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Questo articolo è stato pubblicato il 17 settembre 2014 alle ore 06:55.
L'ultima modifica è del 17 settembre 2014 alle ore 09:02.

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Il prossimo referendum sull'indipendenza della Scozia sta provocando nervosismo nelle istituzioni europee. A Strasburgo, ma anche a Bruxelles, molti si chiedono se e come una Scozia indipendente dovrà rinegoziare l'adesione all'Unione. Altri si interrogano sull'impatto che un successo dei sì avrà sulle molte regioni secessioniste d'Europa. Più in generale, la scelta di come gestire l'eventuale nuova indipendenza di Edimburgo sarà dettata da considerazioni politiche, più che giuridiche.

Interpellata in marzo dagli indipendentisti scozzesi, l'allora vice presidente della Commissione europea Viviane Reding aveva risposto in una lettera che "quando una parte del territorio di uno Stato membro cessa di essere parte di quel Paese, perché ne diventa indipendente, il trattato europeo non si applica più a detto territorio". La signora Reding, oggi deputata europea, aveva quindi spiegato che una Scozia indipendente dovrà chiedere l'adesione alla Ue, ottenendo il benestare unanime degli altri paesi.

«Se dovessero vincere i sì, saremmo chiamati a rinegoziare con la Scozia», conferma Knut Fleckenstein, un deputato europeo, socialdemocratico tedesco. «Ci vorranno anni», ha aggiunto il capogruppo socialdemocratico, l'italiano Gianni Pittella. Lo stesso ragionamento ha fatto il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen, per quanto riguarda la partecipazione della Scozia all'Alleanza atlantica. Gli indipendentisti spiegano invece agli scozzesi che il nuovo Paese potrà rimanere nella Ue.

Addirittura, il leader nazionalista Alex Salmond vorrebbe poter avere le stesse concessioni accordate a suo tempo alla Gran Bretagna. Londra gode di una serie di opt-outs, relativi all'euro o a Schengen. «Difficile francamente che gli altri Paesi accettino - spiega un esponente comunitario -. Peraltro, Edimburgo affronterebbe le trattative da una posizione di debolezza».

Nelle istituzioni europee si soppesano varie alternative a veri e propri negoziati per una regione che ha già l'acquis communautaire.

C'è chi, per esempio, propone di usare l'articolo 48 dei trattati europei, utilizzato a suo tempo per modificare il testo costituzionale e creare il Meccanismo europeo di stabilità attraverso un accordo intergovernativo. Molti, tuttavia, sono dubbiosi che ciò possa essere possibile. Michael Wohlgemuth, direttore del centro-studi Open Europe a Berlino, è convinto che l'eventuale adesione della Scozia alla Ue «provocherebbe molti problemi (...) economici, legali e politici».

In febbraio, il presidente dell'esecutivo comunitario José Manuel Barroso ha detto che per una Scozia indipendente aderire all'Unione sarebbe «estremamente difficile, se non impossibile». La presa di posizione è sembrata a molti il tentativo di indurre gli scozzesi, ed altri, ad abbandonare la strada dell'indipendenza. A Bruxelles il timore è che una vittoria dei sì scateni il desiderio indipendentista di altre regioni, provocando un pericoloso smembramento della zona euro.

La secessione delle Fiandre in Belgio, della Catalogna in Spagna, della Corsica in Francia, o della Lombardia in Italia sarebbe probabilmente drammatico per una unione monetaria sempre in bilico tra integrazione e disintegrazione a causa della crisi debitoria. Anche per questo motivo, si presume spesso che molti Paesi si opporebbero all'adesione della Scozia all'Unione, pur di evitare un pericoloso precedente che dia nuova linfa agli indipendentisti di casa loro.

Non per altro, parlando alla Bbc, il ministro spagnolo per gli affari europei Íñigo Méndez de Vigo ha avvertito che l'iter di adesione durerebbe cinque anni. Al tempo stesso, nel caso di una vittoria dei sì, l'establishment europeo dovrà chiedersi se imporre a una Scozia indipendente di rinegoziare l'adesione all'Unione sia il modo migliore per affrontare l'incertezza provocata dal voto. In questo senso, a dispetto di norme e articoli, la scelta di come gestire il futuro della Scozia sarà politica, più che giuridica.
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