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Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2014 alle ore 06:50.
L'ultima modifica è del 09 ottobre 2014 alle ore 07:52.

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La stanza di Enrico Cuccia in via Filodrammatici è rimasta com'era. Una spoglia scrivania scura, un telefono grigio dell'azienda pubblica, ancora con la rotella, su un appoggio a lato. E alle spalle un'enorme pianta a volo d'uccello di Parigi, commissionata dall'allora sindaco della città, Turgot, che i disegnatori coordinati da Louis Bretez avevano impiegato cinque anni a completare, dal 1734 al 1739. Dono del banchiere Raffaele Mattioli al giovane Cuccia, in occasione delle nozze con Nova Idea Beneduce (figlia del fondatore dell'Iri), nel giugno del 1939, sette anni prima che nascesse Mediobanca.

Nell'ufficio, collocato al piano "nobile" della banca d'affari milanese, tra la stanza del consiglio d'amministrazione e l'ufficio dell'amministratore delegato, non c'erano però le librerie, nuove di zecca, che Mediobanca ha fatto costruire per ospitare buona parte dei 12.250 volumi che fanno parte della libreria storica, inaugurata ieri.

Di questi, 515 sono pezzi rari di cui non esiste copia in Italia. Libri antichi, ma anche moderni che derivano dal lascito di Ariberto Mignoli in comodato gratuito a Mediobanca perchè la sua raccolta di oltre 12mila pezzi fosse messa a disposizione del pubblico, nonchè dai libri (circa 200) ricevuti in regalo da Cuccia e dal suo braccio destro Vincenzo Maranghi. Il giurista Mignoli faceva parte degli storici consulenti dei Mediobanca, determinante, con le strategie legali individuate insieme ai colleghi Guido Rossi e Piergaetano Marchetti (che ieri hanno portato le loro testimonianze), in molte delle battaglie finanziarie condotte sotto la regia dell'istituto, come quella per la conquista del Rolo, vinta dal cliente-azionista Credito italiano, come ha ricordato l'ad Alberto Nagel che di Mignoli è stato anche studente all'università Bocconi.

La biblioteca storica di Mediobanca non è però una biblioteca giuridica, bensì una miscellanea di cui individuare ancora un filo conduttore. Lo stesso Mignoli, che nutriva un'autentica passione per i libri – come ricordato nei numerosi interventi – non amava definirsi collezionista, bensì un raccoglitore, perchè raccoglieva appunto tutti i volumi che attiravano il suo interesse a prescindere dal tema trattato e dal valore economico dell'edizione.

Ora questa vasta raccolta sarà consultabile da chiunque ne faccia richiesta, previo appuntamento. Il catalogo è disponibile sul sito www.bibliotecastoricamediobanca.it. L'iniziativa è stata illustrata da Fulvio Coltorti, direttore emerito dell'ufficio studi di Mediobanca, assieme a Giorgio La Malfa, presidente del comitato scientifico dell'area storica dell'istituto. Sono intervenuti anche Mariapia Frigerio, Sergio Scotti Camuzzi, Renata Broggini e Gian Arturo Ferrari.

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