Circa 70 milioni di abitazioni raggiunte, più o meno. Questa l'attuale livello di penetrazione della Tv digitale satellitare in Europa, con l'Italia che deve cancellare il dato relativo alla presenza dell'analogico di fine dicembre 2008, quando la televisione di vecchia generazione era la prima (spesso unica) scelta per il 48% delle famiglie. Il conteggio aggiornato a inizio anno - nel mezzo ci sono stati gli switch off di Sardegna, Valle D'Aosta, Piemonte, Trentino Alto Adige e Lazio – parlava infatti di circa 12 milioni di abitazioni servite da una delle piattaforme digitali e in testa c'era il satellite con 7,4 milioni di unità, davanti a digitale terrestre (4,1 milioni) e IpTv via Dsl o fibra ottica, con sole 610mila connessioni attive. Oggi, per lo meno in Italia, la Tv terrestre ha fatto il pieno di utenze ma su scala europea uno dei fenomeni emergenti è quello dell'offerta satellitare "free to air", cresciuta nel 2008 a ritmi più sostenuti rispetto alla Tv a pagamento e forte di un "parco installato" di oltre 30 milioni di case (Germania, Regno Unito e Italia i Paesi a più estesa diffusione del fenomeno) attrezzate con apposito decoder e parabola. Tecnicamente definita con l'acronimo Dbs, Direct broadcast satellite, o Bss (Broadcasting Satellite Service secondo la definizione utilizzata comunemente dall'Itu, International Telecommunications Union), l'offerta "free to air" è già ben nota a una larga fetta di utenti continentali: 10 milioni di abitazioni inglesi e 12 milioni di case tedesche hanno infatti la possibilità di sintonizzarsi su circa 160 e 100 canali digitali rispettivamente grazie ad apposito ricevitore a tecnologia Dvb (Digital video broadcasting). I nomi degli operatori sono quelli di FreeSat (joint venture fra BBC e ITV) e di Sky Deutscheland mentre in Francia il verbo della Tv satellitare gratuita è portato avanti da TNT Sat e Fransat. Oltreoceano il fenomeno è meno sentito ma in Nord America sono un centinaio i canali free to air resi disponibili fra Stati Uniti, Canada e Messico attraverso da Galaxy 25. Rimanendo in Europa, la Spagna dovrebbe spingere l'acceleratore sul satellite a partire dal 2010, contestualmente allo spegnimento delle trasmissioni analogiche, e per quanto riguarda l'Italia la prima e finora unica emittente satellitare free to air a trasmettere su scala nazionale è Tivù Sat, la piattaforma gratuita nata per volere di Rai e Mediaset e l'adesione di Telecom Italia Media quale proprietario de La7. Il numero di tessere che abilitano a ricevere i canali del digitale terrestre in chiaro nelle aree dove non c'è copertura del segnale è in forte crescita e stando ai dati forniti da Tivù se ne attivano oltre un migliaio al giorno. Vuoi perché lo switch off ha interessato alcune delle regioni più soggette a "buco" della rete terrestre, vuoi perché il numero di decoder compatibili con la piattaforma introdotti sul mercato è in aumento (ai modelli di Humax e Adb si è aggiunto il TS9000 di Telesystems e a dicembre ne arriveranno altri di altre marche) la risposta del mercato sembra più che buona. Il problema del decoder – per TivùSat ne serve uno apposito, mentre la posizione orbitale è la stessa, Hot Bird a 13 gradi Est, delle altre piattaforme satellitari – può comunque creare qualche ostacolo e quindi la possibilità di ricorrere a una soluzione "free to air" (leggermente più costosa ma anche più ricca di canali) rimane più che mai una valida opzione.