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RAPPORTO PAESE | Vietnam

L'accordo con la Ue azzera i dazi

Il trattato di libero scambio entrerà in vigore nel 2018


Vietnam e Unione europea hanno concluso la fase negoziale dell'accordo commerciale (Fta) che liberalizza fortemente gli scambi e che dovrebbe entrare in vigore nel 2018 (manca ancora la ratifica). Il trattato cancella il 99% dei dazi esistenti su base reciproca. La Ue, secondo partner commerciale del Paese, eliminerà le sue tariffe in sette anni, Hanoi avrà tre anni in più, per tenere conto del diverso livello di sviluppo. E comunque eliminerà il 65% dei dazi già all'entrata in vigore. L'accordo è paragonabile nei contenuti a quelli con Singapore, Corea del Sud e Canada. L'intesa punta ad aprire alle imprese europee un mercato da 90 milioni di persone. Dopo l'entrata in vigore, servirà però un lavoro lungo e anche costoso per vigilare sulla sua applicazione, soprattutto rispetto alle barriere non tariffarie.

Investire in impianti produttivi in questo Paese, oltre a offrire accesso ad aree strategiche e a costi di produzione limitati, consentirà di mantenere un elevato valore europeo nel prodotto finito, dato che le regole d'origine negli Fta in area Asean sono basate sul 35-40% di contenuto regionale.

Ecco il timing dell'eliminazione delle tariffe sui principali prodotti esportati dalla Ue in Vietnam: i tessuti tessili saranno liberalizzati all'entrata in vigore; il 75% dell'export di macchinari all'entrata in vigore, il 97% dopo 5 e il resto dopo 7 anni. Nel settore automotive, soggetto a dazi medi del 38%, le moto oltre i 150 cc saranno a dazi zero dopo 7 anni e dopo 10 anni quelle di cilindrata inferiore; le auto dopo 10 anni (9 per benzina oltre 3mila cc e i diesel sopra 2.500); le componenti auto dopo 7 anni (3-5 anni per alcune componenti elettriche, 7 anni per i pneumatici, 10 anni per quelli rigenerati per i quali c'è produzione in Vietnam). Metà della farmaceutica sarà liberalizzata all'entrata in vigore, il resto dopo 7 anni. Prodotti chimici: 68% all'entrata in vigore, 75% a 3 anni, 95% a 5 anni e il resto a 7. Nell'alimentare, vini e alcolici, che sono soggetti a dazi medi intorno al 50%, saranno liberalizzati dopo 7 anni. Carne di maiale congelata dopo 7 anni; carne di pollo dopo 10 anni; prodotti ittici dopo tre anni, eccetto salmone, halibut, trota e aragosta, liberalizzati subito; prodotti caseari dopo 5; cibi lavorati dopo 7 anni.

Sui servizi, i miglioramenti riguardano soprattutto l'accesso ai servizi Tlc, ai servizi finanziari, soprattutto quelli assicurativi, ai servizi marittimi (dragaggio; imbarcazioni di piccolo cabotaggio per la movimentazione delle merci nei porti; rotte di navigazione interna). Nei servizi di distribuzione è stato sancito il principio di non discriminazione anche per il caso delle licenze per la distribuzione di vini e alcolici e di prodotti farmaceutici. Aperture anche per servizi postali e attività di corriere. Le qualifiche professionali ricevono mutuo riconoscimento.

Per quanto riguarda le barriere non tariffarie, il Vietnam userà standard internazionali nella predisposizione delle proprie regolamentazioni, delle disposizioni sulle licenze e sulle procedure doganali, dei progressi nel settore Sps per l'export di prodotti animali e vegetali, con il riconoscimento dei principi di regionalizzazione e della Ue come singola entità. Entro 5 anni dall'entrata in vigore, il Vietnam riconoscerà il certificato di conformità Ue sugli autoveicoli. Sulle regole di origine, sono state adottate le norme Ue e prevedono il principio di “non alterazione”, più favorevole agli esportatori Ue rispetto al “trasporto diretto” previsto in altri Fta.

Il Vietnam accetta il brand Made in Eu per i prodotti non agricoli, eccetto la farmaceutica. I marchi nazionali (Made in Italy) restano riconosciuti. Le indicazioni geografiche tipiche riceveranno la stessa tutela garantita nella Ue per 169 prodotti (se ne potranno aggiungere altri ), con 5 eccezioni: champagne (phasing out degli usi antecedenti in 10 anni), Parmigiano Reggiano (coesistenza con Parmesan) e 4 formaggi (Feta, Asiago, Fontina e Gorgonzola) per i quali è prevista la coesistenza con gli usi antecedenti, con divieto di evocazione, obbligo di origine e clausola di cut-off al 31 dicembre 2016.
Il Vietnam attualmente è in grado di applicare restrizioni (dazi) all'export su 600 linee tariffarie: saranno rimosse (entro 15 anni) tutte eccetto 57. Ci sarà comunque un tetto pari al 20% (in 5 anni) e del 10% per il manganese (5 anni).
Sul duty draw back non ci saranno esclusioni orizzontali. Il limite di tolleranza è stato fissato al 10%.

Sulla proprietà intellettuale, Il Vietnam accetta livelli di tutela classici dei trattati commerciali della Ue, con piena protezione di marchi, brevetti e diritti di design. Il periodo transitorio è di 3 anni. Il periodo di data protection sui prodotti farmaceutici è di 5 anni. In caso di ritardi nelle autorizzazioni vietnamite, è prevista l'estensione dei brevetti per 2 anni.

In caso di applicazione di dazi antidumping, si ricorrerà al minor dazio possibile. Eventuali misure di salvaguardia saranno applicabili solo per un periodo di 10 anni dall'entrata in vigore dell'accordo.

