Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 13 novembre 2014 alle ore 08:04.
L'ultima modifica è del 13 novembre 2014 alle ore 08:21.

My24

Arrivando a Darmstadt da Bologna, presto la mattina, dopo una sveglia alle 4, ho visto gli occhi dei capi "operazione" in sala controllo pieni di sonno, più dei miei. La notte che aveva preceduto il giorno della discesa sulla cometa di Philae, il Lander di Rosetta, non era stata tranquilla.
Le autorizzazioni a procedere, i cosidetti GO, si erano succedute con momenti di nervosismo e dopo 4 l'avvio della procedura di separazione è stata autorizzata.

Il primo si riferiva alla conferma che Rosetta era nell'orbita giusta per far scendere il lander, il secondo è stato la verifica che i comandi per avviare la separazione funzionavano correttamente, il terzo, il controllo della buona condizione degli apparati del lander, e qui si è evidenziata la criticità che ha richiesto un quarto GO.
Il problema maggiore è un malfunzionamento del sistema di discesa attiva. Un getto verso l'alto che fornisce una spinta per evitare rimbalzo al momento dell'atterraggio.
«Abbiamo deciso di andare avanti», spiega Paolo Ferri, direttore per le operazioni di Esa. «Forse non è il sistema di discesa a non funzionare, ma il suo sensore, e comunque... non c'è nulla che possiamo fare a questo punto. Si conta sulle viti da ghiaccio installate in ciascuno dei piedi della sonda e su un sistema ad arpione per bloccare Philae alla superficie della cometa. Aspettiamo e sapremo. Tuttavia il fatto che Philae si sia staccato è importantissimo, perché siamo certi che ora Rosetta potrà continuarle sua missione seguendo la cometa fino al giro attorno al sole».

La separazione avviene alle 9,35 di Darmstadt, ma per la conferma bisogna aspettare 28 minuti e 30 secondi. Quando il segnale arriva lo si vede dalle strette di mano e dagli abbracci a Ferri e Accomazzo, gioia e sollievo assieme ben evidenti.
A questo punto i momenti delicati sarebbero poi stati due:
- il collegamento radio di Philae con Rosetta per poter "dialogare" con la terra, già a partire dalla discesa che sarebbe durata sette ore. Ricordiamo che solo Rosetta ha radio abbastanza potenti da farsi sentire da uno dei due centri di ascolto im Australia e in Argentina (e comunque sempre con un ritardo di circa 24 minuti data la enorme distanza che il segnale deve percorrere);
- il contatto di Philae con la superficie della cometa, restandole attaccato senza rimbalzare e senza perdere il collegamento radio con Rosetta (il che significa senza perdere l'assetto dell'antenna).

Nelle ore che passano in attesa di questi "momenti" la mente corre alla storia di questi dieci anni non facili. Il lancio il 2 marzo 2004; il primo giro attorno alla terra per acquistare velocità, il 4 marzo 2005; il giro attorno a Marte sempre per acquistare velocità il 27 febbraio 2007; il secondo giro attorno alla terra il 13 novembre 2007; il passaggio vicino all'asteroide Steins il 5 settembre 2008; il terzo giro intorno alla terra il 13 novembre 2009; il passaggio vicino all'asteroide Lutetia il 10 luglio 2010; l'inizio del periodo di ibernazione nello spazio profondo l'8 giugno 2011; la fine della Ibernazione: Rosetta si riaccende il 7 maggio0 2014; l'aggancio della cometa il 6 agosto 2014; la discesa del lander il 12 novembre 2014; il 13 agosto 2015 passaggio nel punto più vicino al Sole.
In tutti questi anni Rosetta si è portata a bordo la strumentazione progettata e costruita negli anni precedenti il 2004, strumentazione che anche dopo dieci anni passati nelle condizioni estreme dello spazio profondo, funziona normalmente.
Si tratta di venti strumenti, due prodotti negli Stati Uniti e 18 in Europa. Nei 18 europei, sono stati coinvolti nove Paesi europei: Germania, Francia, Italia, Gran Bretagna, Austria, Svezia, Svizzera, Finlandia, Ungheria.

Per l'Italia, l'Agenzia Spaziale Italiana ha coordinato il lavoro di quattro università ciascuna con un PI (Principal Investigator): prof.ssa Amalia Ercoli Finzi del Politecnico di Milano, prof. Cesare Barbieri dell'Università di Padova, prof. Fabrizio Capaccioni dell'Iaps (Inaf Roma), prof.ssa Alessandra Rotundi dell'Università Parthenope di Napoli, e di aziende diverse ad elevatissimo livello di tecnologia. Tra queste la più impegnata, specialista della ingegneria dello spazio, è stata Galileo, più tardi confluita in Selex (gruppo Finmeccanica), ma anche una azienda non particolarmente impegnata nello spazio, ma regina dei materiali compositi (fibre di carbonio), la Dallara.
Dopo il successo della lunga e difficilissima fase di navigazione che ci ha visto protagonisti con Ferri e Accomazzo e la loro squadra di spagnoli, tedeschi, francesi e inglesi, comincia il momento della valutazione scientifica. Si vuole cogliere dalla analisi della cometa ogni segnale, anche il più piccolo per avere qualche risposta alle domande che ancora abbiamo sulla origine del sistema solare e forse anche della origine della vita.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi