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Questo articolo è stato pubblicato il 27 settembre 2014 alle ore 08:26.
L'ultima modifica è del 27 settembre 2014 alle ore 10:14.

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Pubblichiamo il discorso pronunciato ieri dall'autore, membro del consiglio di vigilanza della Bce, in occasione del convegno Greta-Credit tenuto alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista di Venezia. Il testo integrale dell'intervento sull'etica nella finanza è disponibile, in lingua inglese, sul sito internet della Bce.

Per rendere possibili le operazioni finanziarie serve la fiducia. Questo è il substrato fondamentale sul quale si sviluppa l'attività delle banche e si regge il sistema finanziario in ogni parte del mondo. Al volgere del secolo si sono bruscamente intensificati i timori riguardo ad aspetti legati alla fiducia. Mi riferisco a casi quali Enron e WorldCom negli Stati Uniti o Parmalat nel nostro paese. Le autorità statunitensi hanno risposto con il Sarbanes-Oxley Act, che rafforza gli standard e i controlli sulla governance, sul rispetto delle regole e sulla contabilità delle imprese, soprattutto per le società quotate. Altri paesi hanno adottato disposizioni legislative analoghe.
Quando è scoppiata la crisi finanziaria, le debolezze sul piano della governance interna, dei controlli e della gestione dei rischi delle banche si sono rivelate una grave fonte di vulnerabilità. A guidare la risposta sul piano delle politiche sono stati il G20 allargato, il suo braccio finanziario, il Consiglio per la stabilità finanziaria (Fsb) e il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria. In Europa le disposizioni del Comitato di Basilea sono state recepite nella quarta direttiva sui requisiti patrimoniali (Crd IV). La direttiva richiede agli Stati membri di adottare principi e standard che assicurino una sorveglianza efficace da parte dell'organo di gestione e favoriscano una sana cultura del rischio a tutti i livelli. Ritengo che promuovere un quadro etico più solido sia un ulteriore passo necessario, senza il quale difficilmente il nuovo regime regolamentare manterrà tutte le sue promesse. Ma naturalmente il nodo della questione è come realizzare questo nella pratica. Come procedere allora?

L'esperienza societaria, gli studi comportamentali e i casi concreti emersi dalla crisi recente forniscono lezioni potenzialmente utili. Possiamo affermare che alla radice di molti comportamenti non etici o fraudolenti vi sia la combinazione di due atteggiamenti in parte antitetici: l'autoindulgenza e l'opacità. Spesso si sente dire "Lo fanno tutti!". L'autoindulgenza è in genere una forma di rassicurazione per chi si accinge consapevolmente a violare leggi o norme etiche. Molti trovano queste argomentazioni addotte a se stessi abbastanza convincenti, ma nel contempo una voce dal profondo suggerisce che vi sia qualcosa di sbagliato. Di qui il bisogno di opacità: gli atti che si compiono e l'autoindulgenza non devono essere rivelati. Si potrebbero stabilire pratiche in base alle quali chi svolge determinate attività con un forte impatto sulla fiducia abbia l'obbligo di rispondere regolarmente a domande quali: «Lei sta facendo quanto ha promesso?» o persino «Si comporterebbe allo stesso modo se le sue azioni fossero esposte al giudizio pubblico?».
Trasporre tutto ciò nella pratica è chiaramente una sfida per le autorità di vigilanza, ma una volta compresa la logica non sembra un'impresa impossibile. Se i responsabili della vigilanza - analizzando una serie di indicatori e profili fattuali e con l'ausilio di quesiti minuziosi - si sforzano di ricostruire tutti i collegamenti, dovrebbero riuscire a individuare le banche lassiste nella cultura del rischio e sul piano etico. L'attuale processo di riforma della vigilanza bancaria è inteso a cambiare non solo la regolamentazione, ma anche l'impostazione della vigilanza.

Il Meccanismo di vigilanza unico (Mvu) è la risposta europea alla sfida del dopocrisi posta alla vigilanza bancaria. L'Mvu ha un'opportunità eccellente per imprimere un salto di qualità nella vigilanza europea, in termini generali ma anche per quanto riguarda gli aspetti che ho brevemente illustrato. L'Mvu presuppone un nuovo insieme di processi di vigilanza a livello europeo, ha un mandato pienamente europeo ed è costituito dalla Bce e dalle autorità di vigilanza nazionali. L'etica è inestricabilmente connessa al mondo finanziario poiché forma la base della fiducia. Senza fiducia il sistema è disfunzionale o instabile oppure entrambe le cose, come dimostra l'esperienza recente. La riforma regolamentare e della vigilanza può contribuire a rafforzare la fiducia, ma soltanto in presenza di solidi sistemi di gestione dei rischi, regimi di governo societario forti e una sana cultura del rischio.
In parole povere, la sola regolamentazione non basta. Deve essere accompagnata da un solido quadro etico.

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