Semaforo verde del Consiglio dei Ministri al disegno di legge di delega al Governo in materia di professioni intellettuali. Fra le novità si rafforzano i controlli sulla deontologia professionale affidati anche ad elementi terzi agli ordini. Il disegno di legge delega il Governo a procedere al riordino dell'accesso alle professioni intellettuali, alla riorganizzazione di ordini, albi e collegi professionali, al riconoscimento delle associazioni professionali, alla disciplina delle società professionali e al raccordo di queste disposizioni con le norme dell'istruzione secondaria superiore e universitaria. Fra le novità, libero accesso alle professioni, senza vincolo di numero (tranne, per esempio, quella notarile); eliminazione dei vincoli territoriali per l'esercizio dell'attività; libera concorrenza e possibilità di pubblicizzare costi, specializzazioni e servizi offerti nell'attività professionale; abolizione dell'obbligo di tariffe minime, ma imposizione di un tetto massimo; riduzione del numero di ordini, albi e collegi professionali con la novità che possano trasformarsi in associazioni professionali riconosciute di natura privatistica, ma assoggettate a controllo pubblico. Per il professionista c'è l'obbligo di sottoscrivere una assicurazione professionale, la previsione del limite massimo di 12 mesi per i tirocini professionali, la riforma dell'esame di Stato per l'accesso alle professioni regolamentate. «Sono 30 anni che si discuteva di riforma delle professioni intellettuali - sottolinea il ministro della Giustizia Clemente Mastella - anche il precedente Governo aveva tentato di farla, senza riuscirci, noi abbiamo fatto una cosa molto interessante ed incisiva». Mastella ha assicurato che la modernizzazione che nascerà dalla riforma riguarderà tutte le organizzazioni e gli organismi e che il Governo procederà secondo il principio della concertazione. Il ministro ha anche sottolineato che la riforma è «un punto di equilibrio tra le reazioni preoccupate espresse da alcuni ordini professionali e le posizioni un pò ideologiche in materia di liberalizzazioni». Secondo il ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani, «ora si deve avere un livello di coscienza perchè non vengano sviliti, ridotti e limitati gli spazi della riforma».

Soddisfazione anche da parte del ministro delle Politiche giovanili Giovanna Melandri per la quale la riforma da una parte garantisce la qualità di servizi e prestazioni e dall'altra l'abbattimento delle barriere d'accesso alle professioni liberali in favore dei giovani. «Sono quattro - ha detto il ministro Melandri - i punti cui abbiamo dato come ministero il nostro contributo: la riduzione del termine del tirocinio, che non può durare più di un anno, insieme all'introduzione di un equo compenso e la possibilità di fare stage anche nell'ultimo periodo del corso di studi; l'introduzione del concorso nazionale, per cancellare il turismo concorsuale; la riduzione della durata delle cariche all'interno degli ordini professionali e la loro limitata rinnovabilità; l'avvio di iniziative a sostegno dei giovani meritevoli che saranno aiutati dagli stessi ordini professionali ad entrare negli studi già avviati».

Secondo il ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero è «una riforma forte, di cui il Paese aveva bisogno», perchè introduce l'architettura del sistema duale: rifomare gli ordini esistenti e accostare la presenza delle associazioni. Questo produrrà, secondo Ferrero, effetti importanti sull'accesso dei giovani alle professioni.

ANALISI / Tra pregiudizi e liberalizzazioni
(di Maria Carla De Cesari)
REAZIONI 1 / Un passo avanti verso la modernità
REAZIONI 2 / Ma il progetto rinvia le scelte più difficili
Avvocati subito in sciopero. Soddisfatte le associazioni
nicoletta.cottone@ilsole24ore.com