Tutti ad Atene il 19 aprile. La paura fa novanta e così Unione europea e Fondo monetario internazionale, pressati dai mercati, hanno accolto di buon grado le richieste della Grecia per uscire da una fase della crisi sin troppo insidiosa per gli equilibri economico-finanziari dell'Eurozona.

Il governo greco punta a ottenere il sostegno internazionale a un piano pluriennale per spalmare le misure anti-deficit così da mantenere la coesione sociale nel paese. In mattinata, sull'onda dei rinnovati timori di tenuta dei conti pubblici ellenici e per le perplessità degli investitori sull'evoluzione, si erano registrate nuove ondate di vendite sui titoli di Stato di Atene, lo spread di rendimento tra i titoli decennali ellenici e quelli tedeschi (i più sicuri dell'Eurozona) era salito fino a 427 punti, con i tassi dei bond decollati fino al 7,36 per cento.

Non solo. In movimento, questa mattina, anche il mercato dei premi assicurativi sull'insolvenza degli stati sovrani. A metà giornata, il premio sul default della Grecia saliva a 437 mila dollari per assicurare 10 milioni di dollari di titoli di stato ellenici. Sul Portogallo il premio raggiungeva 205 mila dollari, sulla Spagna 155 mila dollari.

Ecco perché il commissario europeo agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, ha risposto con tempistica fulminea, da Bruxelles, alla lettera che gli è stata inviata oggi dal ministro greco delle Finanze, George Papaconstantinou. La richiesta: avviare «discussioni su un programma George Papaconstantinou ministro delle Finanze grecopluriennale di politiche economiche (e non più annuale, con stanziamenti di 30 miliardi dall'Eurozona e 10-15 dal Fmi, ndr), che possa essere sostenuto dall'assistenza finanziaria degli Stati membri dell'eurozona e dall'Fmi, nel caso in cui le autorità greche decidessero di richiedere tale assistenza». Al fine di procedere a queste discussioni con le autorità greche, ha annunciato il commissario con una nota alla stampa, una missione dell'Esecutivo comunitario «si recherà ad Atene lunedì prossimo». La Commissione, ha aggiunto Rehn nella nota, «continua a lavorare in questo processo a stretto contatto con la Bce e l'Fmi», a cui pure era diretta la lettera del ministro greco.

Quanto al Fondo Monetario Internazionale ha confermato che, come detto, non mancherà all'appuntamento di lunedì con i suoi ispettori ad Atene per discutere le condizioni di un eventuale prestito. «La decisione della Grecia di avviare un programma con il Fondo - ha aggiunto Strauss-Kahn - è coerente con l'accordo raggiunto lo scorso weekend dai leader europei e che prevede un impegno dell'Eurozona in cooperazione con il Fondo». Probabile che all'istituto di Washington venga chiesto di aumentare il plafond dei propri prestiti ad Atene, al momento previsto tra 10-15 miliardi. Se venisse elevato si potrebbe assicurare la copertura pluriennale ai fabbisogni finanziari delle Grecia. Non a caso, appena l'Fmi si è detto aperto a cercare nuove soluzioni, lo spread dei titoli di stato greci su quelli tedeschi è ridisceso sotto i 400 punti.

Anche la Borsa di Atene ha rifiatato dopo una giornata nervosa e convulsa. L'annuncio dell'avvio lunedì della missione del Fondo monetario è suonato come un primo passo verso l'intervento concreto. Dopo la partenza in rosso l'indice Composite ha così terminato la giornata in rialzo del 2,07%, mentre l'Athex 20 è salito del 2,98 per cento. (Al.An.)

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DOSSIER / Il caso Grecia