«Ecco il principe Ignazio Paternò Castello e la moglie – racconta Ruggero Moncada di Paternò mentre indica due ritratti appesi a una parete -. Sono orrendi. Per fortuna non ho preso da loro».
Palazzo Biscari, seicento stanze e un trionfo di barocco costruito sulle mura cinquecentesche di Catania, dopo il terremoto del 1693 che distrusse questa parte di Sicilia e diede inizio ai capolavori del barocco di Ragusa, Modica, Noto e Scicli.
Ad accompagnare visitatori da ogni parte d'Europa è il principe Ruggero Moncada di Paternò, proprietario del palazzo e discendente da una dinastia che affonda le sue radici nel'XI secolo.
Il palazzo occupa un intero isolato e affaccia sugli Archi della Marina dove fino agli Anni '30 arrivata il mare. Qui si trova anche un museo, molto visitato anche all'epoca del Grand Tour. Tra le sale più interessanti della dimora si conta il salone delle feste lungo venti metri con pareti coperte di specchi e stucchi, pavimento in maiolica policroma di Vietri del ‘700 e il soffitto affrescato. La cupola della loggia della musica, opera di Sebastiano Lo Monaco, raffigura Vulcano e altre divinità che celebrano il casato dei principi di Biscari.
Il palazzo è protagonista anche di vicende più recenti. Durante la guerra venne occupato dalle truppe inglesi che, affascinati da queste stanze decisero di non distruggerlo. Proprio in questo salone rettangolare gli ufficiali giocavano a tennis. Ricordo di questo periodo segno su una parete fatto, si dice, da un pallina da tennis.
Usciti dal palazzo rotta verso la via dei Crociferi, strada monumentale di chiese e palazzi. Qui si trova, tra le altre, la Chiesa di San Benedetto con scalinata e interni di marmi e stucchi, e la chiesa barocca di San Giuliano con la facciata curvilinea.
Monumento religioso più importante è il Duomo.
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11 maggio 2016
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