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Questo articolo è stato pubblicato il 14 settembre 2014 alle ore 13:53.
L'ultima modifica è del 14 settembre 2014 alle ore 15:17.

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Nel luglio 2013, la presidenza britannica del G8 ha istituito una task force per esplorare ruolo e potenzialità degli investimenti a impatto sociale in questa difficile fase dell'economia mondiale. Domani, in contemporanea in tutti i Paesi del G8 (senza la Russia e con l'Ue e l'Australia) verrà presentato il frutto di questo percorso di ricerca, racchiuso nel Rapporto Impact Investment: The Invisible Heart of Markets. Esiste un possibile «cuore sociale» dei mercati?

È di questo che il movimento che sta nascendo attorno all'agenda Impact si occupa? L'impact investing è un'attività di investimento in imprese, organizzazioni e fondi che operano con l'obiettivo di generare un impatto sociale e ambientale positivo e un rendimento economico non speculativo. La finanza ad impatto si è sviluppata inizialmente nel mondo anglosassone. Negli Usa è legata al riposizionamento strategico di alcune fondazioni filantropiche che, nel pieno della crisi, hanno ripensato alle loro modalità di intervento, a partire dall'idea che per contrastare le emergenze sociali non fosse più sufficiente limitarsi a trasferire risorse a fondo perduto, bensì si rendesse necessario sostenere l'imprenditorialità sociale. In UK, la crescita dell'impact investing è, invece, frutto di un'azione istituzionale che, con Tony Blair dal 2000, ha dato vita a un ecosistema complesso (il cui perno operativo è Big Society Capital) disegnato all'epoca con acume da Sir Ronald Cohen, a cui oggi è stato affidato il compito di coordinare la task force, di cui fanno parte protagonisti della finanza sociale come Omidyar Network, le fondazioni Rockefeller e Bertelsmann, Triodos Bank e Credit Cooperatif, solo per citarne alcuni, e alla quale ho avuto l'onore di partecipare come presidente di Human Foundation. La task force è giunta a una conclusione impegnativa: è possibile riorientare nei prossimi anni circa 1 trilione di dollari dai mercati tradizionali agli investimenti a impatto sociale, cosicché il "cuore invisibile" dei mercati possa pulsare e migliorare la vita di milioni di persone. Si fa strada un cambio di paradigma. E se è vero, come ha ricordato Mario Draghi, che per far tornare a crescere l'economia c'è bisogno di una nuova stagione di investimenti, è anche vero che per non lasciare indietro nessuno occorre «incorporare» nelle scelte di investimento una nuova «terza dimensione». Accanto alla valutazione del binomio rischio-rendimento, il rapporto propone di inserire -anche con la leva normativa - la terza dimensione dell'impatto sociale. Una dimensione che sfida costruttivamente il modello economico contemporaneo.

Il rapporto intende catalizzare un movimento globale attorno all'agenda Impact per affermare l'importanza dell'impresa sociale e degli investimenti a impatto, come una nuova forza per lo sviluppo. Un movimento che interroga e mobilita molti: governi e istituzioni economiche. E che si rivolge a investitori, fondazioni, fondi pensioni, fondi sovrani, manager, affinché nel scegliere gli investimenti tengano in considerazione questa «terza dimensione».
Il movimento si rivolge all'Onu affinché, nel processo di revisione degli obiettivi del Millennio, sostenga gli investimenti a impatto come strumento innovativo e alle istituzioni intergovernative, come la Banca Mondiale e le banche di sviluppo regionale, affinché svolgano un ruolo di rilievo nel nuovo mercato dei Social impact bond e dei Development impact bond.
L'Italia può giocare un ruolo cruciale: il prossimo incontro della task force si terrà a Roma il 28 e 29 ottobre e avrà l'obiettivo di definire una strategia di allargamento di questo movimento globale, a partire dal G20. L'incontro di Roma sarà importante poiché avverrà in coincidenza con il semestre italiano di presidenza dell'Ue, che dovrà essere un protagonista nello sviluppo di un mercato continentale degli investimenti a impatto. Con una doppia finalità: sostenere e rafforzare il settore dell'imprenditorialità sociale e contribuire a rendere più efficiente ed efficace il modello di protezione sociale europeo.

Lunedì, a Montecitorio con la presidente della Camera Laura Boldrini, il ministro Giuliano Poletti, il sottosegretario Luigi Bobba, il presidente della Cassa depositi e prestiti, Franco Bassanini, discuteremo di tutto ciò. Un contribuito importante al dibattito lo offre il rapporto formulato dall'Advisory Board italiano della task force «La Finanza che include, gli investimenti ad impatto sociale per una nuova economia»; alla cui stesura hanno partecipato oltre 100 esperti, associazioni e istituzioni. L'agenda Impact per l'Italia da lunedì sarà sul tavolo del premier Matteo Renzi.
Giovanna Melandri è presidente dell'Advisory Board italiano della Social Impact Investment Task Force

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