Le imprese di Stato impegnate in attività commerciali dovranno sottostare a condizioni di parità di trattamento alle imprese private. Dopo 5 anni dall'entrata in vigore, le stesse regole si applicheranno anche a livello locale.
Il Vietnam apre agli investimenti industriali in alimenti e bevande, fertilizzanti, copertoni e tubi, guanti e prodotti in plastica, ceramiche, materiali per la costruzione. Sui macchinari, rimuove le restrizioni sull'assemblaggio di motori marittimi e macchinari agricoli, apparecchi domestici e biciclette.

L'accordo prevede anche l'applicazione degli standard Ilo e la ratifica delle convenzioni Ilo ancora non siglate, il divieto di dumping sociale e ambientale, la promozione della responsabilità sociale d'impresa.

L'accordo istituisce un meccanismo di risoluzione delle controversie sui suoi contenuti e sulla sua applicazione, che fissa procedure e tempistica e prevede la nomina di un panel di esperti indipendenti.

Il Paese offre manodopera qualificata: in un recente test internazionale, gli studenti vietnamiti hanno superato la media degli studenti dei Paesi Ocse, con poche differenze tra gruppi di reddito e tra città e campagna.
La terra è di proprietà pubblica e gestita dallo Stato. I diritti di utilizzo della terra per periodi di tempo definiti sono assegnati a persone, che possono trasferirli ad altre persone, in base alle norme di legge. Lo Stato può requisire le terre e annullare i diritti di utilizzo per questioni di interesse nazionale, corrispondendo una compensazione. La disciplina sui diritti individuali di utilizzo della terra è soggetta all'interpretazione di diverse leggi in sovrapposizione e la sua applicazione complicata da una pletora di regolamenti, a livello sia nazionale che locale. Non esiste un mercato primario per la compravendita dei diritti e quello secondario è fortemente limitato. Cambiare destinazione d'uso a un terreno, per esempio da agricolo a non agricolo, è molto complicato e costoso.

Gli incentivi agli investimenti
L'imposta ordinaria sui redditi d'impresa è del 25% (sale al 32-50% nei settori petrolio, gas e minerali preziosi). I progetti di investimento in alcuni settori o in aree promosse dal Governo possono contare su incentivi fiscali.

Zone industriali. Sono specializzate nelle produzioni industriali. Se una zona industriale si trova in un'area con difficili condizioni socio-economiche, le nuove imprese sono soggette a imposta del 20% sui redditi d'impresa per 10 anni, esenzione totale per 2 anni dal primo esercizio che genera utili e imposta ridotta del 50% (quindi al 10%) per i successivi quattro anni. Se la zona industriale si trova in un'area con condizioni socio-economiche particolarmente difficili, l'imposta scende al 10% per 15 anni, l'esenzione totale vale per i primi quattro anni dal primo esercizio che genera utili e lo sconto del 50% (aliquota al 5%) per i successivi 9 anni.

Zone economiche. Vige lo stesso regime valido per chi investe nelle zone industriali in aree con condizioni socio-economiche particolarmente difficili. Queste zone offrono un ambiente altamente favorevole per le aziende estere e le persone fisiche, in particolare, si applica aliquota Irpef scontata del 50% sia a soggetti stranieri che locali sui redditi guadagnati nella zona.

Export processing zones. Sono zone industriali focalizzate nella produzione per l'export. Offrono incentivi fiscali, canoni di affitto della terra agevolati e procedure amministrative e doganali più snelle. Sono anche zone duty free, quindi le imprese sono esenti dalle tariffe all'export quando vendono all'estero e non pagano tasse all'import né Iva. Sono ben collegate a porti e aeroporti. Ne esistono Quattro, tre sono nella provincia di Ho Chi Minh City.

Zone high-tech. Sono specializzate nei settori hi-tech come bio-tecnologie, IT e tecnologie verdi. Sono specializzate anche in ricerca e sviluppo, Formazione del personale e commercio high-tech. L'imposta sui redditi d'impresa è al 10% per 15 anni, l'esenzione totale vale per i primi quattro anni dal primo esercizio che genera utili e lo sconto del 50% (aliquota al 5%) per i successivi 9 anni. Le imprese che vi operano sono esenti da tariffe all'import per macchinari, attrezzatura, componenti and materiale grezzo acquistati per la creazione di asset fissi. Ci sono tre zone high-tech, una ad Hanoi, una a Danang e una a Ho Chi Minh City.
Le nuove imprese nei settori dell'istruzione, formazione, salute, cultura e ambiente, sottostanno all'aliquota del 10% per tutto il periodo della loro attività. Anche in questo caso vale l'esenzione totale dall'imposta per 4 anni dal primo esercizio che produce utili, mentre lo sconto del 50% si estende solo ai i successivi 5 anni.
È prevista l'esenzione dal canone d'affitto dei terreni da un minimo di 3 anni a un massimo di 15, a seconda della natura e della collocazione del progetto d'investimento.

Le relazioni con l'Italia
Le relazioni politiche ed economiche tra Italia e Vietnam si sono intensificate negli ultimi anni e l'obiettivo è di portare l'interscambio a 5 miliardi di dollari quest'anno. A novembre il capo dello Stato Sergio Mattarella ha guidato una missione nel Paese. I macchinari rappresentano la voce più importante nelle esportazioni italiane verso il Vietnam. Tra i comparti più interessanti c'è quello dei macchinari per l'industria alimentare, quasi interamente dipendente dall'import. La quota di mercato dei produttori locali non supera il 16%. Anche l'industria dei prodotti in plastica dipende quasi del tutto dall'import di macchinari Cina e Giappone sono i principali concorrenti. Il Vietnam è un importante produttore di legno e mobilie, anche in questo caso la produzione locale è solo residuale.

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