Una città cosmopolita e dal grande passato. Lunghe spiagge bianche bagnate da un mare trasparente. Un carattere particolare, diverso dal resto del Kenya.
Qui, sulla costa che da Mombasa arriva alla Tanzania, è nata la cultura swahili e una società specifica influenzata dall'oceano Indiano e dai popoli che l'hanno attraversato. Una terra meticcia, di contaminazioni e influenze africane, arabe e indiane. E una storia segnata dai commerci che hanno unito le sponde dell'oceano.
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Ecco un itinerario nel sud del Paese che parte da Diani Beach tocca la Shimba Hills National Reserve e finisce a Mombasa, per secoli il porto più importante dell'Africa orientale.
DIANI BEACH, IMMERSIONI E KITESURF
La costa a sud di Mombasa è l'immagine di un paradiso tropicale. Spiagge ombreggiate da palme, l'acqua turchese dell'oceano e una spettacolare barriera corallina.
Punto di partenza ideale per questo viaggio è Diani Beach, la località più attrezzata e nota della costa, e scelta preferita da chi vuole rilassarsi sulla sabbia o vivere il mare in modo attivo. Qui si trovano resort, ristoranti e negozi ed è il posto giusto per gli sportivi. Basta immergersi per pochi metri per nuotare tra una miriade di pesci colorati. E chi supera la barriera corallina può avvistare tartarughe marine e delfini. Presso i resort ci si può organizzare per il diving. Oppure per il kitesurf, grazie agli Alisei che soffiano su questo tratto di mare.
Per chi vuole godersi la spiaggia e fare attività marine c'è il resort SeaClub Kole Kole, hotel di medie dimensioni con stanze tutte rivolte verso il mare, che mette a disposizione un centro di immersioni e organizza uscite con windsurf, kite surf e pesca d'altura.
Da Diani Beach, poi, è facile organizzare delle escursioni per esplorare la più selvaggia costa sud con tappe a Gazi, Shimoni e Wasini Island.
Per chi vuole passare una giornata tranquilla di mare e sole a 20 chilometri da Diani c'è Gazi, territorio più selvaggio e remoto coperto da fitte foreste di mangrovie interrotte da lagune e spiagge bianche.
Scendendo a poche decine di chilometri più a sud si incontrano Shimoni e Wasini Island.
Shimoni è il punto di imbarco per Wasini ma ha anche elementi interessanti da vedere. Qui hanno sede rovine di epoca coloniale e le cosiddette "grotte degli schiavi", caverne dove sembra che fossero tenuti gli schiavi prima di essere imbarcati.
Wasini, invece, è una piccola isola poca abitata, senza strade e con l'energia prodotta da un generatore. Da non perdere i suoi giardini di corallo, una distesa di coralli emersa che si può ammirare camminando su una passerella.
Al largo di Wasini c'è una delle mete più interessanti della costa: il Kisite Marine National Park, il paradiso degli appassionati di snorkeling. Questo parco marino comprende una vasta distesa di coralli da esplorare con maschera e boccaglio. Accordandosi con le agenzie locali o presso i resort di Diani si può organizzare un'uscita in dhow, le imbarcazioni locali, e andare al largo. Con un po' di fortuna si avvistano anche i delfini.
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Da Diani è facile anche addentrarsi nell'entroterra per un esperienza puramente "africana". A pochi chilometri da qui si può raggiungere la Shamba Hills National Reserve, parco che si estende su una superficie di 320 km quadrati. In questo territorio di colline erbose e macchie di foresta pluviale vivono giraffe, bufali, antilopi, scimmie e la più alta concentrazione di elefanti del Kenya.
Ultima tappa a Mombasa. Un passato turbolento e da ribelle, sempre in lotta con i dominatori stranieri interessati al suo ruolo di città portuale. Una cultura meticcia e una storia complessa che emerge dai vicoli, dai palazzi arabi e dai forti portoghesi della sua Città Vecchia.
Qui si respira un'atmosfera cosmopolita che convive con i quartieri più periferici (e fatiscenti). Segno di una gloria finita nel 1963 quando il Kenya ottiene l'indipendenza e Mombasa, ormai ex capitale del British Coast Protectorate, esce dalle rotte dei commerci e da protagonista della storia si fa spettatrice.
Ma il suo spirito multiculturale è ancora vivo ed evidente nella varietà degli edifici di culto. I cittadini di Mombasa sono al 70% musulmani ma qui si trovano anche templi sikh, jainisti e cattedrali cristiane, frequentati dalle minoranze presenti in città. Da non perdere – solo dall'esterno per i non musulmani – la Mandhry Mosque nella città vecchia, esempio di architettura Swahili con elementi arabi e africani.
Il monumento più visitato della Città Vecchia è il Fort Jesus, patrimonio dell'Unesco, fortezza che domina l'ingresso del porto. Costruito dai portoghesi nel 1593 è passato di mano ben nove volte. Oggi è sede di un museo. Il Forte è riconoscibile per le sue mura spesse un metro, le pareti affrescate e gli elementi architettonici di matrice italiana, portoghese e araba.
Una sosta meritano anche i Vecchi tribunali costruiti nel 1902 e oggi galleria dove espongono artisti locali e dove si trovano oggetti di artigianato.
Infine il mercato delle spezie a ovest della città vecchia. Preparatevi al caldo, alla confusione e all'insistente profumo di curry, cardamomo, curcuma e pepe. Un'esperienza da non perdere
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6 dicembre 2013
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