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G8: intesa Usa-Ue sul clima
Economia, verso regole globali

dall'inviato Piero Fornara

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8 luglio 2009


COPPITO (L'Aquila) –I leader del G-8 hanno approvato formalmente il testo delle dichiarazioni finali su clima e sviluppo. Nel primo documento gli Otto si impegnano a raggiungere un accordo complessivo e ambizioso alla conferenza Onu sul clima in programma a dicembre a Copenaghen: la necessità di contenere entro i due gradi centigradi il surriscaldamento del pianeta; la riduzione del 50% delle emissioni di Co2 entro il 2050 per economie industrializzate ed emergenti, con l'impegno di salire all'80% o più nelle prime.

«Intendiamo garantire la nostra prosperità presente e futura assumendo la guida nella lotta contro i cambiamenti climatici», si legge nel testo. «Facciamo appello agli altri paesi industrializzati e alle economie emergenti affinché si impegnino attivamente», continua, «in linea con il principio delle responsabilità comuni e differenziate, e sulla base delle rispettive capacità».

Sul clima «c'è un accordo ormai consolidato» tra noi, ma persiste ancora un «forte scetticismo della Cina» come emerso dall'incontro avuto l'altro giorno con il presidente Hu Jintao (già rientrato in patria per gli incidenti nello Xinjiang) ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il premier ha poi avvertito: «Domani dobbiamo verificare con Cina e India il grado di accordo che si può trovare». Lo "sherpa" italiano per il G-8 dell'Aquila, il segretario generale della Farnesina Giampiero Massolo, ha spiegato in un'intervista al Tg1 che la parte più ostica del documento è stata quella relativa agli impegni internazionali taglio delle emessioni nocive.

Fatto confermato dalla posizione assunta in serata dalla Russia. L'obbiettivo fissato dal G8 di ridurre dell'80% le emissioni di gas a effetto serra dei paesi industrializzati entro il 2050 è "inaccettabile" per l'economia russa, ha dichiarato il principale consigliere economico del presidente russo Dmitri Medvedev. «Per noi la cifra dell'80% è inaccettabile e probabilmente impossibile da raggiungere», ha detto Arkady Dvorkovic. «Non sacrificheremo la crescita economica al solo fine di ridurre le emissioni» inquinanti, ha aggiunto.

In mattinata a infondere ottimimismo era stato invece il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso, in un incontro stampa con il premier svedese Fredrik Reinfeldt, presidente di turno dell'Unione: all'Aquila sarà fatto «un buon passo in avanti» se i leader del G8 concorderanno sull'obiettivo di mantenere a due gradi l'aumento massimo del clima terrestre e sull'impegno di ridurre del 50% le emissioni mondiali di C02 del 50% entro il 2050. «Stiamo preparando un pacchetto di proposte concrete che sarà pronto a settembre», ha annunciato Barroso. Reinfeldt ha auspicato l'accettazione di impegni vincolanti di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra entro il 2050 e ha insistito anche sulla necessità di «obiettivi a medio termine» (meno 20% entro il 2020) per verificare il cammino virtuoso.

Quanto alla crisi economica nella conferenza stampa conclusiva della prima giornata Berlusconi ha spiegato: «Come primo tema abbiamo affrontato quello della crisi e abbiamo evidenziato che la situazione dei singoli nostri Paesi mostra dovunque segnali di miglioramento». Si è decisa «l'opportunità di definire una strategia d'uscita». Berlusconi ha aggiunto che si è stabilita l'importanza «di mantenere il sostegno delle banche al sistema delle imprese, alle persone che hanno perso il posto di lavoro e intendiamo lanciare un messaggio di fiducia dal G8 a tutti coloro che stanno guardando noi con interesse: la crisi per la parte più dura é alle nostre spalle e i governi lavoreranno in sintonia tra loro».

Sulle nuove regole comuni, ha spiegato Berlusconi, «abbiamo deciso di dare un avanzamento agli studi che Ocse e altri istituti internazionali stanno compiendo affinché al G8 di Pittsburgh sia fatto un altro passo avanti con la presentazione più precisa e più ridotta rispetto al Lecce fraimwork per andare verso regole nuove condivise». Il presidente del Consiglio ha sottolineato che con l'economia globale servono «regole globali valide per tutti i Paesi».

Riguardo alla dichiarazione finale su «Sviluppo e Africa: per una globalizzazione sostenibile e inclusiva», gli Otto si impegnano a mitigare l'impatto della crisi economica mondiale sui Paesi poveri e a «rinnovare tutti gli impegni verso i Paesi poveri, in particolare verso l'Africa» e gli sforzi per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo Onu del Millennio entro il 2015.

«Qualcuno ha ricordato che diamo i soldi dei poveri dei nostri Paesi ai ricchi dei Paesi africani. D'ora in poi non sarà più così ma bisognerà dare aiuti con la realizzazione di opere precise», hadetto concludendo la giornata Silvio Berlusconi, e ha spiegato che su questa posizione hanno convenuto anche gli altri Grandi della Terra: «Abbiamo concordato che si deve cambiare il modo in cui si aiutano i Paesi dell'Africa». Il premier ha poi confermato «la volontà di aumentare i contributi per la ricerca e i medicinali» a sostegno dei Paesi africani.

  CONTINUA ...»

8 luglio 2009
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