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Questo articolo è stato pubblicato il 25 ottobre 2014 alle ore 09:03.
L'ultima modifica è del 25 ottobre 2014 alle ore 10:52.
«L'Italia ha bisogno di meno regole e di meno tasse per rilanciare la crescita e attrarre investimenti dall'estero. Ma non è la sola. Questo serve anche agli Usa». Joseph Del Raso è avvocato e anche chairman di Niaf (The National Italian American Foundation), la Fondazione degli italo-americani che quest'anno compie 39 anni. Nella sua doppia veste, Del Raso ha nel cuore le leggi, "the rule of law", e soprattutto il rapporto che lega Stati Uniti e Italia.
Il groviglio delle norme italiane frena gli imprenditori americani che vogliono operare in Italia, ammonisce, ma si affretta ad aggiungere in un'intervista al Sole 24 Ore, che li frena ma non li ferma perché «la produttività degli americani e la creatività degli italiani sono un'accoppiata vincente, che ha sempre funzionato». Di storie di successo di americani in Italia ne ha viste molte e continua a vederle perché «gli imprenditori sono abituati a questo tipo di sfide». E, ci tiene a precisare, «nonostante la crisi economica, gli italiani continuano a investire negli Usa e le imprese americane stanno investendo in Italia».
Il sistema legislativo italiano e americano sono molto diversi, sottolinea. «Il sistema italiano è meno trasparente e c'è più burocrazia e per questo è più difficile prevedere come vanno le cose in Italia. Questo penalizza sicuramente gli imprenditori, che non amano le sorprese. Il consiglio che do ai miei clienti businessmen americani è che devono sforzarsi di capire a fondo l'Italia, devono tenere gli occhi aperti e decidere velocemente quello che vogliono fare». Joseph Del Raso la conosce a fondo, l'Italia. Ha avuto un ruolo molto attivo nel canalizzare gli aiuti dagli Usa a L'Aquila dopo il terremoto ed è stato insignito del riconoscimento di cavaliere (2004) e commendatore (2010) Ordine al Merito della Repubblica italiana. Per questo, proprio per il legame profondo che lo lega all'Italia, non ha problemi a puntare il dito su due mancanze del sistema italiano: le norme che regolano il mercato del lavoro «sono troppo complesse e sono troppe» e la legge fallimentare è estremamente diversa da quella americana.
«Quel che trovo difficile da accettare - commenta in tono amareggiato ripensando alla vita politica italiana - è che in Italia si parla troppo quando si dovrebbe fare di più. L'Italia non può arrivare alla crescita attraverso le tasse. Anzi, più si alzano le tasse e più si scoraggiano gli investitori dall'estero. Questo però non è un problema solo italiano. Lo è anche per gli Usa. L'attuale amministrazione Usa ha introdotto troppe regole nel settore bancario. E molte leggi sono cambiate e poi ricambiate ancora. Ma se si modificano continuamente le regole del gioco, gli imprenditori non possono programmare
e la loro attività si ferma».
I rapporti commerciali ed economici tra Stati Uniti e Italia sono storicamente forti e continuano ad esserlo. Anche attraverso la fondazione non-profit Niaf, Del Raso si impegna affinché il legame tra i due Paesi si rafforzi ulteriormente, attraverso la comprensione delle reciproche culture, attraverso l'istruzione. «Dobbiamo coltivare e cementrare l'alleanza tra Stati Uniti e Italia - sostiene con vigore - perché questo aiuterà a stabilizzare la situazione nel mondo».
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