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La PA digitale accelera gli investimenti delle imprese

Un’azienda su due facilitata dalla relazione tecnologica sia nei piccoli che grandi comuni. I plus per l’imprenditore: semplicità e rapidità delle procedure. Già digitalizzate il 43% delle attività svolte dalle PMI con il Pubblico

È un giudizio inaspettato e complessivamente positivo quello che 552 Piccole e Medie Imprese intervistate tra marzo e aprile, nell’ambito dell’indagine Market Watch PMI realizzata da Banca Ifis, hanno espresso sulla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Senza forti differenze tra piccoli comuni e grandi centri, un’impresa su due (il 51%) riconosce oggi la digitalizzazione della PA come un fattore facilitante nella relazione, mentre un 42% pensa che l’evoluzione tecnologica sarà un vantaggio futuro.

In generale, pesa per il 43% la quota parte delle attività già digitalizzate che le Piccole e Medie Imprese svolgono con la PA.

I benefici segnalati dagli imprenditori sono quasi tutti riconducibili a una maggiore semplicità nello svolgimento delle operazioni. Per il 94% delle imprese il plus è la possibilità di utilizzare la posta elettronica certificata per recapitare gli atti amministrativi ma ha un forte peso anche l’impiego del cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate e di quello previdenziale di Inps (93%), la fatturazione elettronica e il rilascio digitale del Durc (entrambi per l’87% degli intervistati), ultima la digitalizzazione della giustizia (72%).

Oltre alla semplicità di relazione, le imprese dichiarano di apprezzare la maggiore rapidità nelle procedure amministrative (54%), la facilità nell’accesso ai servizi (39%), la semplificazione delle procedure (31%) e l’aumento della sicurezza nella trasmissione e nell’archiviazione dei documenti (26%).

«La digitalizzazione della PA ha portato una forte semplificazione nella gestione dei processi grazie alla dematerializzazione dei documenti» sottolinea Piero Dell’Oca, Cfo e Consigliere di Amministrazione di Tecnofar, azienda della provincia di Sondrio che si occupa di automazione. «I dati che riguardano i rapporti di lavoro» prosegue Dell’Oca «vengono trasmessi direttamente al fisco e ai singoli collaboratori. Questo ha facilitato sia il rapporto con la Pubblica Amministrazione sia con i dipendenti».

La digitalizzazione del Pubblico ha spinto ben il 74% delle imprese ad accelerare sul fronte degli investimenti tecnologici per arricchire e allineare i propri processi. Nello specifico, gli investimenti delle aziende sono stati concentrati su diverse voci: firma digitale (48%), Spid (41%) e Pec (32%). Il 17% ha digitalizzato i pagamenti, il 16% usa il cloud per la gestione documentale, sempre il 16% delle PMI ha affermato di aver acquisito software per la finanza e la contabilità, mentre l’11% ha digitalizzato la modulistica.

La digitalizzazione dei rapporti tra PA e imprese sembra infine favorire la delega a professionisti e commercialisti cui si affida già il 95% degli imprenditori per le operazioni con il Pubblico. L’89% degli intervistati riconosce come il rapporto con queste figure professionali sia direttamente influenzato dallo sviluppo dei servizi digitali: per il 47% delle Pmi la digitalizzazione favorisce una maggiore delega al commercialista/professionista a operare sui canali telematici per conto dell’impresa e per il 46% il ruolo del professionista evolve verso quello di facilitatore dei processi, poiché supporta l’azienda nell’interpretazione della normativa e delle procedure.


Il report

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WP_BancaIfis_05-Maggio2021

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