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Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2014 alle ore 06:38.
L'ultima modifica è del 29 luglio 2014 alle ore 08:29.

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È sempre la più forte, ma la candidatura di Carlo Tavecchio alla guida della Figc comincia a scricchiolare. Il caso è ormai diventato internazionale. La Fifa ha chiesto alla Figc informazioni e spiegazioni, che dovranno essere fornite entro il 31 luglio, comprese le dichiarazioni allegate dello stesso Tavecchio. L'Unione europea plaude all'iniziativa della Fifa sottolineando che «razzismo e discriminazioni non hanno posto nel calcio». Quella frase – un calciatore «è venuto qua che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così» – risuona ancora fragorosa anche se l'interessato ha chiesto scusa a più riprese e in molti ricordano proprio il suo impegno per l'Africa e l'integrazione.

Ma a questo punto le due settimane che mancano all'assemblea elettiva della Figc per l'elezione del presidente, in programma l'11 agosto, potrebbero diventare molto lunghe per il candidato finora largamente favorito. Oltre a scusarsi, però, il presidente dei Dilettanti annuncia che comunque andrà avanti («ho l'appoggio delle Leghe»), forte sulla carta del 68% dei voti. Ma dovrà contare sulla tenuta dei suoi grandi elettori - come Adriano Galliani (Milan) che gli conferma il suo appoggio così come Claudio Lotito (Lazio) - per impedire che le defezioni diventino troppe. Tra i club di serie A la fronda, infatti, si fa sentire. Dopo il passo indietro della Fiorentina il presidente della Samp, Massimo Ferrero, invita la Lega a riunirsi per «valutare la posizione».

Il collega del Cesena, Giorgio Lugaresi, parla di «libertà di scelta secondo convinzioni e coscienza» per poi tornare sui suoi passi e «invitare ad una riflessione». «Il fronte si è rotto» dice Giuseppe Marotta, dg della Juventus. Conferma invece il pieno sostegno il Genoa di Enrico Preziosi: «Frase grave, ma in politica ci sono state scivolate peggiori e tutti al loro posto». Il dg dell'Atalanta, Pierpaolo Marino, invita alla prudenza: «Se c'è da discutere credo che la Lega sia la sede più opportuna per farlo». Le prossime saranno giornate di confronto: giovedì i due candidati saranno ricevuti dal presidente del Coni, Giovanni Malagò.

Certo la corsa alla poltrona più importante di via Allegri, sede della Figc, ora è meno scontata. Si fa sempre più avanti lo sfidante Demetrio Albertini: «La sua frase si commenta da sé, ci ha messo in difficoltà a livello internazionale» commenta l'ex centrocampista del Milan e della nazionale. «Ho fatto un'uscita infelice, ho sbagliato. Mi dispiace e mi sono scusato - ha ribadito Tavecchio - ma posso dire, con arroganza, che per il mio vissuto pochi hanno fatto quello che ho fatto io per il Terzo mondo. Mi sono trovato protagonista delle prime pagine più del Papa e della guerra in Palestina, non sono abituato».

Tavecchio in partenza era forte per una percentuale di circa il 68% dei voti disponibili: per essere eletti basta ottenere il 51% dei voti ma se un candidato non raggiunge almeno il 60% la sua posizione resta debole o almeno non così forte come si voleva visto che, dopo le dimissioni di Giancarlo Abete, tutti auspicavano un'ampia convergenza sul nome del successore. Ieri Tavecchio ha risposto a un finto Luciano Moggi nella trasmissione «La Zanzara» su Radio 24. «Ormai è fatta» dice il finto Moggi al presidente della Lega Dilettanti. «Amico mio cosa vuoi fare, mi hanno tirato in mezzo perché non avevano altro... questi qua» replica Tavecchio, che poi risponde anche su Andrea Agnelli che non lo appoggia: «Non lo so, io ho avuto solo rispetto per lui e per il suo mondo, ma se non lo sai tu come faccio a saperlo io...».

Reagisce anche la politica, nel Pd in molti chiedono che Tavecchio si ritiri. Osserva Lorenzo Cesa (Udc): «La strumentalizzazione politica della vicenda è vergognosa. Ora la sinistra è partita a suon di tromba e cerca di tirare Giovanni Malagò per la giacchetta per scalzare Tavecchio. Ci auguriamo che il presidente del Coni non ceda a questi sibili e confermi il buon senso che gli è proprio».

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