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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2014 alle ore 06:35.
L'ultima modifica è del 16 settembre 2014 alle ore 08:17.
Entro settembre Giuliano Poletti e Matteo Renzi dovranno decidere se ridare all'Inps un presidente o mantenere l'Istituto in gestione commissariale. Nel secondo caso dovranno decidere se confermare al suo posto Vittorio Conti, nominato il 13 febbraio, o se scegliere un nuovo commissario. Ieri Conti s'è detto disponibile a una proroga ma l'unica cosa certa, sei mesi dopo l'uscita di scena di Antonio Mastrapasqua, è che l'Inps dovrà andare avanti con la vecchia governance ancora per un po' visto che i tempi per una norma di modifica sono scaduti.
Il passaggio è delicato per una serie di ragioni. La prima è che i vertici dell'Inps stanno attuando un piano industriale che nel 2016 porterà a regime le incorporazioni di Inpdap ed Enpals. La seconda ragione è che a dicembre termina anche il mandato del direttore generale, Mauro Nori, scadenza quest'ultima allineata con quella del direttore generale dell'Inail, Giuseppe Lucibello. A governance invariata per gli enti previdenziali la qualità delle scelte peserà ancora di più.
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