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La fabbrica delle cattedre, le risposte dei professori

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L'inchiesta sulla moltiplicazione delle cattedre ha scatenato un dibattito acceso nel mondo universitario. Le molte lettere ed e-mail arrivate in redazione si dividono fra chi aggiunge la propria esperienza al problema segnalato dall'inchiesta, chi segnala altri nodi che andrebbero affrontati per rimettere in ordine il mondo dell'accademia e chi precisa la posizione del proprio ateneo in relazione ai numeri della docenza.
Di seguito la versione estesa delle lettere pubblicate oggi sul Sole 24 Ore e le altre e-mail giunte in redazione.


ECCELLENZA E MAGGIORANZA
L'aspetto delle cariche elettive credo sia un punto chiave per spiegare i processi involutivi dell'Università. Come si può perseguire l'eccellenza, che per definizione appartiene ad una minoranza, se a decidere è la maggioranza?
Puntare i fari sul mondo accademico e sui meccanismi che lo regolano non può che fare bene all'università e, più importante, al Paese.
Prof. Leone Oliva, Dipartimento di Chimica, Università di Salerno


PAVIA VIRTUOSA
In riferimento all'articolo del 10 Novembre 2008, "L'università moltiplica i professori", occorre puntualizzare qualche dato.
Non bisogna fare "di tutta l'erba un fascio": è vero che molte università del Sud (forse tutte) sono costose, inefficienti e poco produttive, ma è anche vero che la maggior parte delle università del Nord non lo sono. L'Università di Pavia ha già cominciato dal 2000 un turn-over dei docenti al 40%.
È vero anche la spesa pubblica per l'istruzione universitaria in Italia è la più bassa tra i paesi Ocse. È vero anche che il numero di studenti per docente in Italia è il più alto tra i paesi Ocse e dell'Ue-19. È vero anche che le tasse universitarie al sud sono meno della metà delle tasse che si pagano nelle università del Centro-Nord (dati Ocse e PubblicaIstruzione.it).
Ebbene, alla luce di questi dati e fatti, occorre riflettere su una tale riduzione di fondi all'intero sistema. Ancora una volta si tratta di una "questione settentrionale".
Non sono assolutamente un leghista, anzi. Mi meraviglio dell'assoluta silenziosità della Lega sul tema a riguardo. Penso sia dovuta al basso tasso di istruzione/scolarizzazione di tale partito (anche qui basta vedere i dati su Parlamento.it).
Non voglio criticare l'ottimo lavoro de Il Sole 24 Ore, ma non capisco come mai, da qualche mese, tutta la stampa italiana non fa più confronti di questo tipo con gli altri paesi europei. Infine, credo che si potrebbe "salvare" l'Università (quella sana e virtuosa) da questa drastica riduzione di fondi, attraverso "tagli" di altre voci di spesa, quali stipendi parlamentari, Alitalia (quanto abbiamo già pagato per Alitalia?), compagnia destinata all'inevitabile fallimento, per via, tra qualche anno, di uno sviluppo delle linee ferroviarie ad alta velocità anche in Italia. Però, che Alitalia è costosa, inefficiente e non produttiva, pochi lo dicono.
Davide Bonari, studente Facoltà di Economia, Università di Pavia


NO ALLA PROLIFERAZIONE DEI CORSI
Pur essendo un persona di sinistra devo concordare con il Governo e la sua iniziativa di mettere un freno a questa indiscriminata proliferazione dei corsi di laurea (con relativi docenti); ai miei tempi le facoltà avevano precise finalità e le specializzazioni si facevano sul campo.
Penso che adesso i ragazzi che si avvicinano all'università, abbiano già molto le idee confuse sul loro futuro, pensieri che si ingarbugliano davanti alla selva delle "offerte" proposte (senza, comunque, avere veri sbocchi professionali); sono altrettanto sicura che una riforma così delicata non si possa affrontare per decreto perché i tagli, alla fine, colpiranno gli studenti e le famiglie (soprattutto quelle che devono fare sacrifici per offrire ai figli un'opportunità in più).
Lucia Giorgio


IL COSTO DEI RETTORI A VITA
Da mesi mi sto battendo contro i rettori a vita e contro le continue modifiche statutarie per prolungare il numero dei mandati dei rettori. […]
Per il convegno "Democrazia - Università - Classe Dirigente", svoltosi a Viterbo il 2 ottobre, il prof. Vittorangelo Orati ha elaborato una teoria economica che dimostra come i rettori a vita siano una fonte di spesa incontrollata, in quanto sono in perenne campagna elettorale e le spese servono a foraggiare le conventicole che li appoggiano, teoria reperibile sul sito www.centroitalicum.it oppure su i numeri 194 e 195 ( venerdì 25 e sabato 26 ottobre) del quotidiano Rinascita. La base di partenza è il modello di Schumpeter.
  CONTINUA ...»

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