Silvio Berlusconi torna a parlare di giustizia a due giorni dalla bocciatura del Lodo Alfano (che sospende i processi per più alte cariche dello Stato) da parte della Corte Costituzionale. E lo fa, come già nei giorni scorsi, attaccando direttamente i giudici. «Sono in assoluto il maggior perseguitato dalla magistratura di tutta la storia di tutte le epoche del mondo» ha detto nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi. Berlusconi poi ha parlato dei processi a suo carico, rimasti sospesi finora, ma che riprenderanno dopo la bocciatura della Corte Costituzionale della legge che li sospendeva.
Comunque «per il futuro - dice Berlusconi - sono convinto che sia possibile una leale dialettica tra Quirinale e governo, ma è chiaro a tutti che in Italia non c'è nessuno che si può considerare super partes».
Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, nella serata di venerdì ribadisce comunque che non ci sarà un lodo Alfano bis. Parlando a Pietrelcina (Benevento), ha dichiarato: «Non perseguiremo, ancora una volta, la strada di un lodo che è stato, a nostro avviso in modo sorprendente, dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale».
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«I processi di Milano - per Berlusconi - sono autentiche farse. Andrò in tv e lo spiegherò agli italiani. Io sono un argine alla sinistra e vogliono sovvertire il voto degli elettori». E poi ha aggiunto: «Sono sempre stato assolto. Due volte ho avuto la prescrizione, che non è una condanna. Sono l'uomo politico più perseguitato con 2500 udienze. Non sono comunque impensierito». Parlando poi dei «centinaia di processi, migliaia di udienze e perquisizioni» che ha dovuto affrontare il premier scivola poi su una gaffe: invece di avvocati gli scappa «giudici». Per fortuna - dice - ho potuto affrontarli» grazie alla disponibilità economica che «mi ha permesso di spendere 200 milioni per pagare consulenti e i giudici...». Sorrisi in sala e sul palco, dove c'é il ministro Brunetta che lo corregge: «avvocati...». Berlusconi sorride e ribadisce: «sì, avvocati...».
In mattinata, intervistato dal Tg5, aveva anche parlato del suo rapporto con il Quirinale, dopo le tensioni dei giorni scorsi. «Per il futuro - ha detto - sono convinto che sia possibile una reale dialettica fra il Quirinale e il governo e sono certo che non ci sarà nessun ostacolo al nostro programma di riforme per cambiare l'Italia». Sottolineando però che «è chiaro a tutti che in Italia non c'è nessuno che si può considerare super partes. Non lo è la Consulta; tra gli undici giudici di sinistra ci sono i cinque che sono stati nominati dagli ultimi tre Presidenti della Repubblica che sono di sinistra, e questo è un fatto. Come è un fatto che Napolitano è sempre stato un protagonista della sinistra, e nulla può cambiare la sua storia politica».