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Febbre suina: le risposte dell'esperto

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29 aprile 2009
Domande e risposte sulla febbre suina
Domande e risposte del Ministero della salute

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Durante i viaggi nazionali o tra nazioni europee è altamente improbabile il rischio di imbattersi in una persona che abbia contratto la malattia e sia nel periodo di contagiosità.
In ogni caso, le norme igieniche più volte ricordate, in particolare lavare frequentemente le mani e di evitare di toccare con le mani gli occhi, il naso e la bocca, riducono in maniera significativa qualsiasi possibile rischio di contagio.

Riguardo alle persone decedute, quanto tempo è intercorso tra la comparsa dei sintomi della malattia e la morte ?
L'Organizzazione Mondiale della Sanità non ha ancora fornito dettagli sull'andamento clinico della malattia. Oggi 29 aprile è previsto un incontro per condividere e discutere le informazioni sulla malattia a cui dovrebbero partecipare alcuni esperti provenienti dai paesi colpiti . Nei prossimi giorni l'OMS dovrebbe rendere pubblici i risultati di questa prima revisione delle conoscenze disponibili e potremo perciò saperne di più.

Gli aereoporti sono sicuri?
La probabilità che uno dei pazienti europei per cui è stata accertata l'infezione da influenza suina abbia preso proprio quell'aereo nel periodo in cui era contagioso è estremamente bassa. Lo stesso vale per le persone che fossero entrate in stretto contatto con questi "casi", poichè in genere vengono sottoposte per precauzione a misure di "quarantena", ovvero viene consigliato loro di rimanere in casa fino al termine del periodo di incubazione (che per l'influenza è di pochi giorni).
Inoltre, il virus resiste al di fuori dell'organismo solo poche ore, per cui l'unico rischio che potrebbe esistere è quello di viaggiare seduti di fianco ad una persona che è in quel preciso momento contagiosa. Visto ad oggi 29 aprile non ci sono casi accertati in Italia, questo rischio è alquanto improbabile.
Anche in questo caso, le norme igieniche già ricordate (lavare frequentemente le mani; evitare di toccare gli occhi, il naso e la bocca con le mani) possono essere utili a ridurre il rischio di infezione.

I farmaci antivirali a donne gravide e bambini di 1 anno e mezzo: c'è pericolo?
Al momento non ci sono casi accertati di influenza suina in Italia.
Nel caso l'epidemia dovesse diffondersi in Italia, occorre tenere presente che questo virus si trasmette in seguito a contatti ravvicinati con persone che sono nel periodo di contagiosità, attraverso l'inalazione di goccioline o attraverso il contatto con oggetti da poco contaminati.
Quindi, se non si hanno contatti ravvicinati con persone che potrebbero avere la malattia (che per il momento equivale grossolanamente a dire: se non si hanno contatti stretti con persone tornate dal Messico negli ultimi 10 giorni), il rischio di ammalarsi è del tutto trascurabile. Le normali misure igieniche, che dovrebbero essere sempre messe in atto indipendentemente dal rischio di epidemia, sono utili nel ridurre il rischio di contrarre l'influenza, sia quella umana sia quella suina.
Mi sembra prematuro preoccuparsi ora per il nascituro. Qualora dovesse verificarsi un'epidemia anche in Italia trascorrerebbero alcune settimane prima che il virus si diffonda nella popolazione.
Per quanto riguarda gli antivirali, possono essere impiegati nei bambini al di sopra di un anno di età. La necessità di ricorrere ai farmaci va, però, valutata dal medico o dal pediatra.
Come tutti i farmaci possono dare effetti indesiderati e devono essere perciò assunti solo se necessario e su prescrizione del medico.
I dati sull'uso in gravidanza sono scarsi. Gli studi condotti negli animali da laboratorio non hanno, però, osservato un aumento del rischio teratogeno. L'eventuale impiego in una donna in gravidanza dovrà essere valutato dal medico curante sulla base di una valutazione dei rischi e dei benefici della terapia.

Potrebbe trattarsi di una normalissima e comunissima forma di influenza?
Non è che per caso, si è voluto ingigantire il problema consapevolmente, cosìcchè alcune grosse aziende farmaceutiche possano vendere ingenti quantità di farmaci antivirali, altrimenti invendibili?

Siamo ancora in attesa di avere un'idea precisa del numero dei casi e del numero dei morti, per cui concordo con il suo invito alla prudenza.
E' giusto prestare attenzione ad ogni possibile situazione di pericolo (come sta facendo l'Organizzazione Mondiale della Sanità), è estremamente sbagliato e controproducente creare allarmismo.
Solo nell'arco dei prossimi giorni si inizierà a comprendere se si tratta di una patologia simile alla "comune" influenza o se il virus è davvero più contagioso e più aggressivo.
  CONTINUA ...»

29 aprile 2009
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