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E-commerce: nel 2020 circa 33 milioni di italiani hanno fatto spesa online

Effetto Covid sulle transazioni che, nel nostro Paese, muovono merci per quasi 15 miliardi di euro. In crescita in tutta Europa gli eWallet che nel 2025 si prevede diventeranno la prima forma di pagamento. Resiste il contante. Il food domina la scena, al secondo posto c’è il fashion.

Ha coinvolto 33 milioni di persone nel solo 2020 muovendo merci per circa 14,9 miliardi di euro: sono questi i numeri che descrivono l’e-commerce in Italia secondo l’eCommerceDB report di Statista. Un comparto, quello del commercio digitale che, come tutti i settori dell’economia, ha subito l’impatto della pandemia.

A livello globale, il 2020 è stato un anno particolarmente positivo per l’e-commerce della grande distribuzione organizzata. Raffrontando le medie di traffico internet di un periodo “pre-Covid” a cavallo tra gennaio e febbraio 2020 con quelle di una settimana di novembre, nel pieno della seconda ondata di pandemia, si osserva un aumento del 35% di traffico sulle piattaforme digitali di supermercati e ipermercati. Bene anche il comparto degli articoli sportivi che ha visto lievitare mediamente del 24% il traffico, grazie anche alla creazione di palestre “fai da te” tra le mura domestiche.

A soffrire è stato, invece, il settore del turismo. Qui il calo del traffico sulle piattaforme digitali per l’acquisto di viaggi e soggiorni, nel raffronto tra il pre e durante il Covid, è stato del 44%. Una riduzione che non stupisce ed è direttamente riconducibile alle severe limitazioni agli spostamenti che hanno caratterizzato lunghi periodi dello scorso anno.

Tornando all’Italia, nel 2020 il 31% dei consumatori ha affermato di aver fatto ricorso all’e-commerce con una frequenza maggiore rispetto al passato. Solo il 12% ha dichiarato di aver ridotto la frequenza con la quale compra online. Il settore del food è quello che, almeno sotto il profilo del commercio digitale, ha registrato le performance migliori, con una crescita aggiuntiva del 15,8% rispetto a quella prevista, dovuta proprio alle misure di contenimento della pandemia.

Secondo l’eCommerceDB report di Statista, a livello europeo il commercio digitale è destinato a passare dai 351,9 miliardi di dollari del 2019 ai 565,9 miliardi previsti per il 2025, con un tasso di crescita medio annuo pari all’8,2%. Il mercato che vedrà la crescita più significativa sarà quello cinese che passerà da 826,6 a 1.635,8 miliardi di dollari, aumentando in media ogni anno dell’11,3%.

In questo scenario, la crisi pandemica ha agito come acceleratore della tendenza espansiva dell’e-commerce. La pandemia, infatti, ha determinato la crescita del 10% del commercio digitale a livello globale, portandone i volumi da 2.201 a 2.415 miliardi di dollari. La previsione è quella di un analogo aumento anche per il 2021 che dovrebbe far salire il mercato a 2.700 miliardi di dollari. E se appunto il settore del food rimane quello che ha visto la crescita percentuale più significativa, pari al 21%, a dominare la scena mondiale è anche il comparto della moda, cresciuto dell’8% per passare da 616 miliardi a 664 miliardi di dollari.

Interessante analizzare anche le previsioni rispetto alle modalità di pagamento. In Europa nel 2019 il 39,3% delle transazioni veniva perfezionato utilizzando una carta di credito. Una quota che, secondo le stime, nel 2025 si ridurrà al 29,7%. Destinata ad aumentare, invece, la percentuale di coloro che si affidano a un eWallet che passerà, nell’arco di un quinquennio, dal 26% al 33,1% (stima) diventando la principale modalità di pagamento digitale. In crescita anche coloro che scelgono di saldare con un trasferimento bancario: la previsione è di un aumento di quasi tre punti percentuali in 12 mesi: dal 19,5% al 22,6%. Rimarrà comunque ben salda una quota di clienti che opterà sempre per il pagamento in contanti all’atto della consegna: se lo scorso anno è stata dell’8,8%, nel 2025 dovrebbe scendere, secondo l’analisi, al 6,6%. Il che significa che ancora tra cinque anni un acquisto su 15 si concluderà con uno scambio fisico di banconote. Una forma di resistenza analogica in un contesto sempre più digitale.

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