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San Sebastian, capitale mondiale del gusto

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San Sebastian, capitale mondiale del gusto

  • – di Francesca Pace
(ph IPA)
(ph IPA)

Sole, mare e, soprattutto, ottimo cibo. Affacciata sulla splendida Baia della Concha lungo la costa basca, San Sebastiàn è una delle località turistiche più eleganti e apprezzate della Spagna. Ma il suo nome è, soprattutto, legato alla cultura culinaria. Famosa per i suoi pintxos da stuzzicare per un pasto veloce, vanta il più alto numero di ristoranti stellati in rapporto al numero degli abitanti e la prima Università di scienze gastronomiche di Spagna. E, dal 27 al 29 aprile, terrà a battesimo il primo Forum mondiale di turismo gastronomico promosso dall'Organizzazione Mondiale del Turismo e dall'Università gastronomica Basque Culinary Center (BCC), che riunirà chef ed esperti del settore dei cinque Continenti.

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Il modo migliore per visitare San Sebastiàn, e avvicinarsi alla sua cultura, è proprio attraverso la sua rinomata gastronomia. Oltre che per la qualità delle materie prime, la cucina basca ha conquistato un posto d'eccellenza grazie a un sapiente mix tra sapori tradizionali e creatività dei suoi chef.
I buongustai più raffinati possono scoprire il meglio della nuova gastronomia basca tra tre ristoranti stellati Michelin. A cominciare da Arzak, aperto dallo chef Juan Mari Arzak considerato il padre della moderna cucina basca. E' stato, infatti, il primo, verso la fine degli Anni '60, a reinterpretare ricette locali tradizionali ispirandosi alla nouvelle cuisine francese. Carne, verdure e, soprattutto, pesce sono alla base delle sue ricette, elaborate ma sempre dal sapore delicato. Altri indirizzi da non mancare per assaporare la nuova cucina basca sono Akelare, dello chef Pedro Subijana, situato sul monte Igueldo, affacciato sul mar Cantabrico, dove gustare i suoi piatti godendosi una fantastica vista sulla città, e il Kursaal di Martín Berasategui, con vista sull'emblematico Ponte Zurriola.

Ma a San Sebastiàn, mangiare bene è un vero e proprio culto e anche lo street food non è da meno. La vita serale degli abitanti ruota attorno a una sorta di movida culinaria, passando, cioè, da un bar all'altro a mangiare i famosi pintxos. Sono stuzzichini a base di alici, polipo, merluzzo, ostriche, gamberi alla piastra, prosciutto, foie gras o formaggio serviti al bancone da accompagnare con un bicchiere di chacolì, il vino bianco locale, o da una birra. Grazie all'alta qualità degli ingredienti e al gusto raffinato sono definiti alta cucina in miniatura. Si possono gustare ovunque, dalle vie del centro storico al lungo mare, fermandosi in ogni locale non più di dieci minuti, come tradizione vuole.

Una piacevole abitudine che diventa, per i visitatori, l'occasione per visitare la città, divisa in due dal fiume Urumea. Il punto di partenza è la Baia della Concha, una lingua di terra a forma di mezza luna protetta dall'isola di Santa Clara e chiusa a un'estremità dal Monte Igeldo, da cui si gode di una vista spettacolare. Ai suoi piedi, dove si trova il famoso Pettine del Vento del celebre artista basco Eduardo Chillida, inizia la spiaggia di Ondarreta, circondata da bei giardini e dal Palazzo di Miramar, antica residenza estiva della regina Maria Cristina. La Baia è costeggiata da un bel lungomare da cui inizia anche il centro storico, caratterizzato da strette vie e antichi palazzi, come il vecchio municipio, in stile neoclassico, o la chiesa gotica di San Vicente e di Santa María del Coro in stile rinascimentale-barocco. La sponda del fiume Urumea è impreziosito da eleganti dimore storiche, dal Teatro Victoria Eugenia e dalla Cattedrale, detta del Buen Pastor, in stile neogotico. Qui si trova il ponte di María Cristina, il più monumentale di quelli che attraversano il fiume per passare nella zona nuova della città. Dove, sulla spiaggia Gros, si affaccia la moderna struttura del Kursaal, il palazzo dei congressi creato dall'architetto Rafael Moneo, una struttura avveniristica in vetro, legno e acciaio, che alla sera si illumina come un faro lungo la costa. In un continuo gioco di contrasti tra tradizione e modernità, quale è l'anima di San Sebastiàn.

20 marzo 2015

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