Il Carso, Caporetto, il Tagliamento. La tragica storia della grande guerra è scritta qui, in questa terra di confine dove sono ancora presenti diverse tracce di quegli eventi. Torrette di avvistamento, camminamenti, trincee spesso inseriti in splendidi contesti naturali ricordano chi ha combattuto tra queste montagne.
A quasi un secolo dall'inizio del conflitto, per non dimenticare, è nato il progetto "Itinerari della Grande Guerra - Un viaggio nella storia" con l'obiettivo di valorizzazione, anche dal punto di vista turistico, questo patrimonio storico e culturale e renderlo accessibile a chi voglia conoscere una parte fondamentale di storia europea.
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A sostegno di questa iniziativa la regione Friuli Venezia Giulia ha messo a punto diversi pacchetti rivolti al pubblico.
Tra i più interessanti la proposta: "Sulle orme della Grande Guerra" in Carnia, scenario aspro e montagnoso e di una logorante guerra di posizione. La proposta si rivolge a piccoli gruppi e si articola in due giornate in compagnia di un esperto riconosciuto dalla Regione. Durante il tour si percorrono i sentieri sul crinale della montagna e si scoprono trincee, gallerie, fortini e postazioni di artiglieria per mitragliatrici e fucili. Si scopre anche l'incredibile vicinanza tra le due linee di difesa contrapposte, distanti soltanto poche centinaia di metri. E si impara a conoscere la storia delle Portatrici Carniche, donne che a rischio della vita mantenevano i collegamenti con le trincee in prima fila e portavano viveri e munizioni ai combattenti.
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Un'altra iniziativa prevede un pacchetto di due giorni con una visita a Villa Manin di Passariano, ex scuola militare che durante l'occupazione ospitò l'Imperatore di Germania. Nel pomeriggio tappa al Castello della Famiglia Badoglio. L'appuntamento è con lo storico Gian Luca Badoglio, nipote di Pietro Badoglio e autore de "Il memoriale di Pietro Badoglio su Caporetto" che rilegge gli avvenimenti dell'epoca attraverso documenti inediti. Il giorno successivo da Udine si entra in territorio sloveno per arrivare a Caporetto. La sua storia è raccontata nel suo museo e dall'ossario dove sono custoditi i resti di 7014 soldati italiani.
Un altro tour "Trieste, il Carso e la Grande Guerra" prevede la visita al Museo del Risorgimento e Sacrario di Guglielmo Oberdan di Trieste che conserva documenti, fotografie e divise, relativi al Risorgimento, ai moti del 1848 e alla prima guerra mondiale. Si prosegue verso Redipuglia, passando per la località San Giovanni di Timavo, dove si trova il monumento bronzeo "Lupi di Toscana" dedicato alla Brigata Toscana.
Poi visita del Sacrario di Redipuglia. Si tratta del più grande Sacrario Militare Italiano e si trova sul versante occidentale del Monte Sei Busi. Questo territorio fu duramente conteso durante la guerra perché, anche se poco elevato, consentiva dalla sua sommità di dominare l'accesso da Ovest ai primi gradini del tavolato carsico.
Il sacrario è costituito da una monumentale scalea sulla quale sono allineate le urne dei centomila caduti e ha alla base quella monolitica del Duca d'Aosta, comandante della Terza Armata.
Prima del ritorno a Trieste sosta al Monte Ermada e visita al Museo all'aperto con le sue fortificazioni austro-ungariche. Qui si possono vedere le grotte utilizzate come ricoveri e depositi per le munizioni, i crateri provocati dalle granate, i camminamenti e le trincee scavate dagli stessi soldati. Il giorno successivo è prevista la visita della Risiera di San Sabba.
Il Civico museo della risiera di S. Sabba si trova in un edificio del 1898 destinato alla pilatura del riso. Dopo l'autunno del 1943 fu invece utilizzato dai nazisti come campo di detenzione di polizia, destinato sia allo smistamento dei deportati razziali e politici in Germania e in Polonia, sia alla detenzione ed eliminazione di ostaggi, partigiani e detenuti politici italiani, sloveni e croati. Nel 1944 entrò in funzione anche un forno crematorio. Dichiarato Monumento Nazionale nel 1965, il complesso della Risiera è stato ristrutturato dall'architetto Romano Boico e trasformato in civico museo nel 1975. Sono rimaste inalterate le 17 celle e quella della morte. Qui si trovano anche la Sala delle Croci, che espone una selezione di beni razziati agli ebrei triestini e donati dalla Comunità Ebraica locale, e la Sala del Museo con oggetti e documenti donati dall'Associazione Nazionale ex Deportati Politici nei Campi Nazisti (ANED).
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18 novembre 2013
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