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Mills fu corrotto da Berlusconi:
le motivazioni della sentenza della Corte d'Appello

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11 novembre 2009

David Mills fu corrotto come testimone da Silvio Berlusconi. La corruzione si verificò dopo che Mills aveva testimoniato il falso in due processi a carico del fondatore della Fininvest oggi presidente del consiglio dei ministri. Lo scrivono i giudici della seconda sezione della Corte d'appello di Milano nella motivazione formata da 92 pagine depositata questa mattina in cancelleria.

«Un compenso di 600mila dollari e la promessa di tale compenso nell'autunno 1999. Elementi che - si legge nella sentenza depositata oggi - si collocano temporalmente in epoca successiva rispetto alle deposizioni testimoniali di Mills, e da essi non si puo' pertanto prescindere per valutare la qualificazione del tipo di corruzione». Nella sentenza si parla di una «promessa di Carlo Bernasconi ( manager del gruppo Fininvest) che sicuramente è avvenuta nell'autunno 1999 e di un compenso che è disponibile successivamente a tale data». Il momento in cui si consuma il reato è il 29 febbraio 2000, «data in cui Mills si fa intestare le quote del Torrey Global Fund - rilevano i giudici - Di contro non vi è alcun dato che indichi che l'accordo sia intervenuto in epoca precedente alle dichiarazioni rese da Mills come teste».

Il 29 febbraio del 2000 è quindi la data in cui la promessa fatta a Mills nel 1999 si realizza. «A ben vedere la data puo' non essere un caso - scrive il giudice Spina - perché è immediatamente successiva al momento in cui si è celebrata la fase di appello del processo, in cui Mills è stato assunto come teste, e proprio successivamente a tale celebrazione, quando la Corte ha deciso di non rinnovare il dibattimento, si ha la certezza che lo stesso non dovrà essere più sentito come teste, e quindi la vicenda si puo' considerare conclusa».

I consiglieri d'Appello non hanno accolto neanche la tesi della difesa secondo cui Mills non potrebbe essere condannato, perchè la sua testimonianza non avrebbe prodotto alcun vantaggio a Silvio Berlusconi. «È necessario - conclude la sentenza - che la condotta sia stata semplicemente finalizzata a produrre un vantaggio indipendentemente dal fatto che questo si sia prodotto. Il fatto che Berlusconi non sia stato assolto non ha rilievo. Mills stesso ha ammesso apertis verbis di avere comunque evitato a Berlusconi un mare di guai con la sua deposizione».

11 novembre 2009
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