Aumentano violenza e paura ad Haiti distrutta dal terremoto. Domenica mattina la polizia ha sparato contro alcuni saccheggiatori in un mercato della capitale Port-au-Prince, uccidendone almeno uno. Nel quartiere Delmas la folla ha legato, trascinato lungo la strada, e poi ucciso due presunti autori di razzie. Il clima di insicurezza sta rallentando i soccorsi mentre si scava ancora tra le macerie e altre persone sono state estratte vive. «C'è un aumento degli episodi di violenza» ha dichiarato il generale Ken Keen, a capo del comando americano sull'isola. Le violenze, ha aggiunto, «impediscono di assistere il governo haitiano e di rispondere alle sfide che questo paese deve affrontare». Keen ha sottolineato che la situazione di insicurezza crea «molta preoccupazione» nei soccorritori e dunque, ha concluso, «dovremo occuparcene», accennando per la prima volta a un cambiamento di posizione dei militari americani che finora hanno sostenuto di non voler prendere in carico la sicurezza nel paese.
«È la crisi umanitaria più grave nell'arco di decenni»: così il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, arrivato ad Haiti, ha descritto la situazione dell'isola colpita dal sisma il 12 gennaio. «Ho il cuore davvero pesante - ha detto Ban - e voglio esprimere la mia solidarietà e il pieno appoggio dell'Onu alla popolazione». Le priorità, ha aggiunto, rimangono il salvataggio di più vite possibile e il rifornimento di aiuti umanitari. Le Nazioni Unite, ha ricordato il segretario generale, si stanno «preparando al peggio» quanto al bilancio dei morti della loro missione di pace: finora le vittime accertate sono 40 ma i dispersi ben 330. Nella capitale - ma anche fuori - la situazione dei sopravvissuti è «disperata»: la Croce rossa internazionale ha lanciato l'allarme perché decine di migliaia di persone dormono all'aperto tra i cadaveri in putrefazione per paura di nuove scosse. I corpi delle vittime non sono stati ancora rimossi. Gli aiuti faticano ad arrivare: «L'accesso alle tende, all'acqua al cibo o alle cure mediche resta estremamente limitato» ha denunciato il portavoce della Cicr Simon Schorno. Preoccupante anche lo stato dei pochi ospedali in funzione dove mancano medici e medicine. Eppure ad alcuni cargo di aiuti e squadre di soccorso specializzate di Medici senza frontiere è stato impedito di atterrare all'aeroporto di Port-au-Prince, gestito dagli Stati Uniti. Sono stati dirottati nella Repubblica dominicana e hanno dovuto avviarsi su strada verso la capitale haitiana.
Fuori da Port-au-Prince le cose non vanno meglio. La distruzione, come hanno testimoniato i reporter della Bbc, è totale anche in altre città. Nessuna casa sembra essere rimasta in piedi a Leogane, 19 chilometri a ovest della capitale. Lì, decine di migliaia di persone sono accampate all'aperto e attendono soccorsi che non sono arrivati nelle zone rurali. File lunghissime si formano nei rari posti dove sgorga un filo d'acqua. Altre città dell'isola sono state rase al suolo dal terremoto del settimo grado sulla scala Richter.
Ormai al sesto giorno di lavoro tra le macerie, altri miracoli si sono verificati. Dai resti dell'Hotel Montana, l'albergo di lusso della capitale che ospitava soprattutto stranieri, tra cui le famiglie di funzionari dell'Onu, è stata ritrovata viva Nadine Cardoso, una delle proprietarie dell'hotel. Tre persone hanno rivisto la luce dopo essere rimaste sepolte sotto il Carribean Market, sono una bimba di sette anni, un uomo di trenta, entrambi haitiani, e una cinquantenne americana. Erano incastrati tra le casse di cibo e hanno dunque potuto nutrirsi in questi sei lunghi giorni. Li ha salvati una squadra di soccorritori statunitensi che ha individuato anche la voce di un altro uomo provenire da sotto le macerie e sta lavorando in queste ore per estrarlo. Il supermercato è lo stesso dove è stato localizzato uno degli italiani dispersi. Un componente danese della missione di pace dell'Onu è stato ritrovato vivo tra le rovine del palazzo. Anche una bambina di due anni, Mia Charlotte, è stata estratta viva dall'asilo dove si trovava al momento del terremoto. Il salvataggio, da parte di una squadra di vigili del fuoco inglesi, è avvenuto sabato ed è stato ricostruito dalla stampa britannica: i soccorritori hanno scavato un tunnel a mani nude, attenti a non smuovere troppo le macerie per non provocare crolli. La bambina era talmente stanca e scioccata che rifiutava persino l'acqua. Ad aspettarla, accanto ai vigili del fuoco c'era la giovane madre.
Intanto i primi 13 italiani rimpatriati sono arrivati a Ciampino, tra loro tre bimbi. Alessandro, due anni, è stato mandato in Italia dalla mamma, l'operatrice umanitaria dell'Avsi Fiammetta Cappellini che ha deciso invece di rimanere ad Haiti per continuare la sua opera di volontaria in queste ore drammatiche. Il numero degli italiani ancora dispersi, ha fatto sapere la Farnesina, è sceso sotto dieci. Sono persone che finora non si è riusciti a individuare o contattare direttamente o indirettamente. Nel conto non sono compresi i due funzionari dell'Onu e il connazionale che, secondo alcune indicazioni, si troverebbe sotto le macerie del supermercato Carribean.
