurri sotto il porticato. Fernando e Lisandro Damonte amano il tocco fusion nei loro piatti – tra tartare di tonno con schiuma di zenzero e wasabi e fiorellini selvatici –, ma non trascurano di mettere in tavola i garidakia, gamberetti rosa pescati con reti speciali a una profondità di 40 metri. Indirizzo del momento, capita di vederci Naomi Campbell o Salma Hayek. Anche Mythos di Stavros punta sulla cucina greca contemporanea, ma non manca un antipasto che si trova solo qui: foglie di vite ripieni di riso e lenticchie con scorza d'arancia. Tavole più tradizionali? Pantelis, con zuppe di pesce freschissimo e tavoli a filo d'acqua. O la Taverna di Meraklis, celebrata per i frutti di mare. Per la notte, sul lungoporto ci sono l'Aliki, primo hotel di charme dell'isola, una kapetaneika, "casa di capitano" del 1895, con mobili tradizionali, o una novità: il raffinato The Old Markets (vai al sito), Best Hotel 2012 per Traveller: poche camere a tema (veneziana, ottomana, araba), suite, argenti del re greco Giorgio I, pezzi del Café de Paris e del Savoy di Londra. Più semplice, ma suggestivo, il piccolo hotel di Michaelis e Fiona offre poche stanze in una casa in stile locale dal frontone turchese. E per il dopocena lo Tsati Bar è il locale pieds dans l'eau più trendy, con musica chillout, granite d'uva e di fico, e il miglior espresso di Symi. Salendo alla Chòra, la città alta sul porto, nel mosaico di case e vicoli acciottolati, il Mylopetra (vai al sito) è il ritrovo gourmet dello yachtinginternazionale, dove Tom Hanks, Rita Wilson, o Abdallah e Rania di Giordania, sbarcati dall'enorme Delma, spilluzzicano il pane e la pasta fatta in casa e meraviglie come le cappesante in crema di patate e porri con olio di vaniglia o i medaglioni d'aragosta in salsa di porto bianco. Per scoprire la Chòra, aggrappata sul Monte Vigla, bisogna scalare i circa 400 gradini di Kali Strata prima di immergersi nelle reminiscenze del borgo medievale dove le symian, costruzioni isolane neoclassiche, hanno preso il sopravvento. Nella Symi Gallery ci sono belle mostre fotografiche sull'isola: si tira il fiato e, in fondo alla scalinata, ci si gode la vista sulla grande casa fortezza di Hatziagapitòs e sulle casette bianche di calce con cortili a ciottoli bianchi e neri in sinuose figure geometriche. L'alternativa per visitare la città vecchia è il bus grigio-verde che, sulla strada che da sudest di Yalos tocca i resti del trecentesco Castello dei Cavalieri di San Giovanni; dalle sue mura, che inglobano l'affrescata chiesa di Megali Panagia, la costa turca sembra appena al di là del mare.
TAXI PER LA SPIAGGIA
A Symi c'è una spiaggia per ogni desiderio. Vicina al porto, Nos regala 50 metri di scogli e roccia che annunciano il susseguirsi di piccolissime calette nel nord dell'isola. Sulla costa ovest, Agios Vassilios, con i cipressi che contendono il terreno ai ciottoli bianchi e Agios Nikolaos, sabbia dorata all'ombra di pini marittimi, sono due oasi immerse in un mare dai fondali trasparenti. Per vederle, un taxi-boat (tel. 0030-2246071423, 11-15 euro) collega Yalos alle mete più belle della costa, compresi il villaggio di pescatori di Pedi o da Agia Marina, porticciolo con una chiesetta bianca gettonatissima dagli inglesi per matrimoni pieds dans l'eau. A nordovest si apre la baia di Agios Emilianos, specchio d'acqua trasparente chiuso a nord da un istmo naturale percorso dalle capre e, a sud, con uno stretto sentiero di pietra che taglia la laguna verso un monastero sulla roccia. A sorpresa l'interno dell'isola, sparso di boschi di cipressi. A sud si arriva invece sulla strada principale che parte da Yalos. Sorge sulla punta estrema il monastero ortodosso di Panormitis. L'altro più importante centro religioso isolano è a nord; tra Emporios (con il suo Museo Archeologico Bizantino) e Nikia, il monastero di Kyra vanta profili tinteggiati di turchese e una terrazza con una gran vista. La stessa che si gode dalla candida Cappella di San Giorgio, che domina tutta la baia di Emporios, o dal monastero di Sotiris Megalos, verso Panormitis dove l'aria profuma d'origano. A Symi ci sono oltre 60 tra cappelle e chiese, e da tutte parte un sentiero verso una piccola baia (per i trekker, vai al sito per la mappa di tutti sentieri). Ma per trovare ancora meno turisti si può salpare da Pedi per l'isoletta deserta di Nimos, ideale per piccole immersioni (senza bombole, essendo tutta l'isola area archeologica protetta). Anche la minuscola Seskli, a sud, merita un ormeggio (c'è un moletto con pescaggio minimo) per godersi l'assoluta solitudine. Symi piace anche agli shopaholic. Grazie a luoghi come Soroco, un negozio di design con artigianato di qualità dal Giappone all'India, dal Brasile all'Australia, tutti pezzi unici spesso fatti a mano.
L'idea è di due ragazzi: Anna Tsingos, greco-australiana, e Stuart Cameron, australiano-newyorkese. Da provare le sciarpe e i caftani di Lemlem, marchio della supermodel etiope Liya Kebede, i vestiti e copriletti della Khadi and Co di Bess Nielsen, da Copenaghen, i sarong kenyani e i piumini colorati della designer australiana Sally Campbell. Soroco si trova in un vicolo di Yalos ed è aperto da aprile
a fine settembre. Meravigliose lanterne di vetro, classici vassoi da caffè greco, specchi, lance per la pesca e tante altre cose uniche in ottone o in acciaio sono i tesori della bottega di Yiannis Patsakis, che ha ereditato l'arte del brocantage dal nonno e il negozio nascosto da sessant'anni in un vicolo di Yalos dietro al café Pahos. Un'occhiata merita anche la bottega Medusa del pittore Manolis Sartzetakis, dove si trovano bellissimi vassoi e piatti, frutta di vetro e le ceramiche nei colori del mare degli artigiani di Creta. Interessanti le ceramiche raku della giovane Yiota Alexiou, i bianchi caftani artigianali di lino e seta in arrivo dal nord della Grecia. E le poetiche tele a olio con paesaggi di Symi del proprietario. Per i gioielli artigianali di artisti greci è un classico la gioielleria di Antigoni, sulla via principale di Yalos, per collane di corallo e oro, orecchini in argento, e bracciali di designer all'avanguardia come Leondarakis. Da Takis si trovano i classici sandali alla greca. E per le spugne, quelle vere, c'è il negozio di Dinos, proprio alla fine del ponte di Yalos. Un monumento all'antica e audace arte simiota della raccolta di spugne. Furono questi pescatori subacquei, nel maggio del 1900, a intravedere al termine di un tuffo di 50 metri di profondità, senza scafandro, il relitto di Antikythira, su un fondale pieno di antiche statue. Qui si trovano spugne da tutto il mondo ma soprattutto dal Mediterraneo, come quelle pescate ancora ai nostri giorni dai tuffatori dell'isola di Kalymnos.
20 luglio 2012
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