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Australia on the road, da Darwin a Kakadu. Parte II

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Australia on the road, da Darwin a Kakadu. Parte II

Kakadu Gunlom Pool, fonte d'acqua del  Kakadu National Park (ph Tourism NT)
Kakadu Gunlom Pool, fonte d'acqua del Kakadu National Park (ph Tourism NT)

Lungo la strada si può fare tappa a Pine Creek cittadina della corsa all'oro. Quest'attività, iniziata nell'Ottocento, è stata abbandonata da una trentina d'anni ma Pine Creek ha mantenuto intatti alcuni edifici dell'epoca e i cimeli di quando molti venivano qui in cerca di fortuna.

Finalmente si arriva a Kakadu National Park che, con una superficie di 20mila kmq, è il più grande parco dell'emisfero australe.
I proprietari del parco sono appunto gli aborigeni che qui possono vivere, cacciare, raccogliere frutti e pescare, e che spesso lavorano come ranger e accompagnano i visitatori alla scoperta della natura e della storia del loro popolo.
Il momento migliore per visitare il parco è durante il Dry, la stagione secca che va da aprile a settembre. Vestiti leggeri, acqua, cappello, crema solare e si può inziare il trekking.

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Kakadu presenta una grande diversità naturalistica. La maggior parte di questo immenso territorio è coperto da savana con piante utilizzate dagli aborigeni per scopi curativi. Qui vivono 60 specie di mammiferi tra cui canguri, wallaby e dingo, 120 tipi di rettili (come i coccodrilli di acqua dolce e quelli marini), 280 di uccelli e 10mila di insetti.

Le pitture rupestri, tradizione sacra
Il parco ospita anche migliaia di pitture rupestri ma solo poche sono visibili a tutti. Le altre, considerate sacre o pericolose sono riservate solo a chi ha raggiunto un certo livello di consapevolezza o una certa età.
Alcune pitture risalgono a 20mila anni fa, altre hanno solo pochi anni.

I primi a dipingere, secondo la tradizione, furono i "mimi", spiriti che poi insegnarono ad alcuni aborigeni a fare altrettanto. Ancora oggi dipingere è considerato un atto sacro che mette in comunicazione con spiriti ancestrali. Ormai gli aborigeni non dipingono più su roccia ma continuano a disegnare su tele, tessuti e carta.

I luoghi migliori per ammirare le pitture sono Nourlangie (chiamato anche Burrunggui) e Ubirr. Nourlangie è dominata da una grande roccia in arenaria rossa e seguendo i facili sentieri si vede sfilare la pittura aborigena con gallerie d'arte a cielo aperto. Tappa all'Anbangbang Shelter, luogo che migliaia di anni fa accoglieva e proteggeva gli aborigeni dalla pioggia e decorato con figure umane e di animali.

E poi rotta verso la splendida Ubirr, meraviglia artistica e naturale.
Qui si trovano diversi tipi di pitture realizzate, anche 15mila anni fa su soffitti altissimi, irraggiungibili senza una tecnologia evoluta.
A Ubirr si trova anche uno dei paesaggi più emozionanti del parco. Salendo di qualche centinaia di metri lungo passaggi coperti di rocce si raggiunge il Narbad Lookout, punto panoramico con vista sull'immensa distesa verde della pianura alluvionale. Seduti su uno sperone, nel silenzio della tarda mattinata, quando i turisti cercano di ripararsi dal caldo, lo sguardo corre fino all'orizzonte senza notare presenza umana.
Panorama mozzafiato, immagine di epoche primordiali.

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