È stata un'altra settimana tesa per i mercati finanziari alle prese con il rischio default della Grecia. Ondate di vendite sui titoli di Stato di Atene hanno spinto lo spread di rendimento tra i titoli decennali ellenici e quelli tedeschi (i più sicuri dell'Eurozona) fino a 427 punti, con i tassi in volo fino al 7,36%. Un segnale forse che il mercato non è ancora convinto del piano di aiuti ad Atene deciso da Ue e Fmi. Cos'è che non funziona?

Il settimanale britannico The Economist ha provato a spiegarlo. Al centro di tutto c'è la questione tassi. Il governo tedesco, con le elezioni alle porte, ha voluto che il prestito triennale della Ue per oltre 30 miliardi di euro fosse rimborsato a un tasso del 5%, vicino ai parametri di mercato. Secondo l'Economist questa è una scelta sbagliata. In casi di emergenza - scrive il settimanale - il tasso di finanziamento dovrebbe essere più basso di 3-5 punti percentuali. Per favorire il rientro del debito. E ce n'è anche per il Fondo monetario internazionale, che pure è stato più morbido nelle condizioni del suo prestito da 15 miliardi di euro. In conclusione, perché il rischio default della Grecia venga definitivamente scongiurato bisognerebbe fare molto, ma molto di più. I prestiti sono stati di sicuro più elevati di quanto i mercati si aspettavano e hanno eliminato, per quest'anno, il rischio di default. Ma nel medio termine ci sono ancora rischi di default per Atene (e anche, di conseguenza, di tenuta dell'euro perché se salta Atene salta anche l'Unione monetaria) senza una crescita economica insolitamente sostenuta e un piano effettivo e efficace di di ristruttrazione del debito pubblico. Per questo, conclude il settimanale della City, i politici europei sbagliano se pensano che la crisi di Atene sia stata risolta con il mega prestito deciso nei giorni scorsi.

 

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