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Questo articolo è stato pubblicato il 23 luglio 2014 alle ore 06:50.
L'ultima modifica è del 23 luglio 2014 alle ore 08:32.

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Un Codice della strada "all'europea", si direbbe. La delega alla riforma che ha ricevuto ieri il primo sì in commissione alla Camera prevede un testo "breve" e tante idee ispirate da alcune esperienze virtuose di alcuni Paesi del Nord: isole pedonali in cui possono circolare a passo d'uomo anche i veicoli, riduzione della segnaletica, apertura delle corsie preferenziali dei mezzi pubblici a bici, motorini e moto.

Ma siamo sicuri di poterci permettere tutto ciò? La strade italiane, in particolare quelle urbane, sono ben più caotiche. Per la loro conformazione e per l'indisciplina atavica di chi le usa. Così si rischia che tutto resti nelle buone intenzioni della politica.

Nella delega non mancano giri di vite come l'"ergastolo della patente". Ma la cronaca dimostra che i soggetti più pericolosi guidano anche senza la patente. Ci vorrebbero sistemi di blocco del motore: un chip con i dati della licenza di guida da far "leggere" alla vettura. Ma la tecnologia li permette, le norme europee ancora no.

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