La visita delle iniziative del Fuorisalone in zona Tortona ha un inizio obbligato: il Superstudio Più di via Tortona 27. Si scende alla stazione di Porta Genova (sulla linea verde della metro) e si fa un pezzetto a piedi. Per la grande kermesse Superdesign Show quest’anno il tema è Only the best. Da non perdere la mostra Nendo: forms of movement dell’omonimo studio: 10 progetti – con relativi modelli e bozze – realizzati con altrettante aziende giapponesi in cui si indagano tempo e spazio attraverso allestimenti tech, minimali e allo stesso tempo poetici.
All’interno dell’esibizione Design in the Age of the Experience organizzata dell’azienda di progettazione in 3D Dassault Systèmes, bisogna invece fermarsi a contemplare l'impressionante progetto Breath/ng di Kengo Kuma: una spirale alta 6 metri in un materiale in grado di “catturare” l’inquinamento. E poi c’è Superloft, uno spazio pensato da Giulio Cappellini, chiamato dall’organizzatrice di Superdesign Show Gisella Borioli come art director della manifestazione, con i pezzi dei migliori marchi italiani.
Poco più avanti, l’Opificio 31 ospita la costruzione temporanea del brand tedesco Containerwerk, che con le installazioni Microliving e Temporary Housing propone soluzioni per l’abitare sostenibile attraverso l’utilizzo dei grandi container per il trasporto marittimo (come molte altre iniziative in zona fa parte di Tortona Rocks, il cartellone di eventi coordinato da Milano Space Makers). E il nhow hotel di via Tortona 35 ha offerto i propri spazi a Design Language, collettiva di progetti indipendenti, quest’anno sui temi dell’ospitalità, del viaggio, e ovviamente – non manca mai in questo Fuorisalone 2018 – sui consumi.
Nello Spazio Zegna via Savona 56/A Sony ha allestito Hidden Senses, un viaggio sensoriale e tecnologico in cinque stanze che permettono diverse interazioni possibili: da quelle sonore, a nuovi modi di visualizzare le informazioni attraverso l’arredo o l’illuminazione. Hidden Senses è tra le migliori installazioni certificate del Fuorisalone: ha vinto il Milano Design Award 2018 nella categoria Best Playfulness.
Sempre in via Savona 56 trova spazio anche A Life Extraordinary (attenzione chiude alle 17), il progetto espositivo dell’azienda olandese Moooi che comprende The Museum of Extinct Animals: disegni di animali estinti che hanno ispirato tessuti, tappeti, carte da parati. E poi si può provare l’auto in legno realizzata per l’occasione a misura di umano che è una riproduzione della Turbo Table High disegnata da Maarten Baas per il brand.
Al Base Milano di Via Bergognone 34 si possono andare a vedere le novità della struttura: nuove aree aperte al pubblico, una portineria di quartiere, una rinnovata officina interna in condivisione e un cortile che diventa spazio culturale. Vale la pena fare anche un giro anche alla mostra Trouble Making. Who's making the city? a cura di Raumplan: attraverso il lavoro di artisti, fotografi, designer e videomaker, indaga l'evoluzione delle realtà urbane implementate dalla rete (dalla sharing economy in giù).
La riflessione (letterale!) continua: si torna in via Tortona, al civico 15, dove negli spazi del Magna Pars Hotel Karim Rashid ha immaginato la scultura in acciaio Konverse per Iqos World, con due volti che si guardano e un pattern onirico all'interno.
L'ultima tappa del viaggio nel quartiere è il ristorante 28 posti: per raggiungerlo bisogna attraversare di nuovo i binari della stazione di Porta Genova e arrivare in via Corsico 1 dove lo chef Marco Ambrosino ha ideato con il designer Odo Fioravanti una collezione di “piatti” dalla duplice valenza di oggetto e ricetta. Per chi pranza o cena qui il menu prevede sei portate accompagnate da alcuni “dispositivi” come l'imbuto che fa scendere la salsa o gli stecchi dei ghiaccioli del pre-dessert con 28 verbi stampati. Buon appetito. O buon design.
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