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Questo articolo è stato pubblicato il 25 ottobre 2014 alle ore 09:05.
L'ultima modifica è del 25 ottobre 2014 alle ore 20:55.

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Le lettere, o meglio le email, della Banca centrale europea sono arrivate, rinnovando la speculazione dei mercati finanziari su promossi e bocciati della valutazione approfondita delle 130 Banche dell'eurozona, di cui la Bce assumerà il 4 novembre prossimo la vigilanza diretta.

Le lettere, o meglio le email, della Banca centrale europea sono arrivate, rinnovando la speculazione dei mercati finanziari su promossi e bocciati della valutazione approfondita delle 130 Banche dell'eurozona, di cui la Bce assumerà il 4 novembre prossimo la vigilanza diretta. Secondo le indiscrezioni più attendibili della vigilia - i risultati verranno finalmente pubblicati domenica alle 12 - le banche che non passeranno l'esame saranno circa 25, ma di queste solo una dozzina dovrebbe ricevere la richiesta di aumentare il capitale. La Bce infatti ha compiuto le sue valutazioni sulla base dei dati di bilancio al 31 dicembre 2013, ma ammetterà gli aumenti di capitale realizzati nei nove mesi successivi.

Il che consentirà ad alcuni istituti di uscire dalla lista e ad altri di ridurre le richieste della nuova autorità di vigilanza. In questo modo, sempre secondo le stesse indiscrezioni, nessuna banca tedesca o francese dovrebbe essere coinvolta. Ad ogni buon conto, qualche “fonte” si è premurata di far sapere che Deutsche Bank è a posto. Semmai c'è da chiedersi come avranno fatto a uscire dall'elenco alcune landesbanken, a partire da Hsh Nordend, che non brillano né per solidità, né per trasparenza.

Le spagnole sono a loro volta garantite dal fatto di aver appena ristrutturato, grazie al piano concordato con l'Europa (e fondi per 40 miliardi di euro). Il che lascia le banche italiane e quelle greche, penalizzate tra l'altro dalla debolezza delle rispettive economie, sotto i riflettori, insieme a qualcun'altra di Paesi diversi. Ma se verranno confermate le cifre che circolano sulle possibili carenze complessive di capitale (si parla di un massimo di una quindicina di miliardi di euro), sono importi gestibili senza interventi pubblici.

Sullo sfondo restano tuttavia due incognite: la prima è la credibilità dell'esercizio, e quindi il raggiungimento dell'obiettivo di ristabilire la fiducia nel sistema. Su questo la combinazione dell'esame della qualità degli attivi e degli stress test dovrebbe costituire una garanzia di rigore, anche perché gli scenari economici sono più severi che nelle prove da stress del 2011. Sulla seconda, se l'esame delle banche contribuirà in modo decisivo al rilancio del credito, la risposta non potrà essere immediata.

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TAG: Bce

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