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Questo articolo è stato pubblicato il 10 agosto 2014 alle ore 08:13.
L'ultima modifica è del 10 agosto 2014 alle ore 13:54.

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C'è un'alternativa a mio avviso più efficace al ritorno dello Stato investitore proposto da Alessandro Zeli nell'articolo pubblicato sul Sole 24 Ore dell'8 agosto: la riduzione del tax rate alle imprese, così come recentemente realizzato in Germania e nel Regno Unito. Non solo, da noi potremmo introdurre un tax rate progressivo in funzione della dimensione dell'impresa, favorendo quelle medio-piccole e lasciando inalterato il gettito fiscale delle grandi imprese, ormai prevalentemente utility o a partecipazione pubblica, e delle banche. Lo Stato investitore nel nostro Paese è troppo spesso divoratore di risorse: basti guardare ai cantieri aperti e mai terminati, dall'autostrada Reggio-Salerno al valico camionale dell'Appennino al Mose. Una significativa e progressiva riduzione del tax rate alle medio-piccole imprese può favorire un ritorno agli investimenti e una minore evasione fiscale, riducendo nel tempo l'impatto sul gettito fiscale, peraltro in gran parte assicurato dalle grandi imprese e banche.
Francesco Gori
Il territorio sfregiato
Vivo e lavoro in Australia da una trentina d'anni e ritorno di rado in Italia perché ormai pochi sono i parenti ancora vivi. Non facevo ritorno a casa, in Veneto, da una decina d'anni, e la sola vista del territorio mi ha colpito al cuore. Capannoni ovunque, e questo me lo ricordavo bene: sono stati la forza del miracolo del Veneto e del Nordest, in generale, di inizio anni Novanta. Il territorio soffocato, deturpato e immolato sull'altare degli "schei". Ora, accanto ai capannoni, desolatamente vuoti e in sfacelo, perché le nostre imprese o sono scappate altrove (a causa degli oneri fiscali italiani) o hanno chiuso definitivamente lasciando a casa centinaia di addetti, ci sono migliaia di pannelli solari. Intere colline rivestite, i campi piantati a pannelli solari: ci sarà pure la produzione di energia pulita ma, mi chiedo, non è così che, ancora una volta, abbiamo rovinato l'ambiente, ferendolo di nuovo?
Lettera firmata
Un vero confronto sugli Ogm
Queste righe, per esigenze editoriali, sono una breve sintesi di una ben più ampia "Lettera aperta" alla Professoressa Elena Cattaneo (www.wordpressinternational.it) che scrivo nella veste di presidente dell'associazione Nogm, in risposta all'analisi di Elena Cattaneo pubblicata sul Sole 24 Ore del 19 luglio indirizzata al ministro Martina. Non potendo quindi affrontare, in questa sede, tutte le questioni sollevate dalla Professoressa sugli Ogm (effetti sull'ambiente, bilancio dell'impatto agronomico eccetera), mi concentrerò come biologo nutrizionista clinico sui rischi per la salute umana del consumo di Ogm, tal quali, o come mangimi zootecnici. In riferimento a quanto da Lei scritto: «... ci sono le prove che (gli Ogm) non sono dannosi ma migliori per l'alimentazione animale», per il momento citerò solo 3 evidenze scientifiche che contraddicono le sue affermazioni: la documentata tossicità su organi quali fegato, pancreas e testicoli di mammiferi, nonché su cellule renali umane, della tossina prodotta dal mais Ogm coltivato illegalmente in Friuli-Venezia Giulia e distrutto dal Corpo forestale dello Stato dopo il sequestro della Procura di Udine; è stata inoltre accertata la presenza della tossina nel latte materno e nel sangue sia di donne gravide, sia del cordone ombelicale di feti umani; gli effetti teratogeni (per i non addetti ai lavori, "generatori di mostri", cioè alterazioni fetali e gravissime anomalie congenite nei nascituri) che sembrerebbero collegati all'uso di diserbanti altamente tossici, associati a uno dei principali Ogm prodotti nel mondo; l'accertato passaggio, post partum, di Dna transgenico nel latte e poi nei tessuti e organi di capretti; la portata del nudo dato scientifico appare in tutta la sua gravità se sostituissimo ai soggetti dell'esperimento, capre gravide e capretti..., mamme e neonati umani! Alla luce di evidenze di tale portata, di cui la letteratura scientifica abbonda (anche se lei stranamente sostiene il contrario), non ritiene professoressa Cattaneo di dover riconsiderare la leggerezza con cui nella Sua lettera aperta al ministro Martina ha liquidato il fondamentale «Principio di Precauzione» a tutela della salute umana? Considerando le numerose controversie sull'impatto degli Ogm sulla salute, sull'ambiente e sulla contaminazione genetica delle filiere agroalimentari, per nulla risolte nella comunità scientifica mondiale, e considerando l'impossibilità, per chiunque, di affrontarle seriamente ed esaurientemente a «colpi di articoli sparati sulla stampa», Le rinnovo pubblicamente l'invito ad accettare un vero e paritetico confronto scientifico tra ricercatori ed esperti dei due fronti, pro e anti Ogm, da organizzare di comune accordo e magari con la supervisione dei ministeri per l'Agricoltura, per la Salute e per l'Ambiente. Gli italiani, oramai coinvolti nella querelle con scambio di pubbliche lettere, non credo capirebbero chi si sottraesse a un tale confronto di «prove scientifiche documentali».
Dott. Franco Trinca
Biologo nutrizionista clinico
Presidente Associazione Nogm



Riduzione del tax rate alle imprese copiando i tedeschi e gli inglesi

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